| 5 Ottobre 2025

Progetto Cyros, l’intermodalità è base dello sviluppo cicloturistico

Un progetto transregionale, anzi transnazionale visto che coinvolge Italia e Croazia. 5 regioni italiane e 3 croate sono coinvolte nel Progetto Cyros, teso a promuovere la mobilità ciclistica attraverso la rete intermodale, che si sta sempre più affermando come compendio necessario per la libera circolazione su due ruote offrendo nuovi spunti e nuove opportunità. L’idea nasce in Friuli ma si sviluppa attraverso Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Puglia.

La mappa del progetto nel suo insieme, presentato recentemente a Balaton (HUN), accarezza gran parte del Mediterraneo
La mappa del progetto nel suo insieme, presentato recentemente a Balaton (HUN), accarezza gran parte del Mediterraneo

Progetto ampi, la base fra Italia e Croazia

L’obiettivo del progetto è contribuire alla definizione del percorso ciclabile che corre lungo la costa dell’Adriatico nei due Paesi, prendendo però come fondamentali i principali collegamenti con l’entroterra. La ciclovia Adriatico-Ionica viene presa come la spina dorsale di una rete di soluzioni di mobilità sostenibile, sia come pista ciclabile turistica, sia come infrastruttura per la mobilità quotidiana integrabile con il sistema di trasporto pubblico locale e regionale.

A spiegarne il suo sviluppo è Stefania Franzot, Direttore del Servizio Organizzazione, Programmazione e Progetti Europei per la Regione Friuli: «Con l’aiuto, ci tengo a sottolinearlo, della D.ssa Irene Cermeli. Il progetto Cyros si affianca all’altro progetto AdrionCycleTour che è complementare e riguarda però la Slovenia. E’ stato avviato il 1° Marzo 2024 e si concluderà il 31 agosto del prossimo anno. L’idea è quella di sviluppare la ciclovia strategica lungo la costa adriatica italo-croata integrando la rete costiera con i collegamenti all’interno».

Stefania Franzot, Direttore del Servizio Organizzazione, Programmazione e Progetti Europei
Stefania Franzot, Direttore del Servizio Organizzazione, Programmazione e Progetti Europei
Stefania Franzot, Direttore del Servizio Organizzazione, Programmazione e Progetti Europei
Stefania Franzot, Direttore del Servizio Organizzazione, Programmazione e Progetti Europei
Quali sono le principali attività del progetto?

Nel corso del tempo abbiamo capito che la promozione della mobilità ciclistica è direttamente proporzionale al rafforzamento della intermodalità. Per allargare il flusso di cicloturisti ma anche per rendere il loro viaggio più agevole, è importante combinare l’uso della bicicletta con altri mezzi. Quindi abbiamo sviluppato varie modalità: bicibus, bicibarca e bicitreno. Tutte soluzioni di trasporto sostenibili, mantenendo quindi in primo piano la sostenibilità ambientale. Il tema di questi progetti è anche quello di promuovere l’identità di un territorio, attraverso il collegamento con l’entroterra proprio per valorizzare le caratteristiche anche socio-culturali, artistiche della regione.

C’è un esempio di questa applicazione del progetto?

Il servizio che collega Trieste e Parenzo. Nell’ambito del progetto Cyros si permette ai cicloturisti dei nostri territori di spostarsi facilmente dalle piste ciclabili regionali del Friuli alla Parenzana, che è nell’Istria. Questo è un esempio di intermodalità e collaborazione fra territori di diversi Paesi. Lo sviluppo del progetto deve naturalmente andare di pari passo con quello infrastrutturale, quindi è importante che si realizzino tratti fisici della ciclovia, ovviamente anche per permettere l’intermodalità, ma anche la creazione di servizi abilitanti.

La collaborazione si sviluppa anche attraverso una sinergica formazione?

Certamente, in questi progetti è importante anche la formazione congiunta. Noi attiviamo dei programmi di formazione per amministrazioni pubbliche e operatori nel settore della mobilità sostenibile e del cicloturismo. Queste iniziative si sono naturalmente allargate, non siamo solo noi come Friuli Venezia Giulia a essere coinvolti considerando l’impegno che anche altre realtà stanno mettendoci.

Questo progetto è iniziato già nel 2024. Qual è stata la risposta della gente da allora?

In 5 anni i flussi del cicloturismo della regione sono raddoppiati, su itinerari chiave per noi, come ad esempio l’Alpe Adria. Favorendo la percorribilità del cicloturismo in regione, aumentano i ricavi nel settore turistico legato al ciclismo, pensando a strutture ricettive, ristorazione e noleggio che hanno fatto registrare crescite annuali superiori al 10 per cento. Insieme al tema dell’offerta turistica, grazie anche al forte impegno di Promoturismo, si è osservata anche una diversificazione crescente dei visitatori, non solo dai Paesi classici del centro Europa come Austria, Germania, Paesi Bassi, ma ovviamente quelli direttamente coinvolti nel progetto: Slovenia, Croazia e anche da altre regioni italiane. Sempre dal punto di vista dell’impatto sulla produttività, abbiamo rilevato che effettivamente il turista in bicicletta rimane più a lungo nel territorio rispetto al turista tradizionale e di conseguenza spende di più. Per questo investire in questo settore porta vantaggi, ma dobbiamo anche mettere il cicloturista nelle migliori condizioni attraverso strumenti di supporto. Il progetto serve a questo.

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