Scott Bike Summer Camp è la vacanza ideale per tutte quelle famiglie che credono nei valori dello sport e nella condivisione di esperienze educative per bambini e ragazzi. Questo camp estivo è il luogo perfetto per unire passione per il ciclismo, divertimento e crescita personale. Con fasce d’età che vanno dai 7 ai 17 anni, offre diverse opzioni per trovare il giusto equilibrio tra sport e svago.
Tra le principali novità del 2025 spicca la Teen Week, dedicata ai ragazzi nati tra il 2008 e il 2010. Si tratta di una settimana tecnica in cui si approfondiscono temi come l’allenamento, la nutrizione e la conoscenza approfondita della bici. Un’occasione unica per i teenager, agonisti e non, di immergersi completamente nel mondo delle due ruote.
Non da meno è la Pro Week, che vede la partecipazione di Marco Aurelio Fontana, ex professionista e medaglia di bronzo olimpica a Londra 2012. Questa settimana, rivolta ai ragazzi nati tra il 2011 e il 2014, si svolge al Bike Hotel Massa Vecchia a Massa Marittima. Qui, giovani esperti affrontano sentieri complessi e migliorano la tecnica sotto la guida di Fontana, che li accompagna passo dopo passo, trasmettendo tutta la sua esperienza.
E proprio a Marco Aurelio Fontana, per gli amici Fonzie, abbiamo chiesto di raccontarci di più (foto di Scott Bike Summer Camp).
Marco, l’anno scorso ti sei divertito al Bike Scott Summer Camp, che esperienza è stata, anche per te, con questi ragazzini scatenati?
Sì, è stata anche la mia prima volta. Non avevo mai voluto fare camp con i ragazzi per scelta. So che con loro ci vuole un approccio diverso, non basta la conoscenza della materia in sé per sé, la mtb in questo caso. Negli anni passati non volevo spingere i genitori a pensare che portando il figlio da me avrebbero vinto le corse. Ho sempre insistito su un tipo di ciclismo divertente, dove andare in bici è un piacere.
Conosciamo bene la tua filosofia…
Questa opportunità con Scott, che collabora con Bike Summer Camp, è arrivata al momento giusto. Loro hanno una lunga esperienza nei camp estivi e mi hanno proposto di partecipare al Camp Pro. Ho accettato perché avevo una squadra di supporto molto valida: non ero solo a gestire i ragazzi, ma lavoravo come maestro della settimana affiancato da un team.
C’era una struttura ad hoc insomma.
Sì, assolutamente. C’erano maestri di mountain bike, guide e uno staff organizzato. Eravamo in 5-6 persone: il direttore del camp, il direttore operativo e tre o quattro maestri. Era tutto ben strutturato.
Questa esperienza si ripete per cinque volte la prossima estate. Tu sarai presente solo nella tappa toscana?
Sarò presente solo a Massa Vecchia, quella della Pro Week, dedicata ai ragazzi più esperti. Questo camp è focalizzato sul mondo della bici, la tecnica e altre competenze. Gli altri camp sono più estivi, con la bici ma non solo per ciclisti. La settimana Pro è perfetta perché il posto, Massa Vecchia, è ideale: pump track, skill area, sentieri. Sarà simile all’anno scorso, ma con miglioramenti.
I ragazzi dormono lì: che ambiente si crea?
Diventa un’esperienza formativa a 360 gradi. Dormono, cenano e fanno colazione insieme. Io sono con loro tutto il tempo, condivido pasti e momenti. Una delle cose emerse nel 2024 è che i ragazzi che praticano mountain bike hanno una disciplina superiore alla media. La bici ti insegna tanto, è uno sport che educa.
Come avviene la selezione per il livello Pro?
Non c’è una selezione. Hanno tante settimane e probabilmente smistano i ragazzi in base alle abilità. Nella settimana pro c’erano sia ragazzi esperti sia principianti. Anche chi non ha mai fatto gare può partecipare. I gruppi sono organizzati per livello e tutti fanno attività di un certo livello. Abbiamo fatto progressi incredibili con alcuni di loro. Alla fine tutti hanno fatto il mitico e difficile “Canyon” di Massa Vecchia, tanto per dirne una.
Cosa ti chiedevano i ragazzi? Quali domande ti hanno colpito di più?
Mi chiedevano di tutto. Molti mi conoscono grazie ai genitori o mi seguono su YouTube (a proposito qui il video proprio del Camp 2024 con Fontana). Le domande spaziano da come diventare un campione, che è sempre una bella domanda perché denota ambizione, a curiosità più personali come quanto guadagno o che macchina ho.
E sul piano tecnico?
Mi chiedevano anche di quello: come posizionare il peso, come spingere sull’interno o l’esterno, dettagli sui sentieri. Alcuni ragazzi molto attenti. Qualcuno mi chiedeva di seguirlo per capire cosa sbagliava. Non è facile curare i dettagli per tutti, ma ci ho messo tanta passione e pazienza. Ho cercato di rispondere a tutti, lavorando anche sul setting delle bici, spesso sistemate dai genitori. Abbiamo fatto progressi straordinari.
Insomma Marco, nel complesso ci sembra di capire che è stata una bella esperienza?
Sì, è stata tosta ma gratificante. La mattina dei saluti ho parlato con i genitori per ore, ascoltando racconti sublimi. Non ho mai dato tabelle di allenamento, ma ho trasmesso il sentimento del divertimento in mountain bike. Gli abbracci dei ragazzi alla fine sono stati la soddisfazione più grande.
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