Abbiamo già avuto modo di presentare il progetto dell’Appennino Bike Tour, la grande ciclovia che in 44 tappe congiunge la Liguria con la Sicilia. La peculiarità di questo viaggio lungo ben 3.100 km è quella di andare nelle zone più interne della dorsale, alcune più note, altre meno. Quest’anno si sta inaugurando la segnaletica nord-sud (ed il prossimo anno sarà installata quella in direzione opposta) per cui diversi gruppi di cicloturisti hanno già iniziato a percorrerla. Tra di essi c’è quello di Fiab Genova che, pochi giorni fa, ha pedalato nel tratto dalla Val d’Arno, in Toscana, a Roccaraso, in Abruzzo. L’anno scorso avevano già coperto l’itinerario dalla loro Liguria sino ad Arezzo. Parola dunque al presidente di Fiab Genova, Romolo Solari, guida della… spedizione.
Partiti con treno+bici
«Siamo andati ad Arezzo con treno+bici ed abbiamo ripreso la traccia dell’Appennino Bike Tour da Subiano, quindi siamo saliti sui boschi del Casentino per svalicare nella Valle del Tevere ed entrare in Umbria. Fino a Spoleto è un percorso collinare, bello e caratterizzato da città d’arte come Città di Castello, Gubbio e Assisi. Da lì, con l’ex-ferrovia Spoleto-Norcia (che già da sola vale il viaggio) inizia la seconda anima di questo itinerario…».
Iniziano le montagne e i dislivelli, quelli dei Sibillini per salire alla Piana di Castelluccio. Poi le zone del terremoto con ancora i loro segni, alternati da panorami unici.
Dal 200 case a un solo B&B…
«Da Castelluccio si scende nella vallata del Tronto. Ad Illica prima del sisma del 2016 c’erano duecento case: ora c’è rimasta solo una fontana. Li siamo stati ospiti di Clementina e suo fratello che hanno avuto l’autorizzazione per far ripartire il B&B Lago Secco che gestivano. Lo hanno fatto nel loro orto, con un campeggio allestito su case mobili, dove accolgono gli escursionisti e i cicloturisti. A noi hanno preparato una grande padellata di gricia fantastica. C’è una rete che separa il loro orto dalla parte del paese che non c’è più e la loro voglia di rimanere sul territorio testimonia la rinascita di queste terre».
Superata Amatrice, il gruppo, composto da una decina di pedalatori, è salito al Lago di Campotosto per poi scendere verso Assergi, alle pendici del Gran Sasso. «In Abruzzo sei in un’altra dimensione – continua Romolo – A San Demetrio ne’ Vestini, ad esempio, c’è un laghetto bellissimo, il Lago Sinizzo. Col terremoto avevano paura si prosciugasse, invece hanno rinforzato le sponde e, a metà giornata, dopo aver fatto spesa al paese, ci abbiamo fatto il bagno. E poi ricordo poco lontano il Castello di Bominaco e il suo mastio, nel comune di Caporciano, in cui ci siamo divertiti a scattare qualche foto col drone».
Dal tartufo nero agli arrosticini…
Romolo dice che il bello di questo viaggio sull’Appennino Bike Tour è stata la varietà: dei panorami, delle persone e le loro parlate, della cucina («Siamo passati dal regno del tartufo nero a quello degli arrosticini, attraverso le amatriciane e le gricie»)… Ma ha anche ricordi vividi del tratto fatto la scorsa estate. «Lungo tutta la dorsale ci sono luoghi noti che vivono di turismo, specie in Toscana e in Umbria. Poi ce ne sono alcuni sconosciuti, come sull’Appennino tosco-emiliano. L’anno scorso siamo capitati a Roccapelago, nel Modenese, un paesino di 4-5 case, in cui hanno creato un Museo delle Mummie a seguito di un recente ritrovamento dei resti della rocca medievale, con cripte e corpi mummificati. Oppure a Villa Minozzo (Reggio Emilia), ci siamo imbattuti nel Museo del Maggio e nello spettacolo di teatro popolare ad esso collegato: i contadini del posto curavano i propri costumi e mettevano in scena rappresentazioni comiche ed irriverenti verso i potenti re del passato».
Percorsi da gravel
L’Appennino è così, pieno zeppo di queste perle. «Noi studiavamo la traccia e poi su Google Maps zoomavamo fino a trovare qualche indizio che poteva tramutarsi in cose simpatiche e interessanti come queste. Di solito sono iniziative patrocinate dai Comuni locali, i quali, per quanto piccoli, dispongono di una pagina web in cui vengono descritte».
Dal punto di vista tecnico i percorsi dell’Appennino Bike Tour sono per lo più asfaltati con alcuni tratti sterrati, per cui le bici più adatte sono le gravel e le bici da trekking o cicloturismo. Anche elettriche vanno bene. L’intera ciclovia è infatti disseminata di colonnine di ricarica (fornite di attrezzi per semplici riparazioni) messe a disposizione da Misura.