| 28 Giugno 2022

Cantine e assaggi d’Appennino: primo e terzo anello

Vediamo da quali altri percorsi è composto Macerata Rebirth, circuito di tre itinerari di Marche Outdoor, dopo aver descritto il secondo anello in giro per abbazie, cantine e leggende.

Il primo anello

L’anello numero uno si potrebbe soprannominare “la quiete prima della tempesta”. Infatti è possibile suddividerlo in due parti. I primi 24 chilometri sono di sostanziale pianura, poi un toboga per tornare verso il mare, dove di pianura non c’è nemmeno l’ombra. Partenza e arrivo sono fissati a Civitanova Marche e, nel complesso, l’itinerario non è dei più impegnativi, contando 54 chilometri totali e circa 600 metri di dislivello.

Lasciata Civitanova si risale la vallata del Chienti rimanendo sulla sinistra orografica del fiume, di pari passo con la ferrovia che si addentra nel Maceratese. Si superano infatti i centri di Montecosaro Scalo e Morrovalle Scalo. Altra stazione che può essere utile per un eventuale scambio intermodale treno+bici è quella di San Claudio, proprio nei pressi dell’Abbazia descritta nel secondo anello di Macerata Rebirth.

Sosta a San Claudio

La sosta all’abbazia romanica di San Claudio è doverosa, vuoi per il suo fascino di essere collocata nel mezzo della valle, isolata dagli altri centri urbani, vuoi perché di qui a poco, come dicevamo, la pianura sarà solo un ricordo.

Il primo anello avvicina nuovamente l’abbazia di San Claudio
Il primo anello avvicina nuovamente l’abbazia di San Claudio

Al chilometro 23, infatti si svolta a destra per incrociare per l’ultima volta la ferrovia che conduce a Macerata. Il capoluogo di provincia viene solo lambito dal percorso, rimanendo sulla sinistra, mentre davanti si affronta lo strappo più impegnativo di giornata, quello di Contrada Valle, lungo appena 1,3 chilometri, ma con una pendenza media dell’8,5 per cento. Curva a gomito a sinistra per Via Lattanzio Ventura a riprendere la strada verso il mare.

Arrivo a Morrovalle

Ora si viaggia in cresta superando la Cantina dei Conti Lucangeli (foto di apertura). Piacevole discesa fin quasi a incrociare il tragitto dell’andata, poi di nuovo un chilometro abbondante di salita ma con pendenze più miti, tra il 6 e il 7 per cento. La strada continua a salire in falsopiano superando gli abitati di Santa Lucia e Contrada Culmici. Poi raggiunge Morrovalle, località con 10.000 abitanti e diversi edifici storici, come il trecentesco Palazzo Lazzarini o il Convento Francescano risalente all’XI secolo.

Dalle Cantine Lucangeli, panorami sulla valle e tanto verde
Dalle Cantine Lucangeli, panorami sulla valle e tanto verde

Tra vari saliscendi sempre sulla collina che divide il Chienti dal Potenza, si supera Montecosaro (visibile alla propria destra). Raggiungiamo ora Civitanova Alta, la cui struttura medievale è ancora intatta. Curiosità: transitando per Porta Marina potete osservare un cipresso che è nato proprio all’interno della fascia merlata della fortificazione. Gli ultimi chilometri di discesa verso il mare, si concludono a nord del porto di Civitanova Marche. Da qui è possibile tornare al luogo di partenza costeggiando il lungomare.

Il terzo anello

Il terzo anello di Macerata Rebirth invece è di tutt’altra foggia. Con i suoi 109 chilometri e 2.000 metri di dislivello diventa un percorso davvero allenante.

Partenza e arrivo a Tolentino (i tre anelli sono contigui) e stavolta si pedala in senso antiorario. Lasciato il Ponte del Diavolo, i primi 6 chilometri non presentano difficoltà. Quindi si comincia a salire verso Serrapetrona, con uno strappo di quasi 3 chilometri al 7,8 per cento. L’ambiente collinare lascia spazio a quello appenninico raggiungendo la quota di 750 metri, per poi ridiscendere leggermente verso Camerino. Sede di un’importante università, questo centro è stato severamente colpito dal sisma del 2016.

Il fondovalle è raccordo perfetto per strade che nel terzo anello puntano verso l’Appennino
Il fondovalle è raccordo perfetto per strade che nel terzo anello puntano verso l’Appennino

Ai confini dell’Umbria

Scesi dal paese occorre affrontare un’altra asperità di oltre 3 chilometri al 7,6 per cento di pendenza media, al fine di svalicare a 770 metri e sbucare nella vallata dell’alto Chienti. Il successivo paese è infatti Serravalle di Chienti, vera e propria “porta” per l’altopiano di Colfiorito. Siamo ai confini con l’Umbria e dell’altopiano questo percorso copre la parte orientale, quella marchigiana.

Inizia il rientro sulla Strada Provinciale Pievetorina-Colfiorito, dove si svalica al punto più alto del tour, circa 890 metri di quota.

Tolentino e i suoi portici sono partenza e arrivo del terzo anello di Macerata Rebirth
Tolentino e i suoi orologi sono partenza e arrivo del terzo anello di Macerata Rebirth

Ritorno a Tolentino

Le difficoltà maggiori sono alle spalle. Nei primi 52 chilometri si accumulano 1.500 dei 2.000 metri di dislivello totali, mentre la lunga discesa verso Pievetorina consente di recuperare energie.

Si punta quindi verso nord per incontrare di nuovo il corso del Chienti che in breve ci porta a costeggiare il Lago di Polverina, molto apprezzato dagli amanti della pesca sportiva. Al chilometro 85 si supera l’abitato di Caldarola e da qui, gli ultimi 20 chilometri si presentano piuttosto mossi. Si fa sentire soprattutto lo strappo che segue l’abitato di Camporotondo di Fiastrone (2,3 chilometro al 6 per cento). Facile rientro verso Tolentino per questo tour tra Appennino e colline maceratesi.

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