TRENTO – Da Usella in Val Bisenzio a Roma Circo Massimo, in sei edizioni il Giro-E ha percorso tanta strada in senso figurato e non solo. Dal 2019 ad oggi sono centosette le tappe disputate, curiosamente tante quante le edizioni del fratello maggiore Giro d’Italia. Al momento questo dato accomuna i due eventi di RCS Sport, ma ci sono tanti altri punti d’incontro nonostante le loro differenze.
Giusto per sgombrare il campo da cattive interpretazioni e vecchi dubbi, il Giro-E è una manifestazione non competitiva che rientra nel calendario del cicloturismo italiano che si svolge nei giorni e sulle strade del Giro d’Italia in sella ad una bici da corsa a pedalata assistita. Ogni formazione è capitanata da ex corridori o sportivi ed ogni giorno cambiano i concorrenti in base alle zone che si attraversano. Le tappe partono da sedi diverse rispetto a quelle del Giro, ma finiscono tutte sullo stesso traguardo dei professionisti. In media gli ultimi 60/70 chilometri sono i medesimi sia per gli uni che gli altri.
Alla “E” che sta per elettrico, le si può attribuire anche il significato di esclusività ed emozione. Durante un talk-show dedicato al Giro-E nel contesto del Festival dello Sport di Trento, ne abbiamo approfittato per sentire il direttore Roberto Salvador, con un passato importante da dirigente di volley ai tempi della gloriosa Maxicono Parma, ed il project manager Michael Giannelli, ex ciclista U23 con diversi risultati all’attivo. Sono loro a guidarlo fondendo in armonia le rispettive estrazioni sportive per renderlo un contenitore di tanti temi.
Unico al mondo
Come un padre che vede crescere il proprio figlio, il direttore Salvador sa che la sua creatura viaggia spedita, anche se non bisogna mai abbassare la guardia nella cura dei dettagli. Per la stessa azienda RCS Sport è considerato sempre di più un evento importante a livello di marketing e mediaticità.
«Il Giro-E ha visto la luce nel 2018 con una edizione sperimentale – racconta Salvador – e l’anno successivo, con la prima edizione ufficiale, è nato come e-bike experience. Ovvero dare la possibilità a gente non necessariamente ciclista di pedalare sulle strade del Giro d’Italia pochi minuti prima del passaggio dei professionisti. Questa peculiarità è rimasta intatta nelle varie edizioni, cosa che rende unico questo evento nel panorama mondiale.
«Quella che si è sviluppata negli anni – prosegue – è la vocazione di un evento fortemente a trazione sostenibile. Nei primi anni si è puntato soprattutto a promuovere l’e-bike come valida alternativa ecologica ai mezzi a carburante, poi si è lavorato sul fronte della mobilità in generale con particolare attenzione al tipo di auto utilizzate nell’evento, ibride ed elettriche».
Cambio di format
Le ultime due edizioni hanno cambiato la pelle di Giro-E con un format ancora più trascinante.
«Con l’avvento del Green Fun Village nel 2023 – spiega Salvador – il Giro-E ha fatto un grande passo in avanti, sia come evento di sport e spettacolo che coinvolge le città di partenza per una grande giornata di festa, ma soprattutto per promuovere i temi della sostenibilità. Infatti il villaggio è costruito con materiali riciclati e riciclabili, mentre tutte le attività sono sostenibili e vogliono proprio sensibilizzare il pubblico in questa direzione. Giro-E è anche un evento sperimentale dove vengono provate nuove soluzioni sostenibili, dai materiali all’attenzione al riciclo, fino alla logistica.
Conferme e novità
Il disegno dell’edizione numero 7 di Giro-E è praticamente fatto, ma si pensano alle novità da inserire: «Anche per il 2025 stiamo studiando nuove soluzioni come il Kilometro Sostenibile, ovvero un tratto di percorso dove verrà installato un tessuto “mangiasmog” che assorbe le sostanze tossiche dall’aria come CO2 e polveri sottili.
«Anche dal punto sportivo – conclude la sua analisi il direttore Salvador – l’evento è cresciuto negli anni, aumentando i team partecipanti da 7 della prima edizione ai 20 dell’ultima, con un’apertura per il 2025 di arrivare ad un massimo 22 team. Negli anni l’appeal di Giro-E è cresciuto in modo esponenziale diventando un evento ambito sia per gli ex campioni di ciclismo, ma anche e soprattutto per personaggi famosi di altri sport, personaggi dello spettacolo, giornalisti e politici».
Giro-E e gli enti locali
Giro-E è una manifestazione trasversale perché chiama in causa in modo profondo tanti enti locali. Un compito, fra i vari, curato dal project manager Giannelli e i suoi più stretti collaboratori.
«Le città che ospitano le nostre partenze – ci dice Giannelli – sono parte attiva della manifestazione e sfruttano l’evento come una straordinaria opportunità di comunicazione, sia per la promozione del territorio che per le iniziative di sostenibilità. Durante il periodo di avvicinamento alla manifestazione, i comuni interessati dal Giro-E mettono in luce i loro progetti inerenti alle tematiche della mobilità sostenibile e della sostenibilità ambientale organizzando serate a tema, incontri, pedalate ecologiche ed altri eventi collaterali.
«Il giorno della tappa – continua – il Green Fun Village, il nostro villaggio di partenza, diventa un punto di incontro per numerose associazioni locali, le quali partecipano alle attività con esibizioni e dimostrazioni. Le iniziative coinvolgono scuole, gruppi sportivi, associazioni culturali, associazioni storiche, associazioni enogastronomiche ed ambientaliste, creando un contesto di festa e variegato. Per coinvolgere tutte le realtà locali un nostro team lavora a stretto contatto con gli enti territoriali per inserire ognuno nel palinsesto della giornata.
«Bisogna inoltre considerare – chiude il suo intervento Michael Giannelli – che ospitare una partenza di tappa comporta un indotto economico per il territorio. Per alloggiare oltre 400 persone tra staff, team, fornitori e sponsor vengono coinvolte sia direttamente che indirettamente le strutture ricettive, ristoranti e bar della zona. Da alcune edizioni ad oggi riceviamo molte candidature spontanee da parte dei comuni, desiderosi di partecipare all’evento e contribuire con le loro iniziative, rendendo il Giro-E un vero e proprio laboratorio di sostenibilità e collaborazione comunitaria».