| 26 Luglio 2025

Dalla caduta alla resurrezione, i 770 chilometri di Jovanotti

Ci sono vari modi per celebrare il ritorno alla vita. Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, lo sta facendo utilizzando proprio quel mezzo che ha sancito un bivio nella sua vita, portandolo a un passo dalla tragedia più di due anni fa: la bicicletta. Innanzitutto prevedendo un evento speciale nella sua tournée, al Lago di Fusine, dedicato espressamente ai ciclisti con il suo Jova Bike Party, sold out da svariati mesi e inserito nel No Borders Music Festival. Ma questo sarebbe stato poco, scontato. Il cantante romano, ma cortonese d’adozione, ha voluto arrivarci in maniera molto particolare: con una pedalata di 770 chilometri.

Jovanotti a Santo Domingo, dove nel luglio 2023 in una caduta ha riportato la frattura di clavicola e femore (foto social)
Jovanotti a Santo Domingo, dove nel luglio 2023 in una caduta ha riportato la frattura di clavicola e femore (foto social)

Un’avventura nata quasi per caso

Attenzione, il numero non è casuale: sono i giorni intercorsi tra il suo incidente in Centro America e l’appuntamento odierno. I giorni di una lenta, sudatissima, costante rinascita. Vincendo lo scetticismo iniziale di chi pensava che non sarebbe più tornato quello di prima, non solo il cantante, ma l’uomo. «Sarà l’unico mio live di questa estate – ha anticipato sui social – e io ci arriverò come gli altri, pedalando». E per completare la sua celebrazione ha voluto trasformare questa pedalata in un appuntamento di gruppo, richiamando molti dei suoi amici.

Primo fra tutti a unirsi a lui è stato Fred Morini, ex pro’, passato anche lui per un terribile incidente e una lunghissima ripresa e oggi osteopata di successo: «Con Lorenzo ci conosciamo da tantissimi anni. Un giorno mi ha chiamato: “Ehi, Fred che ne dici di venire come al Lago di Fusine? Ci facciamo una pedalata insieme…“. Gli ho detto subito di sì, ci siamo incontrati lungo il percorso anche perché siamo vicini, lui da Cortona e io da Anghiari.

Insieme a Fred Morini e altri che si sono aggregati, Jovanotti ha raggiunto la sede del concerto in 5 giorni
Insieme a Fred Morini e altri che si sono aggregati, Jovanotti ha raggiunto la sede del concerto in 5 giorni

Tanti amici lungo la strada

«Lungo il percorso il nostro gruppo è andato sempre aumentando. Si sono uniti Bennati, Bettini, Alberto Baldoni ci ha raggiunto, ma la cosa più bella di questi cinque giorni sui pedali è stato l’entusiasmo crescente che trovavamo sulle strade. In certi momenti sembrava quasi di rivedere la famosa scena di Forrest Gump con la gente che lo vedeva correre. Abbiamo trovato tanti ragazzi che lo fermavano e lui non ha mai detto di no. Si inebriava di tanto entusiasmo».

Lo star system ha tempi e regole ferree, attraverso interviste quasi canonizzate, ma la vicinanza di Fred Morini con Jovanotti consente di conoscere un’anima più vera, quella di un uomo che in Sudamerica ha visto la morte in faccia ma non ha mai, neanche per un minuto, pensato di mettere la bici da parte. «Tanti suoi amici gliela sconsigliavano, anche pubblicamente in televisione, ma Lorenzo non ci rinuncerà mai. La sua è una passione viscerale, ci raccontava che gliel’ha trasmessa il padre che era un grande appassionato di ciclismo, che gli faceva vedere le grandi corse in televisione e da lì è diventato praticante prima ancora che appassionato».

Fred Morini insieme a Paolo Bettini, uno degli ospiti e amici della pedalata
Fred Morini insieme a Paolo Bettini, uno degli ospiti e amici della pedalata

La “corsa” per vedere il Tour de France

Ma appassionato vero: «Ogni giorno cercavamo di arrivare in tempo per vedere la tappa del Tour. Quando ha vinto Milan aveva gli occhi attaccati alla tv, a incitarlo, a dare anche pareri che solo chi vive questo sport può esprimere, letture che può trarre chi pedala. Non è solo un fan, ma anche a suo modo un esperto e soprattutto è molto tifoso, lo è sempre stato. Per questo conosce molti ciclisti, molti sono suoi amici e alcuni hanno voluto unirsi a quest’avventura».

Come vi eravate organizzati? «Partivamo intorno alle 7,30 e pedalavamo fin quasi alle 17, comprendendo pause per salutare la gente ma anche passaggi ai quali teneva particolarmente. Ad esempio a Ravenna ha voluto andare alla tomba di Dante, io tra l’altro non c’ero mai stato. E’ stato un viaggio tra cultura, storia, piacere e naturalmente goliardia perché il suo entusiasmo è trascinante. Ma teneva molto a fare di questo lungo trasferimento anche qualcosa di personale, non mediatico».

A Lago di Fusine Jova ha chiuso la sua tournée sempre sold out (foto TV Sorrisi e Canzoni)
A Lago di Fusine Jova ha chiuso la sua tournée sempre sold out (foto TV Sorrisi e Canzoni)

Tutto facile nel suo caso? Proprio no…

Torniamo un attimo al discorso di prima, l’uso della bici. Nel suo caso è stato anche salutare, un passaggio nella sua ripresa: «Certamente, come per me e anche per tanti altri reduci da incidenti simili. Attenzione però: molti possono pensare “certo, è Jovanotti, è facile così con fisioterapisti e medici che vanno a casa tua perché paghi…”. No, chi pensa questo è fuori strada. Perché per risalire la china devi metterci tanto del tuo. Ti devi impegnare anche più che al 100 per cento. Quando abbiamo scalato il Monte Fumaiolo gli ho fatto i complimenti perché ho visto che era davvero in forma, ha un motore notevole e d’altronde segue una preparazione per i concerti molto precisa, anche il giorno prima del concerto si è fatto un’ora e mezza di palestra. Gli esercizi riabilitativi non li salta mai, 365 giorni l’anno».

Già, ma il suo recupero come procede? «Sa bene che forse il 100 per cento non lo raggiungerà mai, ma a guardarlo camminare, muoversi, pedalare i danni sono quasi impercettibili, considerando che gli hanno dovuto ricostruire un femore. Ma questo lo raggiungi se non ti fermi mai e lui stesso dice che il recupero non è completato e forse non si completerà mai, nel senso che dovrà aver cura del suo corpo continuando a mantenerlo in esercizio, al di là della professione che esercita».

Sin dalle prime cure dopo il grave incidente alla gamba, Jovanotti non ha mai perso l’ottimismo (foto social)
Sin dalle prime cure dopo il grave incidente alla gamba, Jovanotti non ha mai perso l’ottimismo (foto social)

La bici? Non la lascerà mai…

Avete mai parlato dell’incidente? «Durante la pedalata ci raccontava, ancora oggi è stupito del fatto che era stata una caduta quasi banale, ma che aveva avuto conseguenze terribili. Ha rischiato di non poter più camminare ma lui ci ha sempre creduto perché ha una forza mentale incredibile. Il che significa accettare la sua condizione, sapere che è un cammino lungo. Ci raccontava anche che il suo rammarico è non poter andare in bici sempre, per i suoi impegni di lavoro e quando può farlo è una valvola di sfogo oltre che un aiuto per la sua guarigione. Se c’è una cosa di cui son sicuro è che non rinuncerà mai, la passione per la bici è qualcosa insito in lui…».

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