Pianificare una viaggio Gravel, un’uscita e una pedalata in una zona non conosciuta è più facile grazie a Komoot. L’ultima funzione specifica per il gravel e inserita nella piattaforma rende semplice l’interpretazione dell’itinerario in tutte le sue sfaccettature.
Eppure non è solo una questione di scoprire nuovi territori. Sì perché la precisione di calcolo e la ricchezza di informazioni mette su un gradino superiore anche gli itinerari disegnati in zone note. Medie orarie, grado di difficoltà e dislivelli (positivi e negativi da affrontare), tipologia di terreno e molto altro, tutti fattori utili anche quando si ha poco tempo a disposizione.
Al viaggio e la vacanza ci pensa Komoot
Komoot è con tutta probabilità la app più utilizzata per programmare viaggi, lunghe uscite in compagnia oppure da soli, per le vancanze in bici e per il bikepacking, o semplicemente per affrontare una salita mitica. Non scriviamo nulla di nuovo. Per il mondo road e per la mtb questa app è una certezza, affidabile e piena zeppa di informazioni, da utilizzare direttamente, oppure riportando il file del percorso sul dispositivo. L’aggiunta delle specifiche dedicate al gravel non fa altro che aumentare il profilo qualitativo di questo strumento (utile anche per chi fa trekking).
Quando immaginiamo un giro con la bici road su strade che non conosciamo, la gestione è più facile. I segnali e la cartellonistica, una parte dell’orientamento che man mano viene sviluppata dal ciclista, la maggiore semplicità con cui si possono reperire informazioni (anche se oggi è talmente facile programmare ed impostare un itinerario con i dispositivi mobili…). Quando si parla di off-road – in questo rientra anche il gravel e l’avventura in genere – è più difficile, o per lo meno quel senso di ignoto che pervade le emozioni ci lascia sempre qualche dubbio. La tecnologia ci viene in aiuto e una app come Komoot è l’esempio di quanto la modernità può essere bella.
L’utente è protagonista
La piattaforma è in costante evoluzione con lo scopo di essere sempre più precisa e di aggiornarsi in modo adeguato, perché anche le strade ed i sentieri cambiano. Qui si spiega l’utilizzo del sistema routing Komoot che si basa sui feedback della community.
Inoltre si avvale di una mappa interattiva dove compaiono anche le recensioni e le valutazioni. Ogni feedback è possibile da parte da ogni utilizzatore e utente Komoot che passa per quell’itineario, consigliato oppure creato ad hoc. Una sorta di navigatore personalizzato ed interattivo? In un certo senso sì.
In quanto tempo?
Dopo aver selezionato la disciplina ed il livello di allenamento (quest’ultimo è fondamentale per la qualità dell’esperienza in bici e rende ancor più precisa la costruzione del tracciato, soprattutto quando ci sono diverse strade a disposizione), si sceglie la destinazione. Siamo a circa 30 secondi (forse meno). Compaiono una serie di dettagli che ci fanno capire se accettare la proposta, oppure cancellare e ripetere. Dal grado di difficoltà alle diverse proporzioni tra asfalto, ghiaia, strade primarie, secondarie e sentieri. Il tutto con mappa cartografica dove è possibile consultare gli eventuali punti di interesse, anche tramite le fotografie più iconiche che appaiono in automatico.
Se volessimo creare un anello completo, con partenza ed arrivo nello stesso punto, con tutta probabilità raggiungiamo i 60 secondi, con un ventaglio di opzioni che si amplia notevolmente. Ci vuole qualche minuto in più nel caso in cui si volessero consultare tutti i percorsi disponibili della zona, che talvolta sono centinaia, ma ben categorizzati grazie ai diversi colori che aiutano ad interpretare il grado di difficoltà.
Mappe Komoot e mappe satellitari
La app, a prescindere dalla disciplina per quale viene utilizzata mette sempre a disposizione una visualizzazione della mappa, Komoot (tradizionale) oppure satellitare di tipo Mapbox. E’ interessante sottolineare che nel primo e nel secondo caso è sempre l’itinerario (e gli eventuali punti di interesse) che richiama la maggiore attenzione, grazie a colori e contrasti accentuati.
Banale? Decisamente no, soprattutto nell’ottica di chi non conosce il territorio e per facilitare chi è di passaggio, ma anche per chi il gravel lo interpreta combinando strade off-road a tratti di asfalto, anche nei pressi delle città metropolitane.
In conclusione
Con il passare del tempo Komoot è sempre più una app da pronti, partenza, via, una sorta di “detto e fatto”. Nonostante abbia implementato alcune funzioni, aggiungendone altre a favore della specificità richiesta dalle varie discipline (ma anche dai tanti modi di interpretare la bici), non ha perso quella semplicità e fruibilità di una “app di servizio”. La funzione gravel è l’esempio lampante di quello che stiamo scrivendo. E’ utile tanto al viaggiatore e passante, tanto a chi si ferma in una zona per un periodo più lungo e ha necessità di esplorare diversi tracciati gravel, può essere un punto di riferimento per l’agonista.
Per l’agonista? Numerosi portali dedicati alle competizioni gravel con classifica (le gare UCI ad esempio, ma anche alcune randonnée particolarmente impegnative) basano la costruzione del proprio percorso tramite la condivisione delle informazioni Komoot. Un semplice dettaglio? Decisamente no.