Cantilovers è un progetto nato quasi per gioco da un gruppo di amici di Fucecchio, vicino Firenze. Hanno iniziato a ridare vita a delle MTB anni ‘90, rigorosamente con i vecchi freni cantilever e cavi a vista. Niente freni a disco, niente telai in carbonio, solo acciaio, gomme larghe e tanto cuore.
Da lì la cerchia degli amanti dei “cancelli” si è allargata sempre di più grazie a social ride, eventi e comunicazione. Abbiamo contattato uno dei primi Cantilovers, Massimiliano Fierli, per farci raccontare da dov’è nata quest’idea e, soprattutto, dove vuole arrivare in futuro.


Come è nato questo progetto?
Nasce un po’ per caso, come tante cose belle. Ufficialmente due anni fa, anche se la scintilla era scattata già due anni prima, quando tra un po’ di amici di Fucecchio ci siamo scoperti a restaurare “cancelli” anni 90, con l’idea di sfruttare quei telai anche nel gravel. Eravamo amici da sempre ma ci eravamo un po’ persi di vista e grazie alle bici ci siamo ritrovati. Così abbiamo deciso di provare a rivalutare il nostro territorio con altre finalità rispetto alle solite, cioè puntando al riuso e al riciclo. Da lì ci siamo uniti a diverse piccole realtà del paese e abbiamo iniziato ad organizzare delle social ride con questo stile.
Tutti con le MTB vintage?
E’ una domanda che ci siamo posti da subito. Alla fine abbiamo deciso di aprire i nostri giri a tutti i tipi di bici, anche se ovviamente consigliamo di portare le vecchia mtb. Le nostre ride sono un pretesto per passare una giornata assieme e visitare realtà locali come piccoli festival. Comunque ogni volta arriva qualcuno di nuovo e lo zoccolo duro degli amanti del vintage si allarga. Cosa che ovviamente ci fa molto piacere.


Ma cos’hanno di così affascinante i freni cantilever?
Il bello di queste bici è che basta avere un’infarinatura di ciclomeccanica e riesci sempre a cavartela in ogni situazione. E’ un omaggio alla semplicità, agli anni in cui anche le MTB erano dei mezzi in cui tutti potevano mettere le mani. Poi col tempo ci siamo appassionati anche a quei telai che hanno delle colorazioni incredibili, ci si è aperto un mondo. Ma c’è anche una componente importante a cui teniamo molto, quelle del riuso e del riciclo di mezzi che sono ancora assolutamente validi per pedalare. E le persone quando ci vedono con in giro con i nostri “cancelli” quasi si stupiscono, si interessano, ci fanno domande. Col risultato che magari poi vanno a cercare online delle bici usate per restaurarle a loro volta.
Secondo te c’entra una più generale nostalgia degli anni ‘90 che si nota anche in altri ambiti?
Forse sì, ma non è stato fatto di proposito. Diciamo che siamo arrivati nel momento giusto, nel senso che abbiamo intercettato quest’onda più generale che stava passando in Italia e nel mondo. Siamo tutti nati tra la fine degli anni ‘70 inizio e l’inizio degli anni ‘80, quindi gli anni ‘90 li abbiamo vissuti in pieno.


Un po’ alla volta siete cresciuti tanto che a settembre 2024 avete organizzato la Cantilovers Bike Fest. Com’è andata?
L’abbiamo fatto senza aspettarci chissà cosa, aperti a diversi scenari. Per noi quella due giorni era un test per capire se riuscivamo a far star bene tutti quelli che venivano, fare due chiacchiere con ognuno. Eravamo in tutto una trentina di persone e per noi è stata già una vittoria.
Infatti l’avete riproposta anche nel 2025…
Quest’anno siamo arrivati a 50 partecipanti e anche con meno sforzo di quanto pensassimo. L’abbiamo impostata come una social ride, in modo molto semplice, anche senza fare pubblicità sui social. I numeri sono comunque aumentati, quindi significa che la voce si è sparsa. Per noi è anche un modo per far conoscere Fucecchio, un luogo molto interessante per pedalare, ma che conoscono in pochi.
A proposito di Fucecchio, a fine Novembre avete aiutato ad organizzare proprio lì la prima data di G.Round
Abbiamo iniziato a collaborare con loro già l’anno scorso. Così quest’estate, quando dovevano essere presentate le tappe, abbiamo proposto Fucecchio, che è stata accolta con grande entusiasmo. E’ stato un grande successo, abbiamo visto un sacco di facce sorridenti. Per noi è stato di nuovo un test con numeri del genere, cioè 250 iscritti. Abbiamo imparato molte cose e allo stesso tempo ci abbiamo messo del nostro, cercando di portare lì tutto quello che avremmo voluto trovare in un evento simile. E secondo me ci siamo riusciti.




Quali soni i prossimi appuntamenti?
Per questo inverno saranno sempre legati a G.Round, con la data di fine gennaio a Parma e poi a fine febbraio a Padova. Noi ovviamente parteciperemo con le nostre bici vintage, e chiederemo a più persone possibile di fare lo stesso. Poi abbiamo anche un altro progetto legato al territorio a cui stiamo lavorando.
Quale?
Vorremmo aprire una ciclofficina, stiamo aspettando un bando del Comune di Fucecchio che ci dia i fondi necessari. Ci piacerebbe usarla per tenere dei corsi di ciclomeccanica aperti a tutti, dare un servizio alla cittadinanza. In più vorremmo usarla anche come hub dove presentare libri e organizzare eventi. Vorremo dare il nostro contributo per animare il paese e la ciclofficina popolare ci sembra la strada giusta. La nostra zona ha sempre vissuto molto di ciclismo agonistico, ma forse è il momento di trasmettere anche un’altra visione. La bici non solo come mezzo sportivo, ma come uno strumento per aiutarci ad uscire da molti dei problemi della modernità.







