SibaritideSibaritide

| 28 Dicembre 2025

Fuga dall’inverno. Conoscete la Sibaritide? Perla della Calabria

Fuga dall’inverno, il nostro viaggio continua sulla Costa ionica. E così, dopo aver pedalato a Montalbano Jonico, oggi ci spostiamo verso ovest, in Calabria, più precisamente nella regione storica della Sibaritide. Alla fine ci spostiamo di un centinaio (scarso) di chilometri verso Sud Ovest.

La Sibaritide è una delle aree più affascinanti e storicamente dense del Mezzogiorno italiano. Situata in Calabria, sul versante ionico settentrionale della provincia di Cosenza, E’ una vasta pianura alluvionale incastonata tra il massiccio del Pollino e quello della Sila (in apertura foto Paese 24).

La culla della Magna Grecia

Il nome deriva da Sibari, una delle polis più ricche e potenti del mondo antico, fondata dagli Achei nel 720 a.C. La leggenda del lusso nasce qui: gli abitanti, i Sibariti appunto, erano famosi già nell’antichità per la loro estrema ricchezza e per uno stile di vita dedito al piacere e alla comodità, tanto da dare origine al termine “sibarita”.
Noi stessi abbiamo avuto modo di ammirare bellezze e opulenza nel Corigliano di Rossano Calabro.

Restando in temi storici, oggi è possibile visitare Sibari, la cittadina che dà il nome all’intera area, suddivisa in tre città sovrapposte: la Sibari arcaica, la Thurii ellenistica e la Copia romana. Tre stili, tre ere inconfondibili ma strettamente legate tra loro, che rendono Sibari un autentico scrigno del tempo.

Sibaritide
Una splendida foto della costa. Sullo sfondo il Pollino che protegge dalle correnti più fredde
Sibaritide
Una splendida foto della costa. Sullo sfondo il Pollino che protegge dalle correnti più fredde

Non solo pianura e mare

La Sibaritide non è solo pianura e mare, ma un ecosistema estremamente variegato. Partendo dalla costa, vanta spiagge grandissime: chilometri di litorali ampi e sabbiosi bagnati dal Mar Ionio, come Marina di Sibari, Laghi di Sibari e Schiavonea.

Andando verso l’interno si incontra la Riserva Naturale della Foce del Fiume Crati, un’area protetta fondamentale per la sosta degli uccelli migratori e perfetta per il birdwatching.

Infine, salendo verso le colline che gradualmente diventano montagne appenniniche, ecco i borghi d’altura. Il più grande è Rossano Calabro, ma anche Cassano allo Ionio, con le sue famose Grotte di Sant’Angelo, non è da meno.

Rossano, nota come “La Bizantina” per il suo inestimabile patrimonio d’arte orientale, domina la pianura dall’alto. Da lassù la Sibaride si comprende fino in fondo, se ne coglie il DNA, che ruota attorno alla sua pianura: la più vasta del Sud Italia. Un DNA non solo storico, ma anche agricolo. E’ infatti questa la patria delle clementine, arance dolcissime e rigorosamente senza semi.

E la liquirizia? A Rossano si trova la celebre Amarelli, che produce una delle liquirizie più pregiate al mondo dal 1731. Una visita al museo aziendale vale davvero la pena: oltre a scoprire questa radice così particolare e gustosa, si fa un autentico tuffo nella storia della Calabria ionica.

Sibaritide
Tutta la tradizione tra le vie di Rossano Calabro…
Sibaritide
Tutta la tradizione tra le vie di Rossano Calabro…

La Sibaritide e la bici

Ora non resta che unire tutto questo con la bici. La Sibaritide è un territorio perfetto per il cicloturismo, soprattutto in questo periodo dell’anno. La Sila e ancor più il Pollino proteggono questo fazzoletto di terra dai venti più freddi: è davvero raro, in inverno, trovare temperature inferiori ai 15 gradi.

La pianura sibarita offre percorsi rilassanti e scorrevoli, mentre le colline circostanti regalano sfide panoramiche con viste mozzafiato sullo Ionio.

Pensando a una rapida fuga dall’inverno, magari un weekend lungo, abbiamo ideato un itinerario ad anello di tre giorni con base a Rossano. Si può affrontare tranquillamente anche in due, ma essendo vacanza lo abbiamo suddiviso in tre frazioni.

Il percorso, anzi i percorsi, sono pensati per una bici da cicloturismo o gravel, alternando asfalto, strade secondarie e qualche sterrato leggero.

Sibaritide
Anche d’inverno il clima è sempre buono e la pianura invita a pedalare (foto Komoot)
Sibaritide
Anche d’inverno il clima è sempre buono e la pianura invita a pedalare (foto Komoot)

Liquirizia, pesce e colline

Il primo giorno è dedicato alla liquirizia. Si parte e si arriva a Rossano Calabro e i punti da toccare sono due: Schiavonea e i Laghi di Sibari. Si tratta di un anello pianeggiante di poco più di 55 chilometri.

La prima tappa obbligatoria è il Museo della Liquirizia Amarelli. Da lì si punta verso il mare in direzione Schiavonea, borgo marinaro di Corigliano, famoso per il suo mercato ittico. Dopo aver gustato un piatto di pesce preparato sul posto, si riparte verso i Laghi di Sibari. Una volta a Sibari, vale la pena visitare i resti della città greca e romana. Il rientro a Rossano avviene attraverso strade interpoderali: un viaggio immerso tra agrumeti e profumi intensi.

Il secondo anello parte e arriva ancora a Rossano. Stavolta però compaiono alcune salite, o meglio, dolci salitelle, come quelle che portano a Corigliano Calabro. Il suo centro storico è uno spaccato di storia, mentre il Castello Ducale offre una veduta unica sulla piana. Visitandolo si comprende fino in fondo perché questa fosse davvero la terra del lusso.

Prima di scendere verso Rossano, se si ha voglia, si può restare ancora un po’ in cresta. Ancora una volta sono le piantagioni di clementine a fare da sfondo alle pedalate. Il chilometraggio è più contenuto: circa 40 chilometri.

Tra natura e storia

Il terzo anello porta alla scoperta della Rossano bizantina e della Riserva del Crati. Da Rossano si va in direzione nord verso la Riserva Naturale della Foce del Crati. Il percorso è facilissimo, nel cuore della pianura della Sibaride.

La foce del Crati è un biotopo tranquillo, caratterizzato da fitti canneti. E’ facile avvistare aironi e cavalieri d’Italia. Questo è l’unico tratto di sterrato dell’intero itinerario, ma è così battuto che anche una bici da strada, sia essa race o endurance, lo affronta senza problemi.

Dalla foce del Crati si risale infine verso Rossano Alta, per godere degli spunti architettonici di matrice bizantina, magari accompagnati da un buon aperitivo. Il tracciato supera di poco i 40 chilometri e, a parte la risalita finale verso Rossano Alta, è completamente pianeggiante.

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