Un territorio vasto, potente, ancora poco esplorato dal turismo lento. Un mosaico di borghi, geositi Unesco, pianori montani, uliveti secolari e due mari che incorniciano la Calabria settentrionale. E’ qui che nasce Pollino-Sybaris, un progetto cicloturistico innovativo che, per la prima volta, mette in rete amministrazioni, operatori, guide e comunità locali lungo un unico grande anello di itinerari in bici per un totale di ben 690 chilometri. Un progetto nato dal basso, come sottolinea più volte Manuela Laiacona, socia fondatrice di Catasta, l’hub turistico e culturale del Parco Nazionale del Pollino che ha coordinato la progettazione insieme a Fondazione “Con il Sud” e Fondazione Peppino Vismara.


Dalla montagna ai due mari
Catasta, nata come visitor center ma diventata negli anni un vero motore di sviluppo territoriale, ha guidato un percorso di analisi, mappatura e sperimentazione sul campo che ha portato alla definizione di un sistema ciclabile diffuso: un reticolo di tre macro direttrici (Levante, Ponente e Meridio) che collegano il cuore del Pollino con la Piana di Sibari, sullo Ionio, fino a raggiungere anche l’altro mare, il Tirreno. «L’idea era semplice e radicale allo stesso tempo: unire territori che da sempre “si appartengono”, non solo per ragioni geografiche ma storiche – racconta Laiacona – Pollino e Sibaritide sono parte della stessa narrazione, e il cicloturismo è lo strumento ideale per ricomporla».


Tra uliveti ed agrumeti
Il lavoro è stato eseguito con guide esperte del territorio (tra cui Basilicata Bike Trail e Silvio Carrieri) che hanno validato i percorsi e li hanno testati chilometro dopo chilometro. La fase finale è arrivata proprio l’altroieri, con una pedalata di prova insieme a cicloamatori e tour operator come Puglia Cycle Tour, chiamati per valutare l’attrattività dei tracciati in chiave di mercato.
Gli itinerari alternano strade secondarie asfaltate, tratte interpoderali sterrate ma scorrevoli, segmenti di ciclovia dei Parchi e persino tratti della ferrovia dismessa Calabro-Lucana, oggi trasformata in una ciclopista immersa nella natura. I panorami mutano in poche ore: dai 1.000 metri del Pianoro di Campotenese si scende gradualmente fino alla costa ionica, passando attraverso boschi, geositi, uliveti e agrumeti. «La varietà dei paesaggi è incredibile: attraversi montagne, pianure agricole, borghi arbereshe come Civita o Acquaformosa, e poi arrivi al Parco Archeologico di Sibari, cuore della Magna Grecia», spiega Manuela.


E per dormire? Ospitalità diffusa
La rete sarà presto disponibile con tracce scaricabili dal sito catasta.org, schede tecniche e una piattaforma informativa dedicata. Parallelamente verranno sviluppati pacchetti turistici e servizi di accompagnamento, per rispondere sia al cicloturista esperto sia a chi si avvicina per la prima volta alla bici come mezzo di esplorazione. L’accoglienza, come sempre in Appennino, sarà diffusa: piccoli B&B, agriturismi, alberghi di borgo come quelli a Morano o Castrovillari, realtà familiari dove il rapporto umano resta il vero valore aggiunto.
Ma il punto centrale del progetto non è solo turistico. E’ sociale. «Per la prima volta – ribadisce Manuela Laiacona – le amministrazioni non hanno guardato al proprio territorio amministrativo, ma hanno scelto di lavorare insieme, come pezzi di uno stesso puzzle. E’ un progetto collettivo: parco nazionale, sindaci, operatori, associazioni. Tutti sullo stesso piano. Questo è il valore più grande di Pollino-Sybaris».




L’integrazione con la Ciclovia dei Parchi
Una “destinazione cicloturistica” che non nasce in laboratorio, ma dalla volontà di una comunità di reagire allo spopolamento, riscoprire le proprie risorse e costruire un’economia più resiliente. Si tratta di una realtà nascente che non sostituisce ma integra la grande Ciclovia dei Parchi della Calabria, con cui condividerà punti di intersezione e servizi, tra cui la stessa Catasta.
Pollino-Sybaris, dunque sarà presto percorribile in autonomia per i ciclisti più esperti, oppure con guide specializzate per i neofiti. Un viaggio lento, autentico, che unisce due anime della Calabria: la potenza delle montagne del Pollino e la mitologia di Sibari. Un nuovo capitolo di cicloturismo mediterraneo, costruito insieme, dal basso.







