Sin dalla sua prima edizione la Granfondo Andalas Strade Sarde, che andrà in scena ad Alghero il prossimo 4 maggio, ha avuto una forte impronta cicloturistica, anzi è stata quella il leif motiv alla base della sua creazione. L’agonismo è il richiamo, è come se fosse lo specchietto per le allodole, poi chi viene si accorge della bellezza dei luoghi e decide di fermarsi o di tornare, con più calma, a godersi l’affascinante calma di una Sardegna forse diversa da quella delle cartoline illustrate, ma sicuramente più vera.
I richiami originali del territorio
Un evento che sta crescendo e che soprattutto sta “solleticando” l’interesse della politica locale e questo è uno dei presupposti fondamentali per poter raggiungere i traguardi prefissati: «Noi siamo nati con una forte vocazione cicloturistica – racconta il presidente dell’Asd Cannedu Ittiri Salvatore Chessa – Questa è una gara nazionale, ma noi l’abbiamo sempre intesa principalmente come evento di vocazione turistica e proprio in questa veste abbiamo avuto appoggio dagli enti locali, dalle agenzie. Allestire una manifestazione in Sardegna non è facile, la distanza influisce, bisogna tener conto dei trasferimenti, trovare le soluzioni sinergiche più adatte per solleticare il palato di chi viene dal continente».
La Granfondo era nata come evento agonistico, ha avuto addirittura un’edizione che prevedeva anche la prova per Under 23 e juniores: «A dispetto dell’aspetto competitivo però, chi ha partecipato si è reso subito conto del grande richiamo del nostro territorio perché la Granfondo non ha mai avuto un percorso comune, si è sempre distinta. Basti pensare al passaggio per il centro storico di Ittiri o le tombe ipogeiche mongratine, senza dimenticare i continui scorci verso il mare di Alghero. La nostra idea però è sempre stata un po’ diversa dal comune sentire di chi organizza Granfondo, soprattutto in Sardegna.
Passare per i piccoli borghi
«Noi abbiamo pensato che dovevamo valorizzare il nostro territorio, l’entroterra a prescindere dal mare che pure è un grande richiamo. Volevamo che la Granfondo facesse scoprire la bellezza dei piccoli borghi attraversati, anche i posti come Villanova che prevedono passaggi in sterrato. La risposta è sempre stata positiva, chi è venuto si è sempre detto più che soddisfatto».
Nell’allestire un evento che aspira a grandi numeri, bisogna però anche valutare con attenzione il tracciato e avere i servizi a disposizione: «La scelta di Alghero come partenza e arrivo è strategica in questo senso. Siamo in una zona della Sardegna che, al di fuori della città, ha poche strutture logistiche e quindi diventava davvero complicato poter allestire una manifestazione di livello. Alghero invece ci mette a disposizione una grande quantità di luoghi dove soggiornare e poter assaggiare cibi e vini tipici. E’ una scelta che rispecchia anche una soluzione cicloturistica: chi viene può avere Alghero come epicentro e poi muoversi con escursioni, avendo a disposizione tutto quel che serve. Anche dal punto di vista dei noleggi e dell’assistenza ciclistica, che al di fuori della città necessita sicuramente di una crescita».
Soluzioni convenzionate per scoprire la Sardegna
Sono queste, edizioni cruciali per il futuro della GF Andalas Strade Sarde : «E’ il territorio che deve crescere con noi, piano piano ma con continuità. Noi ad esempio contiamo quest’anno di avere 400 partecipanti che magari possono sembrare poca cosa in confronto alle prove del Continente, ma qui sarebbero già un risultato importante. Darebbe modo anche ai tour operator di proporre questi luoghi non solo nel periodo della Granfondo, ma sfruttarne la scia per permettere a chi viene di tornare, per periodi più lunghi. Noi comunque ci siamo mossi proponendo soluzioni convenzionate non solo per l’alloggio, ma anche per il viaggio».
La Granfondo d’altro canto si innesta in un processo di grande evoluzione dell’Isola dal punto di vista cicloturistico, ma forse bisognerebbe allargare il discorso e parlare di uso della bici: «E’ vero, perché c’è un certo sviluppo anche interno. Esci di casa e vedi sulle strade più ciclisti, gente che si allena o che semplicemente si sposta in bici, per andare al lavoro o per altre incombenze quotidiane. Poco tempo fa tutto ciò sarebbe sembrato assurdo. Noi ce ne accorgiamo anche nella nostra piccola realtà sociale: in poco tempo il nostro sodalizio è passato da 40 a 60 soci, è un segnale importante.
Grandi testimonial a fianco del progetto
«Forse le mie parole potranno sembrare strane – riprende Chessa – ma è importante che si sappia come per noi la prova cicloturistica affiancata alla Granfondo ha un valore enorme, diverso da quanto avviene in tante altre manifestazione dove è un semplice contorno. E’ proprio pensando ad essa, ad esempio, che le Pro Loco del territorio ci hanno garantito il loro appoggio provvedendo alla gestione dei vari ristori che avranno quindi una caratterizzazione particolare, in modo anche da far conoscere i gusti del territorio».
A dare impulso alla parte cicloturistica anche la presenza di testimonial di nome. Lo scorso anno venne Gianni Bugno, che il giorno prima partecipò a un’intervista pubblica che riscosse un enorme successo di partecipazione. La cosa verrà replicata quest’anno portando ad Alghero un altro grande nome del ciclismo italiano: e chi se non il suo grande rivale “Diablo” Chiappucci?
Per iscriversi questo il sito della manifestazione: il costo delle iscrizioni è di 35 euro da versare entro il 15 aprile con agevolazioni per le società con almeno 10 partecipanti.