| 20 Ottobre 2023

Salento, l’affascinante conclusione del nostro viaggio in Puglia

Abbiamo ammirato la magnificenza della Daunia, la natura viva del Gargano, la quiete del Tavoliere, ci siamo riflessi sulle rive della Costa Imperiale e attraversato le meraviglie di Murgia, Gravine e Valle d’Itria. Siamo arrivati al tacco dello stivale, nel punto più orientale d’Italia. Ecco il Salento, il luogo dove la bici e le bellezze pugliesi trovano l’epilogo di una vacanza in sella. We are in Puglia, dove le due ruote trovano itinerari unici e dove la tradizione e la cultura accolgono il cicloturista a braccia aperte. Saliamo di nuovo in sella e impariamo a conoscere questo angolo circondato dal mare e costellato di meraviglie. 

Gli itinerari si adattano a tutti i tipi di bici
Gli itinerari si adattano a tutti i tipi di bici

Entroterra alle spalle

L’entroterra alle spalle e lo sguardo specchiato in acque cristalline. 78 chilometri con 405 metri di dislivello. L’itinerario ha inizio da Lecce, la città del barocco. Amata dai turisti, ma anche dai suoi cittadini, raccoglie in sé un intreccio irripetibile di arte e cultura. Da qui si dà il primo colpo di pedale e dopo appena 12 chilometri si raggiunge l’antico borgo fortificato di Acaya, impreziosito da un castello risalente ai primi anni del 1500. E poi, il silenzio unito alla bellezza del paesaggio dell’Oasi le Cesine, Riserva Naturale dello Stato. 

Per diversi chilometri si ha il lusso di pedalare tra fitti alberi, prima di giungere a ridosso delle spiagge di San Foca e di Torre dell’Orso, due delle località turistiche più frequentate del Salento, le cui acque cristalline meritano più di un tuffo e d’inverno spiccano come colpi di pennello in un quadro d’autore. Tra le due è possibile ammirare da vicino la suggestiva Grotta della Poesia e le antiche rovine di Roca Vecchia, antica città dell’età del bronzo. Lasciata la vista sul mare, non prima di aver ammirato i Faraglioni di Sant’Andrea, si prosegue in direzione Borgagne, piccolo paese dal carattere tipicamente salentino. Pochi chilometri più a sud si costeggiano i due laghi Alimini prima di terminare l’itinerario, dopo pochi colpi di pedale, dinanzi ai bastioni a picco sul mare di Otranto, la “Porta d’Oriente”. 

Bellezza senza fine

La Puglia ci ha abituati a una continua sfumatura di epoche storiche e tradizioni gastronomiche senza eguali. Ma anche luoghi dove l’uomo non può fare altro che ammirare. A circa 20 chilometri da Otranto, c’è una struttura cava erosa dal mare, ricca di numerose iscrizioni votive che la rendono una biblioteca nell’Adriatico. E’ un luogo dal grande fascino archeologico e naturalistico, dove fare letteralmente un bagno nella storia. Poco distante da San Cataldo, nota come la spiaggia dei leccesi, si apre la meravigliosa oasi naturale le Cesine. Qui è possibile ammirare le rare orchidee spontanee e il volo degli aironi e dei germani reali. Le Cesine è infatti un’oasi del WWF, che trovandosi lungo una delle principali rotte migratorie, ospita tantissimi uccelli acquatici. 

Tra Torre Sant’Andrea e Otranto, la spiaggia di Alimini – con le sue dune di sabbia finissima, il mare trasparente e i fondali bassi – è l’ideale per i più piccoli. Ma il lungo tratto di costa, aperto a tutti i venti, è un vero paradiso anche per i surfisti. Poco distante da Lecce, tra la località turistica di Torre dell’Orso e la Baia dei turchi, si trova Torre Sant’Andrea, un antico villaggio di pescatori con l’omonima torre di difesa cinquecentesca. I Faraglioni sono una scultura naturale, in cui l’acqua ha modellato la roccia bianca. Tra tutti, il più suggestivo è l’Arco degli innamorati. 

Santa Maria di Leuca si trova nel punto più a oriente d’Italia (foto Italia.it)
Santa Maria di Leuca si trova nel punto più a oriente d’Italia (foto Italia.it)

Fino al tacco

Giù fino al tacco dello Stivale e lenta riconquista del cuore rurale del Salento. Questo itinerario di 186 chilometri e 1.500 metri di dislivello procede a passo lento, lungo gli spot più belli della macchia mediterranea. Si parte dall’interno, da Maglie, per andare verso la costa e assaporare le diverse facce del salento attraverso Muro Leccese, Giurdignano e Otranto. Per poi approdare a Punta Palascia, il punto più orientale d’Italia, dove si ammira l’alba prima che in qualsiasi altro angolo del Belpaese. Da qui, l’Albania è distante appena 70 chilometri. Inseguendo la brulla costa adriatica, si giunge alla piccola baia di Porto Badisco, dove approdò Enea in fuga da Troia e, infine, a Santa Maria di Leuca, la spartiacque dei due mari: lo Ionio e l’Adriatico.

Il percorso da qui risale lungo il versante ionico, spingendosi alla scoperta del nucleo medioevale di Castrignano e del mausoleo Centopietre a Patù. Dopo un’immersione tra i filari di ulivi perfettamente allineati, si ritorna, per pochi chilometri, a rimettere gli occhi sul mare e su una delle città storiche del Mediterraneo: Gallipoli. L’anello che celebra il certo matrimonio tra il cicloturista e il Salento regala il magnifico spettacolo barocco di Nardò e i tesori d’arte di Galatina. Si conclude con il ritorno a Maglie. 

I muretti a secco sono patrimonio Unesco e accompagnano ai lati le pedalate dei cicloturisti (foto Salento Bici Tour)
I muretti a secco sono patrimonio Unesco e accompagnano ai lati le pedalate dei cicloturisti (foto Salento Bici Tour)

Epilogo salentino

Tanti luoghi abbiamo citato e tanti ce ne sarebbero da citare. Il Salento non è esente da questo incipit. Mettersi in sella e pedalare sulle strade tracciate dagli itinerari è però un ottimo modo per incontrare le bellezze storiche. A due passi da Otranto, le cave di bauxite, un tempo utilizzate per l’estrazione di alluminio, oggi si lasciano ammirare nel gioco di dune rosse a picco su un laghetto sorto dalla falda freatica nata dopo la loro dismissione. Nel cuore della Grecia salentina, dove ancora si parla il griko, antico idioma di origine greca, risplende Melpignano. Il piccolo borgo che ogni estate accoglie il concertone de “La notte della Taranta”, una grande festa dai ritmi incalzanti e danze sfrenate, legate alle storie della tradizione.

Accompagnati lungo la strada si notano i famosi muretti a secco. Un’arte antichissima, ostinata e paziente, in armonia con gli equilibri della natura. Dividono i terreni tra gli ulivi e, senza l’aggiunta di malta o cemento, permettono all’acqua di penetrare. L’arte dei muretti a secco oggi è riconosciuta come patrimonio Unesco. Meritano una visita il Parco naturale regionale Costa Otranto, le torri costiere di Gallipoli, alcune delle quali visitabili. E ancora, il piccolo fiordo salentino, il Ciolo, vicino Santa Maria di Leuca che regala panorami a picco sul mare. La monumentale fontana a cascata di Santa Maria di Leuca, con la scalinata e la colonna romana, sono le opere terminali dell’Acquedotto Pugliese. Infine Punta Meliso, il punto d’incontro tra i due Mari, lo Ionio e l’Adriatico. 

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