| 9 Maggio 2025

Food Valley Bike, in fila tra i sapori del Parmense

PARMA – L’Étape Parma by Tour de France che si è svolta domenica scorsa è stato un modo per valorizzare la cosiddetta Food Valley, ovvero il distretto del cibo che interessa il territorio parmense. Stiamo parlando di eccellenze note in tutto il mondo, dalla pasta Barilla al Parmigiano Reggiano, passando per i salumi e i vini.

Parallelamente ai due percorsi competitivi della Granfondo che si è svolta sotto l’egida del Tour de France, gli organizzatori hanno previsto due cicloturistiche gastronomiche: una al sabato, di 45 km che si è svolta a sud di Parma, verso Collecchio e visitando il Museo della Pasta ed il Museo del Pomodoro. Ed un’altra alla domenica cui abbiamo preso parte assieme a qualche centinaio di… golosi, su di un tracciato di circa 60 km, totalmente pianeggiante: la Food Valley Bike, appunto.

Davanti allo stabilimento della Barilla la Food Valley presenta il Percorso del Grano
Davanti allo stabilimento della Barilla la Food Valley presenta il Percorso del Grano

Con famiglie e bambini

L’idea che sta alla base di quest’ultima è semplice: si tratta di una ciclovia che raccorda le eccellenze enogastronomiche del territorio, sfruttando le piste ciclabili, che in completa sicurezza, portano dal centro di Parma alla campagna circostante. Stavolta verso nord, verso il Po. Una delle peculiarità di questo tracciato è che si pedala per gran parte su ciclabili riservate, anche fuori dai centri abitati. Questo è possibile grazie ai percorsi ricavati sugli argini dei fiumi e alla fitta rete di stradine secondarie che la Pianura Padana ha buon gioco da offrire. 

Per cui, dopo il via dal Parco Ducale, sotto lo stesso arco da cui un’ora prima erano partiti i competitivi, il gruppo si è mosso seguendo le orme delle guide del Levante Bike Team. Famiglie, bambini, bici gravel, e-bike, persino una bici con carrellino-rimorchio con dentro due cani… Tutti insieme appassionatamente abbiamo formato un lungo serpentone che, senza alcuna preoccupazione, ci ha portato fuori dalla città emiliana.

Anche un tocco di Eroica. Ognuno si è presentato nel suo stile. Qui siamo sugli argini del Fiume Enza
Anche un tocco di Eroica. Ognuno si è presentato nel suo stile. Qui siamo sugli argini del Fiume Enza

Il 31 maggio c’è L’ingorda

La prima sosta è stata fatta all’ingresso della Barilla, marchio che non ha bisogno di presentazioni: «Lo stabilimento è così grande – dice un nostro accompagnatore – che c’è persino un treno che vi entra dentro».

La tappa successiva è presso il Caseificio di Ramoscello, dove troviamo Nicola Cesari, giovane sindaco di Sorbolo Mezzani. Il giorno prima egli ha organizzato, per conto dell’Apt Emilia-Romagna, una pedalata riservata su questa stessa ciclovia. Riservata, nella fattispecie, ad una trentina di giornalisti provenienti da tutta Europa, che poi alla domenica hanno scelto proprio l’Étape Parma quale teatro di sfida per il proprio European Media Cycling Contest

La voglia di dare internazionalità a tutto il comprensorio, dunque, è forte e l’abbinamento bici+cibo può essere una chiave vincente in tal senso. Tra l’altro a tutti i giornalisti è stata data la maglia della manifestazione L’Ingorda che si terrà il 31 maggio prossimo ed è stato fatto percorrere loro il percorso lungo che prevede l’arrivo a Busseto dopo circa 80 km ed il rientro in battello sul Po (le nostre guide del Levante Bike che organizzano L’Ingorda ci dicono che occorre affrettarsi per prenotare i posti in battello, altrimenti ci sono i pullman). Il percorso che invece facciamo noi con le famiglie e cicloturisti ricalca quello della “mezza” Ingorda. Una volta arrivati alla Reggia di Colorno, infatti, rientreremo in bici su Parma. Ma andiamo con ordine…

Don Camillo e Peppone

Nel Caseificio di Ramoscello dove ci viene offerta qualche scaglia di Parmigiano Reggiano, vengono stipate una miriade di forme: «Solo qui ne produciamo circa 10.000 all’anno – ci dice un addetto – mentre calcolando tutto il Consorzio si arriva a 4 milioni l’anno».

Subito dopo il caseificio inizia un tratto della pista ciclabile su asfalto rosso (foto apertura), ben curato, e poco dopo aver superato il ponte sul Fiume Enza, costeggiamo i suoi argini con alcuni tratti sterrati. Si pedala in fila indiana per lasciare spazio anche ai camminatori o ad altri ciclisti in senso opposto, tanto che il serpentone si allunga in maniera sinuosa rimarcando le numerose anse del Fiume Enza.

L’argine dove pedaliamo noi è quello in provincia di Reggio Emilia, tanto che entriamo nel comune di Brescello. Questo toponimo ricorda ai meno giovani la saga di Guareschi su Don Camillo e Peppone, tanto che quando raggiungiamo la Corte San Giorgio, una corte ora restaurata che in passato ospitava fino a 60 famiglie, ci viene spiegato che proprio qui vi sono state girate alcune scene dei film che hanno trasposto cinematograficamente le vicissitudini del prete cattolico e del sindaco comunista. Nel circolo di Coenzo ci sono proprio le statue di Gino Cervi e Luis Fernandel, gli attori che hanno reso immortali i due personaggi.

Le statue di Peppone e Don Camillo presso l’abitato di Coenzo, frazione del comune di Sorbolo Mezzani
Le statue di Peppone e Don Camillo presso l’abitato di Coenzo, frazione del comune di Sorbolo Mezzani

La reggia di Colorno

A pochi metri da Coenzo c’è poi il Museo Etnografico “Casa delle Contadinerie” in cui vengono raffigurati gli ambienti e i mestieri di una volta. Qui ci rinfreschiamo con un ottimo Mavasia e ripartiamo alla volta dell’Acquario del bacino del Fiume Po. Può sembrare strano da queste parti, ma al primo piano di un piccolo stabile c’è un vero e proprio acquario con i pesci di fiume ed anche quelli dei laghi appenninici…

Il gruppo si divide per un breve tratto: chi ha la mtb o la gravel, come noi, può “uscire” dalla Food Valley e percorrere per circa 1 km l’argine del Parma Morta, con tratti in un suggestivo tunnel nel verde dal fondo neanche troppo sconnesso.

Un affaccio sul Po all’altezza del porto fluviale di Mezzani e ci dirigiamo verso Colorno, dove il gruppo rimane colpito dall’imponenza della reggia che Napoleone fece assurgere al rango di Palazzo imperiale. Dopo la sua morte e dopo il Congresso di Vienna, passò alla sua seconda moglie, Maria Luisa d’Asburgo, che vi fece costruire un ampio giardino alla francese, dove ci concediamo una bella foto di gruppo.

Rientro al Parco Ducale

La pedalata volge infatti sulla via del ritorno verso Parma, regalandoci l’ultima visuale dell’Abbazia di Valserena che spunta isolata nell’aperta campagna.

Le ciclabili della periferia parmense ci consentono un sicuro rientro nel Parco Ducale, dove ritroviamo, medaglia di partecipazione al collo, chi ha concluso i percorsi de L’Étape. Alla fine, del resto, sia gli amatori che i cicloturisti, si ritrovano con le gambe sotto al tavolo del ristoro finale a mangiare la pasta al pomodoro. Ovviamente condita con del buon Parmigiano…

L’Étape Parma by Tour de France