L’intimo tecnico ricopre un ruolo di primissima importanza per il ciclista. Non si tratta di argomentare il comfort e il primo strato a contatto di tessuto con la pelle, si tratta anche di protezione e termoregolazione.
Il mercato offre soluzioni diverse. Abbiamo chiesto a Santini e al suo Creative Director Fergus Niland, alcune indicazioni utili nelle fasi di scelta e per meglio contestualizzare l’argomento.
«L’intimo invernale per il ciclismo – spiega – è fondamentale. E’ il principale alleato per garantire comfort e protezione durante le uscite nelle stagioni più fredde. La scelta del capo giusto dipende da alcuni fattori chiave, tra cui il materiale, la capacità termica e la traspirabilità. I tessuti ideali sono quelli termici, come la lana merino o le fibre sintetiche avanzate, che offrono isolamento senza trattenere l’umidità».
Aderente e traspirante
E’ importante che l’intimo sia aderente per trattenere il calore corporeo, ma senza comprimere e limitare i movimenti. La gestione dell’umidità è cruciale.
«Un buon intimo invernale – prosegue Niland – deve garantire un allontanamento rapido del sudore dalla pelle, evitando così il raffreddamento. Volendo fare un esempio, il baselayer Alpha è realizzato con Polartec Alpha e sfrutta la tecnologia Active Insulation che regola la temperatura corporea, mantiene il calore e permette nello stesso momento all’umidità di fuoriuscire, garantendo quindi un’ottima traspirabilità. La qualità di un intimo invernale si valuta durante l’uso. Deve mantenere il corpo caldo nei momenti di pausa e ben ventilato durante lo sforzo, con una rapida asciugatura».
Il ritorno delle fibre naturali
Grazie al progresso delle tecnologie legate ai tessuti e agli studi in merito alla termoregolazione, negli ultimi anni, soprattutto nell’ambito dell’intimo tecnico c’è un grande ritorno delle fibre naturali. Quella di maggiore successo e più utilizzata è la lana Merino. Siamo nell’orbita Santini, quindi prendiamo come esempio la baselayer Next 2 Skin, un intimo tecnico pensato ed ideale per le giornate più fredde. Il tessuto naturale è combinato ad una parte di tessuto sintetico, combinati tra loro con proporzioni ben precise. Generalmente la parte sintetica è inserita per garantire ergonomia ed elasticità ottimali. La lana Merino trasmette delle sensazioni piacevoli una volta a contatto con il corpo, è molto calda ed ha delle proprietà di termoregolazione molto elevate. Non si bagna durante lo sforzo e permette al corpo di rimanere sempre caldo.
In aggiunta al tessuto c’è da considerare anche il taglio del capo. L’allungamento del posteriore che tende a coprire la zona lombare e la sezione superiore del glutei, dona stabilità e aggiunge protezione ad una parte del corpo sollecitata ed esposta. L’intimo tecnico (a parità di categoria) che utilizza delle fibre naturali alla base è più costoso, rispetto ad un capo confezionato con le sole fibre sintetiche, ma è caratterizzato da un comfort maggiore e si adatta alle diverse esigenze, del ciclista e dell’ambiente esterno. Inoltre, un baselayer con lana Merino garantisce una termoregolazione corporea ottimale con temperature che scendono abbondantemente sotto lo zero.
Base sintetica e la tecnologia Polartec
Sono i capi che ha menzionato Fergus Niland durante il suo intervento. La tecnologia Polartec è una garanzia, soprattutto nei termini di isolamento e traspirabilità sempre ai massimi livelli. I capi tecnici, ovviamente rientrano le soluzioni Polartec che hanno il vantaggio di racchiudere in un peso contenuto e ridotto una grande efficacia, sono longevi. Sono facili da gestire anche nel post attività, perché non accumulano odori spiacevoli ed asciugano in fretta.
Polartec Alpha ha come obiettivo primario quello di veicolare verso l’esterno l’umidità prodotta durante lo sforzo. Rispetto ad un intimo tecnico in lana Merino ha un range ottimale d’impiego che si sbilancia maggiormente verso l’alto e non scende sotto gli zero gradi. E’ molto diverso anche il prezzo di listino, 49 euro a dispetto degli 80 di un baselayer in Merino.
L’intimo tecnico che non conosce stagione e richieste
Se è vero che quando si sceglie un intimo tecnico per l’inverno si pensa al rimanere caldi ed asciutti, è altrettanto vero che molti sportivi hanno il fuoco dentro e hanno costantemente caldo. In questo caso non significa dover rinunciare allo strato protettivo garantito dall’intimo tecnico, ma semplicemente adeguare le proprie richieste ad una categoria di prodotti con una termicità poco accentuata, più versatili.
Ad esempio Santini Dry in Primaloft. E’ un intimo tecnico molto leggero, con un valore alla bilancia molto contenuto e tecnicamente non conosce stagione. Garantisce una termoregolazione ottimale durante il movimento e lo sforzo. E’ la giusta interfaccia tra il corpo e lo strato superiore, che può essere una maglia per la mezza stagione, oppure un giubbino con potere isolante maggiore. Dry vuole essere un riferimento per chi usa il baselayer e vuole un capo quasi impercettibile. Ha un range di utilizzo ottimale che si spinge fino ai 30 gradi, quindi adatto anche alla mezza stagione (quando l’aria è frizzante) e alle prime giornate estive, perché no ad un utilizzo in montagna prima di affrontare le lunghe discese.