BAM! E sono dieci… Quello che era iniziato quasi per gioco, è diventato negli anni il punto di riferimento per i cicloturisti di mezza Europa. Un appuntamento dove, tra un workshop e un incontro, si condividono storie e sogni, accompagnati da musica e un bicchiere di birra.
Quest’anno si conferma la location dei laghi di Mantova, dal 7 al 9 giugno. Noi abbiamo fatto due chiacchiere a cravatta sciolta con Andrea Benesso, co-fondatore, assieme ad Eleonora Bujatti, di questo Bicycle Adventure Meeting (nonché titolare dell’agenzia di comunicazione, 3parentesi, che segue varie aziende nel settore bici e outdoor).
Andrea, da dove è partito l’impulso che ha fatto nascere il BAM?
Diciamo che la bici è sempre stata parte della mia vita, solo che undici anni fa vedevo che c’erano eventi per MTB, Gran Fondo, al limite qualcosa per la gravel, ma non c’era nulla dedicato ai cicloviaggiatori. E così siamo partiti con la prima edizione tenutasi a Livigno. E con una prerogativa che ho avuto chiara fin da subito…
Quale?
Che i partecipanti avrebbero dovuto raggiungere il raduno in bicicletta, essendo dedicato ai viaggi in bici.
Scegliere Livigno come primo anno è stato subito selettivo!
Sì (sorride, ndr), ma poi ci siamo spostati al Castello di Noale e poi al Rifugio Lausen (entrambi in provincia di Verona) e ora a Mantova. E probabilmente cambieremo ancora per dare stimoli nuovi, soprattutto a chi lo raggiunge in bici. Addirittura quest’anno ho invitato i partecipanti a “perdersi” per raggiungere il BAM!, allungando a piacere il proprio viaggio di avvicinamento. Ci sono persone che partono dalla Germania dieci giorni prima per venire qua: questa è la magia dell’evento.
Come è cambiata la manifestazione in tutti questi anni?
Molto, poiché è cambiato il modo di viaggiare in bici. Basti pensare che dieci anni fa si cominciavano a vedere le prime bici gravel, mentre ora sono preponderanti. E poi allora il cicloturismo era ancora un fenomeno abbastanza di nicchia, riservato ai viaggiatori appassionati, carichi con le borse laterali, magari con la bici americana, con una componentistica ricercata, a volte un po’ hipster… Ora invece è per tutti, dagli studenti alle famiglie, ai professionisti come medici e avvocati che vanno a farsi il Cammino di Santiago. E soprattutto notiamo che l’età media si è abbassata verso i 30-35 anni rispetto ai 45-50 di prima.
L’avvento delle bici a pedalata assistita ha inciso in tal senso?
Sicuramente sì, anche se al BAM! se ne vedono ancora poche (seppur in crescita). Probabilmente perché il profilo del cicloviaggiatore che si pianifica il viaggio da solo e si carica di borse è diverso da chi si prende la e-bike. Beninteso, io guardo sempre positivamente chi sale su una bici elettrica perché vuole dire che è una persona che ha deciso di uscire dalla propria zona di comfort e di mettersi in gioco. A me piace.
Cosa troveranno i partecipanti nell’edizione di quest’anno?
Innanzitutto, come detto, stiamo spingendo le persone a non venire per la via più breve, ma a fare delle deviazioni. A vedere un lago, una località, insomma ad inventarsi un viaggio da condividere con gli altri. E poi ci saranno le storie che porteranno i nostri ospiti. Quest’anno ci tengo a ricordare la presenza di Andrea Loreni, il funambolo-filosofo che si sente a suo agio quando cammina sul cavo a decine di metri di altezza e meno quando scende da lassù: ci ritrovo delle analogie con l’andare in bici. Lui porterà un workshop di equilibrismo, ma ce ne saranno molti altri.
Ad esempio?
Da quello di cartografia artistica su come disegnare la mappa del tuo itinerario, a quello su come trasformare le tue foto di viaggio in una fanzine (un opuscolo cartaceo, ndr), a quello dedicato alla corretta posizione in bici… Senza contare tutti i resoconti di viaggiatori che sono stati nei vari angoli del globo e i question time in cui si potranno fare loro delle domande.
Chissà quante storie in questi anni… Qualche aneddoto simpatico?
In passato venne al raduno una ragazza che non aveva mai fatto un viaggio in bici. Dopo tre mesi ha percorso tutta la Patagonia, faticando non poco. Oppure mi ricordo di Filippo Graglia che, in un insidioso viaggio lungo tutta la costa occidentale dell’Africa, ci ha raccontato che ha dovuto prendere la residenza in un Paese per poter valicare la frontiera.
Andrea Benesso ci tiene a ricordare che oltre ai grandi cicloviaggiatori ci sono anche molte famiglie, perché il senso intimo del viaggio lo si può vivere anche a due passi da casa.
Se volete essere protagonisti del BAM! 2024 sappiate che sono rimasti pochi spazi per la tenda, per cui affrettatevi a prenotare la vostra postazione!