La bici questa settimana è protagonista assoluta a L’Aquila, attraverso l’iniziativa voluta dal Comitato Provinciale del Csi e articolata su più piani, tutti tesi a dare un’immagine diversa non solo della città, ma di tutto quel che il capoluogo abruzzese può dare. Il primo intendo dell’iniziativa è rivolgersi a un pubblico il più vasto possibile, coinvolgendolo in varie iniziative, due in particolare previste entrambe per domenica 19 maggio.
La prima è la terza edizione della “L’Aquila in Bici”, con partenza dall’Aeroporto dei Parchi di Preturo per arrivare all’Area Archeologica di Amiternum e poi tornare. La seconda è una novità assoluta, “L’Aquila Città Territorio”, una ciclopedalata di 60 chilometri che si sviluppa attraverso i comuni limitrofi al capoluogo per dare un’immagine diversa di tutta la zona. E’ chiaro che l’iniziativa assume un significato particolare se la si collega al terremoto del 6 aprile 2009, che distrusse gran parte della città con oltre 300 morti e 1.600 feriti. A 15 anni di distanza L’Aquila è una città ancora ferita, anche se piano piano sta risorgendo.
«Noi siamo impegnati da anni per la riqualificazione del territorio ma soprattutto per farlo conoscere – spiega il Presidente del Csi L’Aquila Luca Tarquini – non solo in città perché L’Aquila ha un patrimonio tutto da scoprire e la nostra iniziativa vuole portare sempre più gente a scoprire bellissimi angoli nascosti al normale cicloturismo. Il percorso della ciclopedalata è disegnato attraverso i Comuni di Pizzoli, Barete, la Piana di Cascina a Cagnano Amiterno, la Panchina Big Bench al Valico del Cantero, la frazione di Preturo, il Comune di Scoppito e la frazione di Sassa. Anche chi parteciperà ad essa potrà visitare la bellissima area archeologica di Amiternum. E’ la maniera migliore per farsi un’idea di quel che significa L’Aquila nel suo complesso».
Le vostre iniziative sono supportate da guide?
Certamente, sono istruttori che abbiamo formato noi e che oltre ad accompagnare i partecipanti forniscono ragguagli su quel che vedono. Proprio nell’idea di far conoscere da vicino e profondamente tutto il territorio ma anche di coinvolgere al massimo chi partecipa. Un esempio è la nostra L’Aquila in Bici, dove al fianco della pedalata di 6 chilometri abbiamo previsto bike park, animazione, abbondante ristoro finale perché deve essere un’occasione per divertirsi, per passare una giornata d’inizio bella stagione all’aperto, godendosi la natura e scoprendo un po’ di più tutto quel che ci circonda.
La vostra iniziativa assume un’importanza maggiore considerando proprio il contesto non solo paesaggistico, ma anche storico. L’Aquila sta rinascendo con un occhio privilegiato verso la mobilità sostenibile. E’ un cambiamento del quale voi che siete del posto siete testimoni?
Sì, tenendo conto di tutti i limiti che il territorio impone e che non sono legati alle vicende del 2009. L’Aquila è una città su un territorio certamente non pianeggiante. Spostarsi in città con la bici non è semplice, anche se l’amministrazione locale sta facendo tanto nel disegno urbanistico pensando alle piste ciclabili, ma molte strade sono strette, inoltre c’è sempre un certo dislivello da considerare. Per questo le bici a pedalata assistita sono ideali in un territorio come quello aquilano, se consideriamo la bici come mezzo quotidiano di spostamento. Anche per questo abbiamo pensato a un’iniziativa che allargasse la prospettiva, per coinvolgere soprattutto i bambini facendoli pedalare in un territorio accessibile.
La situazione della città è realmente in fase di sviluppo? C’è chi dice che siamo ancora lontani da una città risorta a pieno titolo…
Io non sono propriamente aquilano ma conosco la sua storia recente. E’ vero, per i primi 8 anni è stato fatto molto poco, ma basta vedere com’era la zona storica dopo il sisma e com’è adesso. E’ una città risorta, tanto è stato fatto anche se ci sono zone dove bisogna ancora lavorare molto per rimetterle in sesto completamente. Ma non è un caso se L’Aquila è stata capitale europea dello sport nel 2022 e sarà capitale della cultura nel 2026. Le strutture ci sono e tante associazioni, compresa la nostra, s’impegnano per offrire occasioni di confronto, iniziative a sostegno della ciclabilità. L’Aquila è una città che ormai si è rialzata, questo possiamo garantirlo.
Considerando le difficoltà geografiche di cui sopra, considera L’Aquila una città per cicloturisti e si è strutturata per questo?
Sicuramente sì, c’è tanto da vedere e per questo il mercato cicloturistico è in deciso aumento. Nel tempo sono sorti ad esempio molti B&B che possono accogliere anche cicloturisti. Tanti vengono a L’Aquila spinti anche dalla curiosità per capire come la città si è ripresa, scoprendo molti luoghi famosi e ricchi di storia, non solo la Basilica di Collemaggio con il suo splendido e celeberrimo rosone che è anche nella nostra maglia ricordo dell’iniziativa di domenica a campeggiare sulle cime del Gran Sasso.
Quanti partecipanti contate di avere per domenica?
Difficile fare una stima, considerando che la ciclopedalata è al suo esordio ma saranno sicuramente centinaia. Offriremo 3 ristori lungo il percorso e uno alla fine. Racconteremo la bellezza e la storia del nostro territorio e siamo sicuri che in tanti torneranno, perché una delle forze di queste zone è anche che ci sono tantissimi percorsi a disposizione, sia su strada che offroad, immersi nella natura, ricchi di occasioni di divertimento. Quello di domenica può essere un primo approccio.