Lo scorso 18 novembre a Padova si è svolta la prima edizione de l’Antoniana, il primo evento dedicato alle bici d’epoca nella città del Santo. La partenza è stata fissata in Prato della Valle dove si sono raccolti circa cento partecipanti, tutti rigorosamente con biciclette e abiti vintage. Hanno prima attraversato il centro della città, poi si sono diretti verso la riviera del Brenta e le sue celebri ville.
Eventi come questi sono sempre più importanti per i luoghi che lo attraversano, non a caso tra i promotori de l’Antoniana c’è stato anche il Comune di Padova, con in prima fila l’assessore al commercio Antonio Bressa. Abbiamo parlato con Bressa delle ricadute economiche che la manifestazione ha avuto e potrà avere in futuro, per la città e non solo.
Assessore Bressa, cominciamo dall’inizio. Com’è nata l’Antoniana?
Dall’idea di amici, appassionati padovani di ciclostoriche, che già partecipavano ad eventi come l’Eroica o l’Artica. Da quella passione comune è nata la volontà di organizzare una manifestazione dedicata alle biciclette d’epoca anche a Padova, visto anche il grande numero di appassionati che ci sono in città. Gli ideatori si sono quindi rivolti a Fruscio, format di M&A Sport, la divisione sportiva di Meneghini & Associati Talent Union che si occupa di comunicazione dello sport, che li ha supportati nella parte di struttura organizzativa e comunicativa.
Poi hanno coinvolto anche l’Amministrazione…
Sì, in un secondo momento hanno coinvolto anche me, che ho subito apprezzato l’iniziativa e dato una sponda a livello comunale. Io stesso sono un grande appassionato di ciclismo, mi piace andare in bici, lo scorso ottobre ho partecipato all’Eroica.
Parlava del grande numero di appassionati di bicicletta in città. Abbiamo visto che recentemente avete avuto più di un riconoscimento per la ciclabilità.
Padova è una città con una grande cultura delle bici, non solo radicata nello sport, ma anche per gli spostamenti quotidiani. Noi ce la stiamo mettendo tutta e infatti nell’ultimo periodo abbiamo ricevuto due importanti premi, uno da Legambiente e uno agli Urban Award, che dimostrano come la città primeggi in Italia come chilometri di ciclabili e uso della bici da parte dei cittadini.
In che modo il Comune ha appoggiato l’Antoniana?
Abbiamo aiutato nella divulgazione dell’evento e abbiamo dato il patrocinio, in collaborazione con l’assessore allo sport Diego Bonavina. Assieme a me è venuto la mattina la partenza a salutare i partenti. Questa è stata un’edizione sperimentale, essendo la prima, ora il Comune è a disposizione per fare insieme altri passi, perché può diventare qualcosa di davvero importante per il territorio.
Quanti partecipanti ci sono stati?
Circa un centinaio, che per essere un progetto partito e realizzato in velocità non è affatto male. Tenga conto poi che tutti erano vestiti ad hoc e con bici d’epoca, quindi una platea più ristretta rispetto ai normali cicloamatori.
Arriviamo alle questioni che riguardano direttamente il suo ruolo istituzionale. Quanto sono importanti queste iniziative per la città?
Direi che c’è un aspetto sportivo da un lato, e dall’altro un aspetto di recupero storico culturale. Sosteniamo questi eventi perché permettono di tenere viva la grande tradizione del ciclismo a Padova, un territorio ricco di officine artigiane dedicate alla bicicletta. Poi certo c’è l’indotto economico, diretto e indiretto.
Ce ne parla meglio?
Quello diretto riguarda il giorno o i giorni dell’evento, ed è quantificabile con le ricadute positive per i bar, i ristoranti e anche gli alberghi, per chi viene fuori. L’indotto indiretto invece è quello permette di promuovere le bellezze della città e la sua offerta turistica. Non a caso il tragitto è passato per tutti i nostri monumenti più importanti e le bellissime ville venete nella provincia. Inoltre queste iniziative permettono di coltivare una passione che poi va a sostenere tutta la filiera della bici, fatta di negozi e officine. Sappiamo bene che le persone spendono volentieri per le cose che amano. E far appassionare le persone alla bicicletta, in tutte le sue forme, è anche un modo per far vivere questa economia.
Il Comune non ha partecipato economicamente all’organizzazione?
Quest’anno no, l’evento è stato supportato da sponsor privati. Ma siamo aperti a discuterne con gli organizzatori, già dal prossimo anno.
Ci descrive il percorso che è stato scelto per la questa edizione?
La traccia era di circa 50 km, sviluppata in un modo de toccare alcuni punti importanti del centro, come le mura cinquecentesche, le piazze e Prato della Valle. Poi, uscendo dalla città abbiamo fatto un percorso gravel lungo la ciclabile del Brenta passando per alcun delle ville venete più note, come Villa Giovanelli a Noventa Padovana e la celeberrima Villa Pisani a Stra, dove c’è stato il ristoro. Quest’anno abbiamo unito la Padova medievale con il circuito delle ville, ma le possibilità del territorio sono davvero tante.
Per esempio?
Nelle prossime edizione potremmo allargare l’offerta verso altri percorsi, per esempio verso i Colli Euganei, uno scrigno di bellezze naturali e culturali, oltre che enogastronomiche. Oppure verso nord lungo la ciclabile del Muson dei Sassi, quindi coerenti con il percorso di Sant’Antonio, visto che l’evento si chiama l’Antoniana. Oppure ancora verso Vicenza lungo gli argini del Bacchiglione. Insomma, le opzioni sono davvero molte. In futuro ci piacerebbe anche coinvolgere anche i Comuni limitrofi per fare squadra con loro, perché è una grande opportunità turistica per tutti.
Quindi come amministrazione vi ritenete soddisfatti di questa prima edizione?
Certamente. Siamo molto contenti di aver contribuito all’avvio di questo progetto che speriamo possa crescere di anno in anno. Quindi invitiamo gli appassionati ad allenarsi per la seconda edizione, in calendario il 15 e 16 novembre 2025, che sarà certamente ancora più grande.