Ci saranno tanti vip, sabato all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola dove torna la grande festa a due ruote del Suzuki Bike Day. Tra loro spicca anche la delegazione della Federazione Sport del Ghiaccio guidata da Stefania Constantini. Una campionessa assoluta, capace con le sue imprese (soprattutto quella ai Giochi Olimpici di Pechino 2022) di far appassionare anche chi prima guardava al curling come a una strana disciplina di gente che tira una pietra sul ghiaccio e altra gente che passa la scopa davanti ad essa…
Invece il curling è uno sport vero, amatissimo in più latitudini (soprattutto nel Nordamerica e in Scandinavia), che ha una forte attinenza con il ciclismo anche se non si direbbe. La presenza della Constantini non è casuale perché il suo rapporto con la bicicletta è molto stretto, è uno strumento di lavoro quasi come aveva raccontato un altro grande campione del ghiaccio, un’altra stella attesa a Milano/Cortina 2026, Davide Ghiotto.
«Noi viviamo una stagione di gare molto lunga, che va dall’autunno alla primavera e la bicicletta riempie le nostre settimane di preparazione estiva. Iniziamo a maggio e andiamo avanti fino ad agosto, in quelle settimane la bicicletta è un’amica inseparabile. Io poi abito a Cortina e per me è importante anche perché mi dà un senso di libertà dopo mesi trascorsi sul ghiaccio, accumulando la normale tensione agonistica».
La bici quindi quanto influisce sulla vostra preparazione?
Moltissimo. La nostra è una preparazione completa, lavoriamo molto in palestra ma anche dal punto di vista metabolico, all’aperto. Alterniamo ripetute di corsa o ripetute di bici o anche uscite di 1-2 ore. Proprio l’anno scorso ho comprato una nuova bicicletta per riuscire ad allenarmi sempre di più all’aperto, anche perché passiamo tanto al chiuso nei palazzetti e per me è importante sfruttare tutto il tempo a disposizione quando la stagione lo consente per godermi l’aria aperta delle mie zone.
Preferisci utilizzare la bicicletta da strada o la mountain bike, visto che sei in una zona dove la bici fuoristrada comanda?
Io ho sempre avuto la mountain bike, non ho la bici da corsa, anche se sarebbe molto comoda. Sfrutto di più la mountain bike, perché anche in un paesaggio di montagna è facile trovare sentieri nuovi da scoprire col telefono, anche per me che sono di queste parti.
E’ più utile per il tipo di disciplina che pratichi il ciclismo o la corsa a piedi?
In realtà non cambia molto. Il nostro obiettivo è quello di lavorare sul metabolismo, alzando la frequenza cardiaca. La differenza non è tanto il metodo che utilizziamo, ma più il come facciamo l’allenamento, ad esempio ripetute di un’ora: 20 secondi di lavoro al 100 per cento, 40 secondi con un ritmo più basso, 20 secondi di nuovo di lavoro al massimo e 40 secondi di ritmo più basso. Un sistema che va anche a modificarsi: 30 secondi di lavoro, 30 di pausa, 30 di lavoro, quindi noi questo tipo di allenamento lo portiamo sia in bicicletta che con la corsa.
Al di là dell’allenamento, per te la bicicletta che valore ha?
Sicuramente la bicicletta è un mezzo comodissimo, per esempio qui a Cortina dove vivo io, è comoda per tutto. E’ un mezzo di trasporto che tra l’altro ti tiene in salute, per me ha anche un valore di svago. Io ho sempre usato la bicicletta anche da piccola, per muovermi quando si andava al mare. E’ il momento in cui semplicemente si è liberi, da soli con la propria bicicletta, con l’aria che ti viene incontro. E’ il massimo.
C’è una certa commissione tra gli sport del ghiaccio e il ciclismo? Sono effettivamente tanti i campioni di sport del ghiaccio che utilizzano la bici, alcuni anche agonisticamente come ad esempio nel pattinaggio di velocità…
Ci sono sport invernali di ghiaccio che sono molto legati anche alla bicicletta, proprio i pattinatori su pista lunga la usano per allenarsi ma alcuni fanno anche la doppia attività. Nello specifico noi del curling la utilizziamo forse un po’ meno di loro. So però che nella squadra maschile ci sono dei ragazzi che la utilizzano molto, tanto che alcuni di loro hanno fatto anche forse qualche gara amatoriale. E’ una fatica diversa dal nostro sport, più lunga, che si svolge in più ore di gare, quindi ci vuole anche resistenza, mentre la nostra fatica è ripetuta nel tempo. Richiede un grande sforzo mentale.
Perché la tua presenza al Suzuki Bike Day?
Per me l’evento che si terrà a Imola con Suzuki sarà innanzitutto un momento in cui si potrà valorizzare quella che è la vera essenza della bicicletta perché comunque, come dicevo prima, è un mezzo che permette innanzitutto di tenersi in salute, ma anche di rispettare l’ambiente. Siamo stati invitati a partecipare e ci andremo molto molto volentieri anche per sostenere Suzuki che è un nostro sponsor.
Quanto si è diffuso il Curling e la sua conoscenza, soprattutto dopo la tua vittoria alle Olimpiadi?
La vittoria mia e di Mosaner ha sicuramente aiutato il nostro sport a essere più conosciuto, perché prima tante persone non sapevano neanche cosa fosse, mentre adesso capita di viaggiare al Sud Italia e vedere tante persone che ci riconoscono e ci chiedono lumi sul nostro sport. Poi anche i risultati ottenuti dopo le Olimpiadi hanno contribuito a dare slancio a questo sport. La mia speranza è che possa continuare a crescere nel tempo, che le prossime Olimpiadi siano l’ulteriore motivazione per cercare di allargare il bacino dei ragazzi che iniziano a provare questo sport che secondo me è molto appassionante.
Ma hai la sensazione che la tua vittoria, unita anche ai risultati ottenuti dalla nazionale maschile, abbia un po sdoganato anche dal punto di vista culturale questo sport che prima era visto come un gioco?
Adesso è qualcosa di diverso, ci sono numeri maggiori di praticanti, soprattutto nelle giovani generazioni, rispetto a quando ho iniziato. Il nostro sport viene anche più rispettato, viene più capito e soprattutto, una volta che le persone vengono a vederci, ci dicono sempre: «Cavolo, in televisione sembrava più difficile, sembrava più facile, non sembrava così faticoso». Noi vogliamo stimolare la curiosità di venire a provarlo. Magari arrivando in bici…