MISURINA – Il luogo del ritrovo è in un parcheggio sopra San Vito di Cadore, poco sotto la partenza della funivia. Siamo un numero imprecisato tra i 20 e i 30, ma è difficile dirlo con certezza. Di lampioni non ce n’è e si vedono solo luci, rosse dietro e bianche davanti, che arrivano un po’ alla volta e si mescolano le une con le altre.
E’ difficile dire con certezza quanti siamo, perché è buio pesto. L’orario del ritrovo di questo giro in bici è, infatti, piuttosto insolito: le 23,30 di sabato 9 agosto. Il programma invece è semplice. 80 chilometri con 2.000 metri di dislivello tra gli sterrati dei boschi del Cadore passando da Cortina e Misurina, per tornare di nuovo a San Vito in tempo per fare colazione.
Pedalare in purezza
L’evento si chiama “Lunatica”, ed è organizzato da un gruppo di amici che girano attorno al negozio RobiBike di Belluno. Ma non è proprio un evento, almeno per come siamo ormai abituati a considerarli. Non ci sono iscrizioni, non si paga niente, non c’è il pacco gara né gadget (tranne forse uno, nella foto qui sopra). Solo un po’ di gente (tra i 20 e i 30, ma il numero vero resterà per chi scrive un mistero fino alla fine) che si ritrova a pedalare assieme in una notte di piena estate per il solo gusto di farlo.
E già questo sembra straordinario nella sua semplicità, in un momento in cui ogni pedalata sembra doversi trasformare in evento commerciale con il villaggio degli sponsor, il palco, il dj set alla fine. Stasera invece, anzi stanotte, bici in purezza. Solo un gruppo di persone che vuole provare l’esperienza un po’ carbonara di addentrarsi negli sterrati boscosi delle Dolomiti armati solo di fanale, e magari godersi l’alba in cima ad un passo. La “Lunatica” quest’anno ha fatto onore al suo nome. Il clima è perfetto, quasi una coincidenza miracolosa. La temperatura è mite, il cielo terso e, soprattutto, c’è la luna piena.
Il tempo sospeso, tra boschi e Ungaretti
Da San Vito di Cadore ci buttiamo subito sulla destra orografica del Boite, cioè dall’altra parte della valle rispetto alla strada statale che raggiunge Cortina. E ci buttiamo subito anche sullo sterrato e subito in salita. Il gruppo è eterogeneo per età, tipo di bici e sesso (sono presenti anche due donne). C’è chi pedala forte o fortissimo, come anche chi è alla prima esperienza in giri con questo dislivello. Ma il bello di un evento che non è un evento, pensato solo per pedalare in compagnia, è anche questo: si va avanti tutti assieme, ci si aspetta in cima alle salite e alla fine delle discese. Pedalare di notte, specie in mezzo ai boschi, è tutta un’altra esperienza che farlo di giorno.
Il tempo sembra sospeso, non ci sono variazioni di luce, si è come chiusi dentro una bolla vagamente onirica e le ore passano in modo diverso. Al contempo più lente e più veloci. Quando, un po’ dopo Cortina, ci fermiamo in una radura tra gli abeti a riempire le borracce guardo l’orologio. Mi sembra di essere appena partito, ma sono già passate tre ore.
Solo in quel momento, approfittando della breve pausa, l’amico che è con me si accorge che tra quei 20 o 30 c’è anche un suo vecchio compagno di classe delle superiori. Nelle tre ore precedenti hanno pedalato assieme ma senza riconoscersi, avvolti come sono e siamo in questo tempo e spazio sospesi. Mi vengono in mente quei versi di Ungaretti: “Di che reggimento siete, fratelli? Parola tremante nella notte/Foglia appena nata”.
Giganteschi fantasmi al chiaro di luna
Anche il paesaggio ci mette del suo. Quando usciamo dai boschi appaiono quasi per magia le sagome delle montagne, che però qui non sono solo montagne, ma il sancta sanctorum delle Dolomiti. Quando meno te lo aspetti, alzi la testa e una volta appare la Tofana, un’altra le Marmarole, un’altra ancora il Cristallo, e così via, come dei giganteschi fantasmi bianchi illuminati dalla luna.
Per arrivare a Misurina dopo il passo Cimabanche prendiamo per qualche chilometro la strada asfaltata. Ma sono le 4 di mattina e nonostante sia altissima stagione, il mondo dell’overtourism ancora dorme negli alberghi o nei camper parcheggiati lungo le piazzole. Ci siamo solo noi, una processione di luci bianche e rosse che procedono ognuna del loro passo, ma tutte assieme.
Il più bel ristoro del mondo
Al lago di Misurina facciamo una pausa. Ormai le salite dure sono alle spalle, ora mancano solo i pochi chilometri del passo Tre Croci e poi è fatta, quasi solo discesa e pianura fino a San Vito. Chi aveva dubbi sulla propria tenuta fisica tira un sospiro di sollievo, chi non ne aveva è comunque felice di trovare, a breve, una colazione ad aspettarlo.
Mentre aspettiamo che al lago arrivino tutti, qualcuno tira fuori, non si sa da dove, un thermos di caffè, diventando immediatamente l’idolo assoluto di noi 20 (o 30). Trovare un caffè caldo, quando da quasi cinque ore si è spersi in mezzo alla notte, in questo giro in bici in purezza è il più bel ristoro che si possa immaginare.
Prima di ripartire facciamo una foto di gruppo, che resterà l’unica di questa strana, onirica e in effetti indimenticabile nottata di piena estate. Poi ci incamminiamo per gli ultimi chilometri, con le prime luci dell’alba che già colorano le sagome delle Tre Cime di Lavaredo e dei Cadini di Misurina.