| 7 Maggio 2024

Da zero a 10, i consigli di Silvia Epis per i ciclisti in erba

La bicicletta non è solo un mezzo di trasporto o di competizione, spesso per i bambini è il primo vero gioco con il quale esplorare il mondo e misurare le proprie forze (in apertura immagine depositphotos.com).

Prima l’equilibrio poi la forza, così la pedalata diventa l’automatismo per rincorrere i propri sogni. Abbiamo chiesto a Silvia Epis – che nella Federazione Ciclistica Italiana si occupa del Settore Nazionale Giovanile ed è anche neomamma – di darci qualche tips per i genitori che si trovano a misurarsi con la passione a due ruote dei figli. Anche perché per affrontare con la famiglia una manifestazione come ad esempio la Nova Eroica Family, bisogna avere chiari un po’ di punti.

Qualche consiglio per i genitori che vogliono portare con sé i figli per partecipare a manifestazioni in bici
Qualche consiglio per i genitori che vogliono portare con sé i figli per partecipare a manifestazioni in bici

L’equilibrio prima di tutto

Alzi la mano chi è cresciuto in sella ad un triciclo. Fino a qualche anno fa, dopo i primi passi, venivano le prime pedalate con il gioco che, su tutti, iniziava alla bicicletta. Lo step successivo? Le rotelle alla bici e poi la grande sfida dei primi metri su due sole ruote. Silvia ci spiega che questa è stata un’abitudine consolidata nel corso del tempo ma ora si è modificata per venire incontro allo sviluppo fisiologico del bambino.

«Si tendeva ad insegnare al piccolo prima l’automatismo del gesto ciclico – puntualizza – che prevede una componente di forza, sottovalutando le capacità coordinative. Oggi invece, seguendo più una mentalità europea, i giochi balance o una balance bike sono considerate maggiormente dedicate ad un primo approccio. Con queste modalità è più facile insegnare loro l’equilibrio prima del gesto ritmico. Da non dimenticare anche l’apprendimento della frenata. Molte bike a spinta per i più piccoli hanno i freni, perchè la prima cosa che fanno i bimbi per fermarsi è pedalare all’indietro, non avendo ancora chiaro il concetto di forza».

Rispettare la crescita nella sua naturalità dunque è una delle prime cose da tenere presente quando ci si avvicina per la prima volta ad uno sport che è anche apprendimento. Come per ogni fase della vita, i tentativi sono essenziali per portare a compimento un obiettivo.

Silvia Epis è la responsabile dell’attività giovanile nella Federazione ciclistica Italiana (foto FCI)
Silvia Epis è la responsabile dell’attività giovanile nella Federazione ciclistica Italiana (foto FCI)

La prima bicicletta

Salire per la prima volta su una bici vera è un’emozione che difficilmente si dimentica. Considerato quasi un passaggio all’età adulta, è così che i bambini iniziano anche a prendere consapevolezza della strada, del mondo che li circonda e del mezzo che stanno usando.

«E’ chiaro che le prime accortezze riguardano la componentistica – prosegue Epis – e la corretta posizione in sella. Controllare l’altezza della sella è piuttosto semplice: basta non toccare il suolo con il tallone ma esclusivamente con l’avampiede. Mi raccomando, la distanza del manubrio non deve essere eccessiva, bisogna arrivare ad esso tranquillamente e riuscire a impugnare altrettanto agevolmente le leve dei freni. Questa è un’altra cosa che va tenuta particolarmente in considerazione, dato che le mani dei bambini sono spesso piccole ed è fondamentale che riescano a frenare in sicurezza».

La bici consente le prime scopertoe: per questo ssi deve essre capaci di muoversi in autonomia (depositphotos.com)
La bici consente le prime scopertoe: per questo ssi deve essre capaci di muoversi in autonomia (depositphotos.com)

Il codice della strada

Il primo mezzo di trasporto è anche fondamentale per insegnare il senso civico e l’educazione stradale. Non è un caso che i ragazzini che sono abituati a pedalare, oltre che ad apprendere più facilmente il codice della strada, hanno un vantaggio se vorranno poi anche conseguire il patentino all’età di quattordici anni. 

«Con la prima bicicletta – continua Silvia – arrivano anche i primi spostamenti, i giri sempre più lunghi. Fin dall’inizio è necessario sensibilizzare i ragazzi sulla sicurezza e la convivenza con gli altri utenti. Sembra banale ma il primo consiglio è quello di indossare il casco che è uno strumento semplice ma in grado di salvare la vita. Deve essere della taglia corretta e portato nel modo giusto. Un’altra cosa da non dimenticare sono le luci, va ricordato che l’anteriore deve essere bianca e la posteriore rossa, per permettere a chi incontra il ciclista di capire se si sta avvicinando o allontanando. Sempre per quanto riguarda la sicurezza, è necessario manutenere la bicicletta, specialmente tra una stagione e l’altra. Molto spesso il mezzo rimane in garage durante l’inverno, in attesa della bella stagione, e non possiamo sapere se tutto è rimasto come l’avevamo lasciato. Controllo freni, gonfiaggio degli pneumatici e la vite dello sterzo: sono solo alcune delle cose che bisogna tenere monitorate per garantire la sicurezza».

Andare assieme ai propri figli implica la scelte di percorsi sicuri e di difficoltà adeguata (depositphotos.com)
Andare assieme ai propri figli implica la scelte di percorsi sicuri e di difficoltà adeguata (depositphotos.com)

Con i genitori

Sì, alle pedalate con mamma e papà, ma sempre nell’ottica della crescita e del rispetto della sede stradale. Come ricorda Silvia, se presente, è bene sempre usare la pista ciclabile e quando si è impossibilitati bisogna procedere in fila indiana, ricordando di utilizzare i segnali di svolta.

Questo chiaramente comporta che il bambino sia già in grado di svolgere un gesto tecnico, se questa capacità non è ancora stata sviluppata, si può tranquillamente scendere e attraversare con le bici a mano, proprio come sulle strisce pedonali.

Nelle scuole di ciclismo si impara a guidare la bici e districarsi in svariate situazioni (foto Emilio Marina)

A scuola di ciclismo

Andando in bicicletta è facile appassionarsi ad uno sport come il ciclismo che ti permette di affrontare sempre nuove sfide. Se un bambino inizia ad interessarsi a questa disciplina, è semplice per le famiglie indirizzarlo nella giusta direzione

«La Federazione – conclude Silvia Epis – può aiutare i genitori a scegliere la scuola di ciclismo più adatta alle diverse esigenze. Sul sito c’è una sezione dedicata a questo argomento con tutta la mappa delle strutture italiane riconosciute. Chiaramente ogni scuola è specializzata in un’attività, in base alle possibilità. Chi ha i campi in tartan per la strada, chi i fettucciati per il fuoristrada e chi ha centri polivalenti con le piste. In ogni caso questo può essere davvero un punto di riferimento per i genitori che possono essere tranquilli nel portare i propri figli a pedalare in sicurezza, anche affiancati da tutor per giochi e apprendimento».

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