FELTRE – «Peter, Peter!!». Non sono nemmeno le 22, la Castelli 24h è cominciata da un’ora scarsa, eppure la salitella del circuito cittadino di Feltre mi provoca già le prime allucinazioni. Poi, all’improvviso, sento un gruppo arrivare alle mie spalle, mi giro a sinistra e vedo una sagoma verde, con un sorriso inconfondibile e una facilità disarmante nel condurre la bicicletta.
E’ tutto vero, ragazzi, mi sta affiancando Peter Sagan: ecco perché la tantissima gente assiepata a bordo strada faceva tutto quel baccano. Cioè, ma voi vi rendete conto? E’ uno po’ come se uscite di casa e andate a giocare a calcetto con Leo Messi, oppure, nel campo di tennis in cui siete cresciuti, vi trovate a palleggiare con Jannik Sinner. Non c’è partita stavolta, soltanto il ciclismo ti regala questi attimi, quelli che un giorno racconterai ai nipotini: «Sì, cari miei, quella notte ho pedalato proprio con Sagan, il leggendario campione slovacco che vinse tre mondiali di fila».
Due pedalate e via
Sono attimi eterni, in cui se chiudessi gli occhi mi immaginerei in una tappa del Giro o del Tour, in mezzo ai miei miti. Provo ad accelerare, vedo che guadagno qualche centimetro mentre la salita volge al termine, poi a quel mattacchione bastano due pedalate per allungare e lo vedo sfrecciare via. Forse stavo sognando. E, invece, no.
Già, perché non fosse bastato, nemmeno un’ora dopo, è un casco arancione a catturare la mia attenzione, ma soprattutto la potenza sprigionata da quel fenomeno che lo indossa: Caleb Ewan. E niente, il tour de force è appena cominciato e io sono già felice come un bambino nel paese dei balocchi. Le risate sono assicurate anche appena usciti dal circuito, con gli amici del team Obiettivo 3, nato dall’idea di Alex Zanardi, per promuovere lo sport paralimpico a ogni latitudine.
Come comete impazzite
Ma il bello della 24h è che, oltre a trovarti a pedalare tra amici e campioni come Vincenzo Nibali, Alessandro Ballan, Paolo Bettini e tanti altri ancora, appena scendi dalla sella, sei lì a bordo pista a far festa con loro.
Già perché se nel circuito incastonato nelle mura del comune bellunese, gli oltre 1.116 partecipanti delle 93 squadre iscritte continuano a sfrecciare come comete impazzite. Il contorno è qualcosa davvero magico, a qualunque ora del weekend. Di notte, lungo la salita, il tendone si anima con musica a palla, cibo a volontà, birra e balli di gruppo in un vero e proprio Carnevale del pedale.
Pizze senza sosta
Di giorno, invece, si scaldano gli spalti, dove oltre ai membri delle squadre e ai parenti, si aggiungono figure mitiche come i segnalatori, che cercano di aiutare chi è ai box a cambiare ancor più rapidamente coi compagni in uscita. Anna è una di questi ed è la più scatenata con la sua voce squillante e la palettona giallo-fluo che sventola in aria a richiamare l’attenzione dei suoi ragazzi.
Poi, se vi avventurate accanto al lungo rettilineo su cui i migliori sfrecciano a oltre 55 chilometri all’ora, ecco gli scatenati GrondaFlorex che sfornano pizze senza soluzione di continuità. Per non sbagliare, hanno fatto anche la maglietta a tema con un trancio-ciclista. Per chi, invece, preferisce una pasta, ecco la variante ligure col pesto del team C’è da Fare, attivissimo in pista, ai fornelli, ma soprattutto nel raccogliere fondi per beneficenza insieme a tantissime belle realtà che ogni anno si legano alla 24h feltrina.
L’inarrestabile Casse
La novità in questo settore è stata rappresentata dal team “Seicento Battiti per la TIN“, volto a sostenere la Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. A capeggiare la squadra nientemeno che lo sciatore Mattia Casse. Non gli fosse bastato vincere sulla per la prima volta in Coppa del mondo sulla iconica Saslong lo scorso inverno, eccolo in veste di factotum della formazione che ha trionfato nella graduatoria charity.
Ha dormito solo due ore l’uomo jet azzurro tra preparare i cambi, incitare compagni e compagne, girare in pista e persino spillare birra. Sempre ovviamente con l’obiettivo di raccogliere fondi per i meno fortunati. Inesauribile, così come la moglie Sara che lo supporta.
Il primo turno di notte
Sembra davvero di essere in un luna park del ciclismo con attrazioni di tutti i tipi e interazioni continue. Tra un giro e l’altro, ci incontriamo nel nostro gazebo coi compagni della squadra Castelli 2 per rifiatare e commentare le sensazioni in pista. Io mi alterno con Csaba, arrivato dall’Ungheria, e con l’inglese Steve.
Dalle 21 a mezzanotte e poi di nuovo il mattino di sabato dalle 8,45, dando il cambio a quei matti del mio omonimo Alberto, Vittorio e Ali che hanno pedalato di notte. Nel mezzo, ecco il capitano Luca, Andrea, Ludovica, Enrico e Benjamin. Un team variegato, accomunato dalla passione comune per la bici e dalla voglia di far festa in compagnia.
Alle 21 non si gira più
Velocità, adrenalina e tanto divertimento dal tramonto all’alba e poi ancora fino al tramonto. Quando scoccano le 21, le squadre smettono di girare, ma tra premiazioni e feste, si va avanti fino a tarda notte. A trionfare per il secondo anno consecutivo è il Team Forty Caselle, con 547 giri completati, ovvero più di 1.000 chilometri a 42,130 km/h di media. Per la classifica tutta al femminile, anche qui si è registrato un bis, con la Sportful Pro Women che ha messo insieme la bellezza di 452 giri, superando diverse formazioni dell’altro sesso.
Si spengono i riflettori su Feltre, ma nella testa restano tante istantanee indelebili. A giugno, il weekend della 24h è un appuntamento oramai fisso per chi ama la bicicletta e tutto quello che gli ruota attorno: dunque, conviene cominciare prepararsi all’appuntamento che scocca tra 12 mesi esatti. Divertimento, fatica e cibo non mancheranno nemmeno l’anno prossimo.