| 19 Maggio 2024

Con il vento sulla pelle, le hugbike e i ragazzi speciali

Prima scuola di ciclismo riconosciuta dalla Federazione Italiana, la Asd Franco Ballerini di Bari ha una storia colma di visioni proiettate verso il futuro, capace di anticipare i tempi, trovando nuove soluzioni. L’appassionato presidente Pino Marzano è un autentico precursore che, da anni, si impegna su più fronti per promuovere inclusione e mobilità sociale sul territorio. Il caso delle Hugbike ne è l’esempio più recente.

Abbiamo chiesto a lui di spiegarci il progetto che coinvolge letteralmente le bici dell’abbraccio. E in che modo esso vada incontro ai piccoli ciclisti con disabilità che vogliono scoprire l’ebbrezza di andare in bicicletta. Lo scenario sono le incantevoli ciclovie pugliesi, ad un sospiro dal mare azzurrissimo e con il vento salmastro sul viso.

La Asd Franco Ballerini opera nella memoria del campione scomparso
La Asd Franco Ballerini opera nella memoria del campione scomparso

Tutto parte da un sogno

«Operiamo nella disabilità da oltre vent’anni – racconta Marzano – abbiamo avuto l’occasione di conoscere i bambini e le loro famiglie e ci siamo accorti che la disabilità è molto varia, nessuna è uguale all’altra. Le prime bici che abbiamo acquistato erano delle cargo dedicate ai ragazzi con la sindrome di down. Poi abbiamo cominciato a valutare delle soluzioni per l’autismo e con il tempo, sperimentando, abbiamo scoperto la bici dell’abbraccio. E’ formidabile perché, in questo modo, chi normalmente non ha la possibilità di circolare da solo per strada può pedalare in sicurezza, insieme ad un istruttore o al proprio genitore».

E’ così che i semplici giri all’interno della scuola di ciclismo diventano delle lunghe e coinvolgenti ciclopasseggiate al di fuori del centro, in tutta libertà, alla scoperta delle ciclabili pugliesi più affascinanti e della bellezza di pedalare con il mare a fianco. 

La Hugbike, bici dell’abbraccio, viene prodotta a Treviso
La Hugbike, bici dell’abbraccio, viene prodotta a Treviso

Cosa sono le hugbike

Le speciali bici dell’abbraccio – Hugbike – consistono in innovativi tandem con doppi manubri. Essi permettono alle ragazze e ai ragazzi con disabilità fisiche, sensoriali o cognitive, di pedalare insieme agli adulti. Grazie a questa studiata conformazione del telaio, il conducente può sedere dietro, abbracciando e mettendo in sicurezza il passeggero. Questi si trova davanti, con la gratificante sensazione di avere il controllo del mezzo. Ideata dalla fondazione “Oltre il labirinto” Onlus di Treviso, questa bici non solo offre a chi ha difficoltà motorie la possibilità di pedalare, ma anche di migliorare le abilità sociali ed acquisire importanti competenze sul codice della strada.

«Dobbiamo dire grazie ai finanziatori – continua Marzano – che hanno preso a cuore questo progetto. Oggi abbiamo un parco bici di circa dieci mezzi ed è veramente straordinario vedere con che sorriso i bambini pedalano sulle hugbike. Questi ragazzi hanno una vita particolarmente densa con le numerose terapie alle quali vengono sottoposti. Pertanto il momento in bici per loro è qualcosa di estremamente prezioso. Liberano i pensieri e possono essere se stessi, senza stress e divertendosi. Oltretutto hanno la possibilità reale di accrescere autostima e fiducia».

Il cuore del progetto

Il valore aggiunto è proprio il fatto che il bambino può pedalare con il tutore o con un membro della sua famiglia. I ragazzi hanno la possibilità di uscire dal centro e godere di queste esperienze come tutti noi.

«Con l’aiuto dell’esperienza che abbiamo fatto sul campo – aggiunge Marzano – facciamo sì che le bici si adattino al bambino e alle sue esigenze, non sarebbe giusto il contrario»

La Hugbike permette a ragazzi con scarsa abilità di sentirsi a proprio agio
La Hugbike permette a ragazzi con scarsa abilità di sentirsi a proprio agio

Imparare divertendosi

Anche se il ciclismo non è considerata una vera e propria terapia, Pino fa notare come i miglioramenti siano davvero concreti.

«Bisogna essere coraggiosi», conclude. «Prima la bicicletta era sconsigliata, ma adesso queste attività sono riconosciute come terapeutiche, proprio perché i risultati si possono constatare. I bambini affrontano le uscite con gioia, sicurezza. Inoltre imparano a gestire i movimenti. Per esempio abbiamo inserito anche il blocco pedale per fargli capire il meccanismo della pedalata. Mi sento di dire che la passione è davvero qualcosa di fondamentale, rivoluziona, cambia tutto. Apre infinite prospettive».

Per informazioni: ASD Franco Ballerini

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