CABRAS – Lo sguardo si posa su una grande distesa di acqua e di terra. I due elementi quasi si fondono, ma al tempo stesso sono ben distinti tra loro in un gioco di colori e di materia. L’azzurro dell’acqua , il giallo dei canneti, il verde dei campi… Non resta che salire in sella e andare (in apertura foto Sardegna Turismo)…
Esplorare lo Stagno di Cabras significa immergersi in un viaggio che unisce bellezze naturali, storia millenaria e prelibatezze gastronomiche. Questo angolo della Sardegna occidentale è il luogo ideale per chi cerca un’esperienza di cicloturismo alla portata di tutti, arricchita da scoperte culturali e sapori autentici. Dai percorsi in bicicletta lungo le sue sponde, alla visita ai tesori archeologici e ai piatti tipici legati alla pesca, lo Stagno di Cabras è una meta che conquista i sensi e il cuore.
Lo Stagno di Cabras
Situato nella penisola del Sinis, nella provincia di Oristano, lo Stagno di Cabras è una delle lagune più estese e affascinanti d’Italia. Con una superficie di circa 22 chilometri quadrati, è un ecosistema unico, dove acqua dolce e salata si mescolano creando un habitat ideale per una varietà straordinaria di flora e fauna. Qui trovano rifugio specie di uccelli rari come i fenicotteri rosa, gli aironi e i cavalieri d’Italia, che attirano appassionati di birdwatching da tutto il mondo.
Il paesaggio è dominato dalle acque tranquille dello stagno, incorniciate da canneti e piccoli sentieri che si snodano lungo le sue rive. La vegetazione mediterranea circostante è interrotta solo dai caratteristici capanni dei pescatori. Ma la vera bellezza dello Stagno di Cabras si scopre pedalando: un itinerario ciclabile di 44 chilometri consente di esplorare ogni angolo di questa meraviglia naturale. Il percorso, accessibile anche ai meno esperti, è perfetto per immergersi nei profumi e nei suoni di una natura incontaminata.
Un viaggio culturale
La storia e la cultura si intrecciano profondamente con il territorio di Cabras. Un punto di partenza imprescindibile è il Museo Civico Giovanni Marongiu, custode dei celebri Giganti di Mont’e Prama: statue nuragiche uniche al mondo, simbolo di una civiltà antica e misteriosa qual era quella dei sardi migliaia di anni fa. Questi colossi di pietra, con i loro occhi a cerchi concentrici e le imponenti armature, raccontano di un passato glorioso e tutto da scoprire.
A pochi chilometri, l’area archeologica di Tharros offre un’altra occasione per immergersi nella storia. Questa città punica e romana, affacciata sul mare, regala panorami mozzafiato e un viaggio indietro nel tempo, tra rovine di templi, terme e strade acciottolate. Va detto per chiarezza che per raggiungere l’Aera Archologica di Tharros bisogna fare un piccola deviazione dallo Stagno di Cabras: circa 7 chilometri facili… ma ne vale la pena!
Non meno affascinante è il borgo di San Salvatore di Sinis. Questo piccolo villaggio, noto per le sue casette bianche e la chiesa dedicata a San Salvatore, è legato a riti antichi e alla tradizione della “corsa degli scalzi”. Un luogo dove si respira un’atmosfera d’altri tempi, perfetto per una pausa durante il viaggio in bicicletta. Ma un’altra particolarità di San Salvatore è quella di essere stato il set cinematografico di più film… E forse inconsciamente il nostro occhio aveva riconosciuto questo borgo, davvero particolare.
L’oro di Cabras
La visita allo Stagno di Cabras non può dirsi completa senza un assaggio delle sue specialità gastronomiche. Gli ittiturismo della zona offrono piatti freschissimi a base di pesce appena pescato. Tra le eccellenze spicca la bottarga di muggine, conosciuta come “l’oro di Cabras”: un prodotto dal sapore intenso e unico, ottenuto dalla salatura e dall’essiccazione delle uova di pesce.
Lo Stagno non è solo un paradiso per i palati, ma anche un testimone della cultura e dell’economia locale. La pesca tradizionale, praticata con metodi sostenibili tramandati nei secoli, è un elemento centrale della vita di Cabras. Una visita guidata alla Peschiera Pontis permette di conoscere da vicino queste tecniche e di scoprire le storie dei pescatori scalzi, uomini che un tempo attraversavano lo stagno a piedi nudi per calare e recuperare le reti.
Concludere la giornata in uno dei ristoranti locali, gustando un piatto di spaghetti alla bottarga che qui è ancora parte integrante dell’economia, è il modo perfetto per celebrare un viaggio che sa di mare, di storia e di natura.