Dici Tonino Scarpitti e pensi al Giro Sardegna. Dal 25 aprile al 1° maggio si terrà l’edizione numero 29 per questa settimana che è un’istituzione nel ciclismo amatoriale. Si tratta di una gara a tappe a tutti gli effetti, con i formati GranGiro e MedioGiro. Ed ora c’è anche la gravel, addirittura con una tappa delle UCI Gravel World Series, in calendario per il 25 aprile a Siniscola (Nuoro). Ma c’è spazio anche per il cicloturismo più schietto, quello senza l’assillo del cronometro.
Raggiungiamo al telefono Scarpitti al tramonto perché… «Durante il giorno capita che sono in bici a godermi la mia Sardegna».
«Oramai il Giro Sardegna è una gara con cronometro e classifiche – spiega – ma è da quando l’ho iniziato che voglio farlo diventare molto più tranquillo, più cicloturistico. Questo perché credo molto nel cicloturismo, specialmente in un posto come la Sardegna. Però per un sacco di motivi devo dire che poi la gente che viene qua vuole gareggiare. Ad esempio l’anno scorso su 520 partecipanti i cicloturisti erano una settantina».
Tralasciamo l’aspetto agonistico e parliamo del format cicloturistico. Com’è cambiato in tutti questi anni?
Due cose: una è la bici assistita che prima non c’era e che invece sempre di più continua a esserci, e l’altra sono le donne che continuano a aumentare. Loro preferiscono fare passeggiate e fermarsi per fare foto e ciò crea qualche problema con chi invece ha le e-bike e le spinge al massimo. Allora quest’anno ho deciso che il Tour cicloturistico sarà diviso in tre parti: uno solo con bici muscolari, uno solo con bici a pedalata assistita e uno in gravel.
Andranno quindi ognuno per conto proprio?
L’idea sarebbe di assegnare delle guide per ciascun gruppo, anche se poi immagino sarà difficile tenerli separati. E nemmeno giusto. Io non vorrei tenerli separati ma l’importante è che chi ha la bici elettrica capisca che non può andare a 25 all’ora in salita e staccare gli altri di un’ora, creando dei problemi logistici. La prima tappa la faranno tutti insieme, poi i miei collaboratori vedranno come gestire i gruppi. Ripeto, per me lo stare insieme è fondamentale.
Le iscrizioni si chiudono il 28 febbraio. Quanti iscritti avete al momento?
Al Giro Sardegna circa 400, al Tour cicloturistico circa 50-60. L’intenzione è quella di far stare tutti bene come di norma stanno tutti bene quelli che praticano cicloturismo. In Sardegna a fine aprile è caldo, tutti hanno la divisa estiva, ci si ferma, si fa a volte anche il bagno (specialmente gli stranieri, gli italiani un po’ meno). Lo spirito è quello di venire qui per fare quello che uno vuole e come uno vuole, ovviamente se si sta assieme è meglio e questo è quello che di norma succedeva prima dell’avvento di queste bici assistite.
Si pedala in paesaggi unici. Quali sono i posti più belli che vedranno i partecipanti quest’anno?
Quella è una zona strepitosa. Le strade della gara sono quasi tutte interne, mentre per il Tour cicloturistico si spazia dalle famosissime spiagge di Budoni, San Teodoro, Capo Coda Cavallo. Si arriva quasi fino a Olbia, mentre a sud fino ad Orosei. Capiterà di lasciare la Nazionale per fare una deviazione di 2 km e andare a vedere una spiaggetta, poi si torna indietro e se ne va a vedere un’altra. Poi c’è la parte montana che non è molto difficile da fare, però è particolare. Con paesetti piccolini, interessanti.
Anche il gravel è una novità degli ultimi anni. Cos’ha comportato per il Tour?
Loro sono i più… fortunati perché possono stare con quelli che vanno su strada, ma io consiglio loro un paio di escursioni in Costa Smeralda perché ci sono sterrati che gli stradisti non hanno mai fatto. Sempre se lo vorranno provare perché poi non posso che ripetermi: qui ognuno viene per fare quello che vuole e che poi gradisce.
Che costi ci sono per partecipare al Giro Sardegna?
La quota d’iscrizione al Tour è di 150 euro (200 euro se il ciclista decide di scegliere autonomamente la propria logistica per il pernottamento). In più ci sono i costi per l’hotel in pensione completa (120 euro a notte per sei notti). Per arrivare qua ci sono anche delle convenzioni sui traghetti grazie ad un’agenzia che ci fa prezzi per gruppi. Per cui, insomma, con meno di 1.000 euro uno si fa una settimana in Sardegna alla grande, nel mese di aprile che qui è il periodo migliore dell’anno perché è tutto verde e non fa freddo. È il paradiso terrestre, come si suol dire.