| 30 Marzo 2025

Ciclabile del Garda: chi è favorevole, chi è contrario 

Il tratto trentino occidentale della nuova pista ciclabile lungo il Lago di Garda è un progetto ambizioso che punta a collegare Riva del Garda a Limone sul Garda. Ma, al contempo, divide opinione pubblica e istituzioni. Da un lato, il Comune di Riva e la Provincia Autonoma di Trento (con questo video del Presidente Fugatti) ne esaltano le potenzialità per il cicloturismo. Dall’altro, associazioni ambientaliste come Italia Nostra denunciano l’impatto paesaggistico e i rischi geologici.

Abbiamo raccolto le voci del sindaco di Riva del Garda, Cristina Santi, e della presidente della sezione di Trento di Italia Nostra, Manuela Baldracchi, per capire pro e contro di un’opera che sta già cambiando il volto della ciclabilità gardesana.

Il parere del sindaco

«Questa ciclabile è stata fortemente voluta dagli operatori economici e dai cittadini – esordisce il sindaco Santi – l’idea è nata dopo l’apertura del tratto lombardo realizzato in realtà con i fondi trentini (si tratta del celebre tratto a sbalzo che parte da Limone e risale verso nord, finanziato con il Fondo dei Comuni Confinanti, ndr), e ha portato alla progettazione di un percorso di 5,5 km che unirà Riva a Limone». Il primo chilometro, inaugurato lo scorso 21 marzo dal Presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, corre in galleria lungo la vecchia strada, ristrutturata per garantire massima sicurezza «È un tracciato ampio, adatto anche alle famiglie, che collega il centro città alla cosiddetta spiaggia dello Sperone», spiega Santi.

Il progetto, però, non è esente da critiche. Gli ambientalisti temono soprattutto i tratti successivi, quelli a picco sul lago, dove la montagna è fragile e soggetta a frane. Come se non bastasse c’è il discorso economico. I costi sono lievitati negli anni e la sindaco Santi attribuisce l’aumento all’impennata dei prezzi nel settore edilizio: «E’ un fenomeno generale, non solo della ciclabile».

La vera posta in gioco, però, è il turismo. «Riva vive di sport e outdoor: ciclisti, escursionisti, amanti della vela. Una ciclabile sicura e panoramica attirerà ancora più visitatori» conclude, sottolineando che l’opera è stata approvata ancor prima della suo insediamento

Italia Nostra e l’alternativa in battello

Manuela Baldracchi, presidente della sezione di Trento di  Italia Nostra, non usa invece mezzi termini: «Non siamo contro le ciclabili, ma questo progetto sacrifica l’ambiente in nome di uno sviluppo mal concepito». La nostra associazione, insieme a un coordinamento di gruppi ambientalisti, contesta in particolare i tratti a sbalzo previsti tra Riva e Limone, con strutture larghe cinque metri e tettoie anti-frana. «Sono mostri di metallo aggrappati alle rocce, visibili dal lago come cicatrici», denuncia.

Le falesie del Garda, celebri per la loro bellezza selvaggia, sono infatti un elemento chiave del paesaggio. «Per realizzare la ciclabile, si dovrà rimuovere la vegetazione secolare e installare reti e barriere che snatureranno l’ambiente», spiega Baldracchi. Inoltre, come accennavamo, i costi sono esplosi: «Un tratto di 98 metri è costato 2,6 milioni di euro: una follia, con quei soldi si potrebbero costruire viadotti autostradali». I 5,5 km dell’intero tratto hanno visto lievitare il totale degli oneri alla ragguardevole cifra di 84 milioni di euro, il 50% in più nel giro di due anni.

L’alternativa proposta da Italia Nostra? Sfruttare l’intermodalità. «Perché non usare i battelli già esistenti per coprire i tratti più critici? Un ciclista farebbe una pausa di alcuni chilometri in barca, godendosi il lago, senza deturpare la costa». Così del resto ha annunciato di fare la Regione Lombardia, preferendo i battelli nei tratti più pericolosi (il grande progetto di creare un’unica grande ciclabile di 140 km lungo tutte le sponde del Garda sembra dunque destinato a rimanere incompleto).

Un altro punto critico è la convivenza tra ciclisti e pedoni. «Non sarà una ciclabile per… ciclisti – avverte Baldracchi – ci saranno famiglie con passeggini, persone intente a farsi i selfie… Chi vuole pedalare velocemente finirà per invadere la statale, già congestionata. E non credo servirà a molto per i pendolari, i quali continueranno a spostarsi in macchina». 

Italia Nostra denuncia i costi dell’opera, come questo tratto di 98 metri costato 2,6 milioni di euro
Italia Nostra denuncia i costi dell’opera, come questo tratto di 98 metri costato 2,6 milioni di euro

I rischi geologici

Come dicevamo, un altro aspetto molto importante è quello dei rischi geologici. 

«La montagna è fragile, lo è sempre stato – ammette il sindaco Santi – La realizzazione della ciclabile però porterà sicurezza anche sulla strada, perché verranno fatte delle opere per mettere in sicurezza la ciclabile che gioveranno anche alla strada. La strada dove passano le macchine e dove spesso sono scesi dei massi. Però diciamo che il rischio zero non esiste. Secondo me più che il discorso della sicurezza (che si può ovviare mettendo dei paramassi), facendo delle opere di installazione adeguate si dovrebbe limitare questo problema a un problema di impatto ambientale. A tal proposito si è chiesto che la provincia abbia un occhio di riguardo. Anche perché, chiaramente, l’impatto di una ciclabile che spunta dalla montagna non è il massimo. Per questo stanno cercando di fare il meglio possibile anche da questo punto di vista, facendo più tratti in galleria, più nascosti, dove possibile, o allargando le gallerie esistenti.

Italia Italia Nostra replica: «La differenza è la mole di utenti: una ciclabile affollata moltiplica i rischi e le frane sono frequenti in questa zona. Le reti paramassi possono fermare massi piccoli, ma non una frana vera e propria», avverte.

Le falesie del Garda sono un patrimonio da tutelare. Si troverà un compromesso?
Le falesie del Garda sono un patrimonio da tutelare. Si troverà un compromesso?

Verso un compromesso?

Al di là delle polemiche, entrambe le parti concordano su un punto: il cicloturismo è una risorsa fondamentale per il Garda. La questione è come svilupparlo senza compromettere l’ambiente

Intanto il dibattito resta aperto. Tra chi sogna un’infrastruttura all’avanguardia e chi difende la natura incontaminata, la pista ciclabile del Garda si conferma uno dei progetti più discussi del momento. Una cosa è certa: il futuro della mobilità dolce passa anche dalla capacità di trovare un equilibrio tra business e tutela del territorio.

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