L’edizione 2025 dell’evento Enjoy Stelvio Valtellina – Passo Spluga Bike Day ha fatto contare numeri da record sulla salita simbolo della Valchiavenna che unisce Italia e Svizzera. 7.500 ciclisti sono transitati sui due versanti, per la prima volta infatti le strade sono state chiuse al traffico veicolare anche sul versante svizzero. Da una parte la salita iniziava da Campodolcino, dall’altra parte dal paese di Splugen. Tornanti, salita e tanto divertimento che ha permesso ai cicloturisti che non vi erano mai stati di godere di tutte le bellezze di una scalata inedita. Chi invece vive e percorre abitualmente queste strade, le ha potuto ammirarle nella loro purezza, lontane dal traffico.
«I passaggi – racconta Filippo Pighetti, direttore del Consorzio turistico della Valchiavenna – sono più che raddoppiati rispetto allo scorso anno, complice la collaborazione e il confronto con gli enti per la promozione turistica svizzeri. Avere questa apertura da entrambi i versanti ha permesso ai partecipanti di poter esplorare in sicurezza un’area più vasta della Valchiavenna con giri ad anello e altre attività. Per fare ciò abbiamo voluto estendere di due ore la chiusura al traffico veicolare, che è partita alle 8 del mattino ed è terminata alle 14».

Una via da valorizzare
Il Passo dello Spluga è tornato al centro dell’interesse turistico, culturale ed economico, e ha potuto farlo grazie al turismo lento. La bicicletta in questo contesto di valorizzazione è una delle ultime arrivate, ma la sua spinta è stata fondamentale.
«Sono ormai venticinque anni – prosegue Filippo Pighetti – che i due consorzi turistici, il nostro e quello svizzero, lavorano nella stessa direzione. Una via come quella dello Spluga ha un’importanza unica per noi e la bicicletta è stato il mezzo che ha maggiormente contribuito alla valorizzazione di essa e di tutta la Valchiavenna. Siamo partiti da alcuni eventi agonistici come il Giro d’Italia Under 23 nel 2020 (la gara a tappe più importante riservata alla categoria che fa da anticamera al professionismo, ndr). L’anno successivo abbiamo ospitato l’arrivo di tappa del Giro d’Italia dei professionisti all’Alpe Motta e poi ancora il Giro Under 23».
Quanto sono stati importanti per voi queste manifestazioni?
Tanto. Lo sport professionistico, in particolare il ciclismo, permette di valorizzare il territorio. Le imprese dei grandi campioni dello sport rendono uniche certe strade. Noi siamo stati bravi e fortunati a legare il nome dell’Alpe Motta a quello di Damiano Caruso, uno dei ciclisti italiani più apprezzati e amati dal pubblico.
Da lì è nata anche la spinta per creare eventi collaterali?
C’era già e qualcosa abbiamo fatto in passato. Ad esempio quest’anno è partita la sesta edizione di “Spluga da Capogiro”. Si tratta di una chiusura al traffico veicolare del tratto della salita che porta da Campodolcino a Madesimo. Ma ci siamo mossi, grazie anche all’arrivo di Giulia Guanella nel nostro staff, per creare sempre più servizi a misura di ciclista e cicloturista.
Senza dimenticare il recente Tour de Suisse, passato dallo Spluga e arrivato da voi a Piuro.
Vedere dalla televisione e ammirare la bellezza della salita a pochi giorni dall’evento di domenica è stato qualcosa di bellissimo. Gli appassionati hanno potuto ammirare qualcosa che poi sono venuti a toccare con mano.
La provincia di Sondrio, della quale fate parte, è estremamente attenta al turismo ciclistico.
Abbiamo sicuramente guardato a chi è più bravo di noi, quindi alla parte della Valtellina che comprende Stelvio e Gavia, ma ci siamo mossi realizzando i nostri progetti. La Valchiavenna ha sempre lavorato tanto con il trekking, anche nelle operazioni transfrontaliere. Ma anche la bici ci sta dando tante soddisfazioni.
Numeri alla mano è evidente…
Vero, ma il tutto va al di là dei numeri. Da qualche anno stiamo lavorando per rendere Chiavenna e tutta la nostra valle meta di turismo lento e sostenibile. Esiste un modo diverso di far vivere la montagna ed è attraverso iniziative come queste e quelle legate al trekking.
Lo spirito dello sport è quello di condividere.
Lo si è notato in passato e lo si è potuto fare anche domenica scorsa nell’occasione dell’Enjoy Stelvio – Passo Spluga Bike Day. Si conoscono persone diverse, ci si ferma a fare una foto e ad ammirare il panorama.
Come continuerete questi progetti di collaborazione con la Svizzera?
Lavoriamo insieme da ormai 25 anni. Il tema della cooperazione è importantissimo e abbiamo fatto tanti eventi legati a progetti Interreg e ne faremo tanti altri. La cosa più bella è il senso di appartenenza dei cittadini. Anche chi non ha pedalato si è riversato sulle strade per guardare e per dare una mano come volontario. Avere questo tipo di sostegno ci permette di guardare avanti con tanta fiducia.