L’impatto visivo è quello tipico dei caschi POC, un design che ha il merito di aver reso proprio i caschi da bici uno strumento di immagine per il ciclista. Immagine e forma che invoglia anche ad indossare il casco, comunque uno strumento di protezione prima di tutto.
Cytal Carbon è una sorta di evoluzione all’ennesima potenza dei modelli Ventral e Octal. Leggero e con un’aerodinamica funzionale per una ventilazione massimizzata. E poi quella ala in carbonio così abbondante che irrobustisce, irrigidisce l’intera struttura e porta il casco POC ad un livello superiore (ma con uno spessore di pochi millimetri). Lo abbiamo provato.
Un passo avanti
Cytal Carbon non è il primo casco ad integrare il carbonio, ma qui non si tratta di argomentare un inserto di piccole dimensioni, oppure alcune porzioni e/o la presenza casuale della fibra composita. Il Cytal Carbon è costruito intorno a questa ala completamente in fibra di carbonio, quest’ultima è una sorta di struttura portante, di scheletro e di fondamenta per il casco. Ancora una volta da POC arriva qualcosa di nuovo, che però non stravolge completamente un design che ha reso celebre l’azienda svedese.
Rispetto ai POC precedenti, ha una sorta di squadratura frontale più pronunciata con delle feritoie molto ampie per l’ingresso dell’aria. Una forma vantaggiosa sempre, anche quando il ciclista è in posizione ribassata, una soluzione non così comune per i caschi non aero. La sezione superiore è molto ampia e fa collimare una forma piatta/arrotondata al tempo stesso, con la copertura della parte in carbonio. Dietro ha una forma tronca, con una sorta di grande bocca che funge da estrazione per aria calda ed umidità.
Leggero e minimale
Le asole che si vedono all’esterno corrispondono ad altrettanti canali posizionati internamente, il risultato di una profonda rastrematura del mold che ha una densità elevatissima. Peso ridotto al massimo senza influire in modo negativo sulla robustezza e sicurezza. Nella taglia media il peso rilevato è di 262 grammi.
Anche le imbottiture sono ridotte al minimo e contribuiscono a quella impercettibilità del Cytal Carbon una volta indossato. La cura dimagrante ha riguardato anche tutta la sezione frontale. Anche in questa parte, il casco POC è molto scavato, la superficie a contatto con la fronte è ridotta e c’è un grande passaggio di aria anche alle velocità più basse. Il calore non è trattenuto e il passaggio costante di aria asciuga la pelle. La termoregolazione ringrazia, così come l’assenza di gocce di sudore che non cadono sulla parte interna delle lenti (o negli occhi).
L’interno arrotondato e zero pressioni
Come vuole la tradizione POC l’interno del casco ha uno “shape molto rotondo” che gli permette di adattarsi a qualsiasi forma, senza pressioni e con un fitting complessivo di ottimo livello. Anche il Cytal Carbon fa parte di quella famiglia di caschi che sporgono ai lati, di fronte e sul retro, un fattore a tutto vantaggio della sicurezza e protezione.
A completare il tutto c’è il sistema di chiusura che si basa sulle classiche fibbie con buckle (tradizionale, non magnetico), una gabbietta posteriore regolabile in altezza ancorata con un doppio supporto dove è posizionato un rotore. Quest’ultimo agisce su un doppio filler sottilissimo e particolarmente efficiente in fase di tiraggio. I filler laterali si ancorano all’interno del casco grazie ad un braccetto (nascosto sotto le imbottiture) più spesso che dissipa al meglio le pressioni che inevitabilmente si creano. Nell’insieme non si ottiene una modifica della taglia del casco, quanto una regolazione ottimale della stabilità, senza pressioni scaricate sulla testa e nella zona perimetrale.
Un casco esclusivo
POC Cytal Carbon è un casco con un prezzo di listino importante, 400 euro non sono per tutti. Crediamo però, che un casco del genere ha anche l’obiettivo di mantenere una certa esclusività, perché è un mix di tecnologie, soluzioni all’avanguardia e nuovi modelli di analisi CFD applicati ad un casco che non nasce per la categoria aero.
Il fitting di questo prodotto è davvero buono e sorprende per la capacità di adattamento, perché sparisce una volta calzato e perché ha un potere “raffreddante” enorme. Il vortice di aria che si crea al suo interno è una sorta di “provare per credere”.
