Maurizio Fondriest è stato uno dei più grandi talenti italiani tra la fine degli anni ‘80 e ‘90, una carriera che l’ha portato a vincere un titolo mondiale e una Milano-Sanremo, solo per citare i traguardi più importanti. Dopo aver smesso di correre però non si è mai allontanato dall’ambiente, per esempio lanciandosi nella produzione di bici col suo nome.
Da qualche anno si è aggiunta un’altra attività, che l’ha portato e ancora lo sta portando a pedalare assieme a moltissimi appassionati in giro per l’Europa. Fondriest sta infatti collaborando con Viaggi e Cultura, un tour operator che organizza (anche) vacanze dedicate agli amanti della bicicletta. Abbiamo raggiunto al telefono l’ex campione del mondo, appena tornato proprio da uno di questi tour, per farci raccontare come funziona questo particolare tipo di vacanza sui pedali.
Maurizio, sei appena tornato da un viaggio organizzato in bici. Dove siete andati?
Sono tornato giusto domenica da otto giorni nel sud della Spagna, in Andalusia. Ho accompagnato un gruppo di una trentina di persone, abbiamo pedalato in lungo in largo la zona, visitando città come Ronda, Siviglia, Cordoba e Granada. Sempre una gran bella esperienza.
Raccontaci un po’ come funzionano questi tour. Perché abbiamo visto che non è l’unico che fai durante l’anno, giusto?
No, infatti. Abbiamo in tutto quattro appuntamenti, per tutte le stagioni e tutte le esigenze. Si parte a febbraio con due settimane a Gran Canaria, un modo per scappare via dal freddo dell’inverno ed andare in bici con la maglia a maniche corte. Poi a giugno andiamo in un posto di mare in Italia, quest’anno per esempio siamo stati in Sardegna, l’anno prossimo forse punteremo sulla Puglia. Qui la situazione è più rilassata rispetto a Gran Canaria, la mattina si pedala si rientra in hotel per pranzo e poi il pomeriggio e la sera ci si gode il mare anche con la famiglia, come fosse una vacanza normale diciamo.
E poi?
Poi c’è il terzo appuntamento, quello itinerante, come quello dal quale sono appena tornato. In passato abbiamo fatto la ciclovia Alpe Adria da Grado a Salisburgo, l’anno scorso da Lisbona a Santiago, quest’anno appunto l’Andalusia. Questo è il tipo di viaggio più bello secondo me, anche se forse è il più stancante perché si cambia albergo ogni giorno, si è sempre in giro. Però è davvero intenso e mi sono accorto che lascia ricordi indelebili ai partecipanti, e comunque lasciamo anche il tempo per visitare i luoghi, approfondire la cultura locale, grazie alle guide che vengono con noi.
In un tour del genere che tipo di tappe affrontate?
Abbiamo fatto anche giornate da 140, 160 chilometri. Però non è obbligatorio, chi non è in grado o non se la sente può fare la prima parte in pullman e poi pedalare con gli altri solo l’ultimo tratto. Siamo molto inclusivi in questo, in diversi hanno la bici assistita. Anche perché giustamente le persone vengono a fare cicloturismo, non agonismo. Infatti abbiamo anche un servizio per gli accompagnatori, cioè magari la moglie di un ciclista che però non pedala ma vuole comunque condividere l’esperienza. Abbiamo un bus dedicato a loro, mentre noi siamo in bici loro visitano la città d’arrivo della tappa, e poi ci ritroviamo lì tutti assieme.
Parlavi di quattro appuntamenti, siamo a tre. Cosa manca?
L’ultimo che facciamo durante l’anno, la crociera ad ottobre. Quest’anno partiremo da Genova il 13 e faremo un giro di una settimana nel Mediterrano, passando per Napoli, Messina, poi La Valletta a Malta, Barcellona e Marsiglia.
Come funziona una crociera “ciclistica”?
E’ una cosa molto particolare. A me personalmente è un tipo di vacanza che non è mai piaciuta particolarmente, non sono amante delle folle e della confusione, ma fatta in questo modo è diverso. Stai con persone che condividono la tua passione e in pochissimo tempo si instaura un bel legame. Nella pratica funziona che quando la nave si ferma in porto noi scendiamo e pedaliamo tutti assieme, qui ogni cosa è organizzatissima anche grazie alla collaborazione con Rcs che si occupa della scorta tecnica e del percorso. Noi sbarchiamo con le bici pronti a pedalare e ad aspettarci troviamo già le moto di RCS che ci accompagnano lungo il tracciato assieme a due auto. Se poi c’è tempo, tornati dal giro, visitiamo la città, in questo ovviamente siamo un po’ condizionati dagli orari della nave. Però è un modo interessante per scoprire posti nuovi e devo dire che funziona, perché ci sono sempre gruppi molto numerosi, dalle 70 alle 100 persone.
Quindi, visto che ormai manca poco, non ci resta che augurarti buon viaggio. Ultima cosa. Hai anche altri programmi per il futuro?
L’anno prossimo compirò 60 anni e vorrei fare qualcosa di speciale per festeggiare. Ci sto ancora pensando e per ora non posso dire niente, ma prometto di aggiornarvi al momento giusto.