E’ sempre più chiaro che la sicurezza stradale per chi va in bicicletta non è un tema esclusivamente del Nord Italia. Anche regioni come la Puglia stanno iniziando a investire con decisione su infrastrutture, formazione e promozione della mobilità ciclistica e soprattutto a farsi promotrice di iniziative, idee… leggi. A guidare questo approccio c’è Tommaso Depalma (in apertura foto pugliadeitrulli.com).
Depalma è il presidente del Comitato Regionale Puglia della Federazione Ciclistica Italiana ed ha recentemente presentato al sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto una proposta di legge per aumentare la tutela dei ciclisti e dei pedoni. L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che il ciclista, pur essendo parte vulnerabile della strada, è anche automobilista e cittadino, e la convivenza sicura richiede rispetto reciproco e cultura della sicurezza.
Un’idea nata da lontano
L’idea della legge pugliese sulla sicurezza stradale non nasce dal nulla. E purtroppo è stata rafforzata da un terribile incidente noto come la tragedia della Provinciale 231, dove lo scorso agosto hanno perso la vita tre ciclisti del Ciclo Avis Andria.
«L’avevo inserita già nel mio programma elettorale – racconta Depalma – ma sapevamo di dover agire con rispetto verso le istituzioni. Non possiamo legiferare direttamente, ma possiamo indicare criticità e soluzioni basate sulla conoscenza del territorio. Il comitato regionale ha così convocato l’agenzia regionale Asset Puglia, responsabile delle statistiche sugli incidenti, e coinvolto il responsabile nazionale della FCI e la FIAB. Tutti insieme hanno messo a punto una proposta da consegnare al viceministro Sisto, scelto perché pugliese e vicino alla realtà locale.
Depalma sottolinea come il progetto non sia contro nessuno: «Il 95 per cento dei ciclisti è anche automobilista. Non vogliamo punire, ma favorire il riconoscimento reciproco. I dati mostrano che in quasi metà degli incidenti con un ciclista coinvolto, la responsabilità è del ciclista stesso. Essere consapevoli di questo è il primo passo per rispettarci sulla strada». La proposta punta dunque a promuovere una cultura condivisa della sicurezza, dove il ciclista sa dei propri limiti, l’automobilista resta attento e le regole sono chiare per tutti.
La leva del cicloturismo
La Puglia, con il suo territorio pianeggiante e le molte ciclovie già esistenti, si presta naturalmente al ciclismo. Su carta sarebbe una Regione ideale per pedalare. La direzione è quella… ma la strada è ancora lunga. Depalma racconta come il comitato stia sviluppando una guida ciclistica interattiva, realizzata con Asset Puglia, che mappa i percorsi regionali e permette di pianificare itinerari turistici in bici. «L’obiettivo è attrarre chi decide di venire qui per una vacanza in bicicletta, non chi passa per caso. Vogliamo costruire una reputazione come destinazione cicloturistica e destagionalizzare il turismo».
L’attenzione non è solo promozionale. La regione punta a creare manifestazioni sportive compatibili con questa visione. «Il progetto “Settimana ciclistica pugliese”, una gara Under 23 di 3-4 giorni tra fine febbraio e inizio marzo, è pensato per stimolare squadre italiane e straniere a svernare in Puglia, valorizzando al contempo il territorio e l’economia locale».
Il cicloturismo ha un peso crescente nel PIL nazionale ed è di pochi giorni il dato che vede la Puglia ad una crescita del 10,9 per cento negli ultimi cinque anni. Un dato superiore alla media nazionale in cui incide senza dubbio lo sviluppo di molte aziende agricole, specie nel Nord della Regione, ma anche e soprattutto il turismo. E di questa torta del turismo una grossa fetta appartiene al cicloturismo. Questi sono dati che possono (devono) far leva per una legge che parli di sicurezza stradale e che deve diventare qualcosa di concreto. Per la serie: se è il mio business, lo devo tutelare… Al netto del discorso etico e sanitario, ovviamente.
Il ruolo del ciclista
La proposta di legge per la sicurezza di ciclisti e pedoni della FCI Puglia (qui l’intero steso) punta su tre elementi principali: educazione, prevenzione e rispetto reciproco. Il capitolo 4.3, in particolare, sottolinea l’importanza di campagne di sensibilizzazione, formazione nelle scuole e promozione di comportamenti responsabili su strada. La legge non vuole punire i ciclisti, ma favorire una consapevolezza diffusa: i pedoni, i ciclisti e gli automobilisti devono riconoscere i propri limiti e rispettarsi.
E’ chiaro che la sicurezza non si riduce a multe o divieti. Depalma evidenzia come infrastrutture adeguate, percorsi ciclabili sicuri e segnali chiari siano fondamentali, ma non sufficienti senza una cultura condivisa. «La legge – spiega Depalma – deve smuovere le acque e diventare uno strumento concreto, non restare sul tavolo parlamentare. La Puglia, con le sue ciclovie, le iniziative sportive e l’attenzione al cicloturismo, prova a dare l’esempio: tutela dei più vulnerabili, valorizzazione del territorio e promozione di una mobilità più sicura e sostenibile».
In sintesi
Il discorso è ampio e complesso. Qui proviamo a “schematizzarlo” in cinque punti, per concludere in modo più concreto un discorso appunto vasto e dalle mille sfaccettature.
I cinque punti cardini della Proposta di legge per la sicurezza di ciclisti e pedoni del Comitato Regionale Puglia
- Educazione alla sicurezza: inserimento di percorsi formativi nelle scuole e campagne di sensibilizzazione per ciclisti, automobilisti e pedoni.
- Rispetto reciproco – promuovere una cultura della convivenza sulla strada, senza colpevolizzare nessuno.
- Infrastrutture sicure – sviluppo e manutenzione di percorsi ciclabili adeguati e segnaletica chiara.
- Prevenzione degli incidenti – analisi statistica dei sinistri e interventi mirati per ridurre i rischi.
- Promozione del cicloturismo – valorizzazione del territorio pugliese attraverso itinerari e manifestazioni sportive compatibili con il turismo in bicicletta.