Ciclovia Appennino Teramano, ciclisti e Gran SassoCiclovia Appennino Teramano, ciclisti e Gran Sasso

| 4 Dicembre 2025

Ciclovia dell’Appennino Teramano, 346 km tra Gran Sasso e Laga

La nuova rete delle Ciclovie dell’Appennino Teramano è già realtà. Nasce dal lavoro del GAL Gran Sasso Laga e dalla visione di un territorio che, anziché rincorrere modelli esterni, ha deciso di valorizzare ciò che lo rende unico: borghi diffusi, paesaggi selvaggi, storia millenaria e un mosaico di strade secondarie che sembrano fatte apposta per essere percorse in bicicletta. A raccontarlo è Emidio Sciannella, animatore territoriale del GAL e tra i principali artefici del progetto.

«La ciclovia – spiega – è un’infrastruttura turistica che attraversa tutti i 26 comuni del GAL. E’ un circuito ad anello di circa 350 chilometri che parte da Atri, a dieci chilometri dalla Ciclovia Adriatica, sale verso l’interno tra Gran Sasso e Monti della Laga, e poi ritorna ad Atri. Tutto nel teramano».

Segnaletica ok e tracce disponibili

Un anello pensato per essere accessibile, continuo e riconoscibile. «Abbiamo scelto solo strade asfaltate a bassa percorrenza, provinciali e comunali. Tutta la segnaletica è già installata e molto visibile, con frecce ogni chilometro», racconta Sciannella. A supporto del percorso sono disponibili anche i file GPX, già scaricabili tramite una landing page dedicata, in attesa che il sito web www.appenninoteramano.it venga messo on-line all’inizio del nuovo anno, mentre lungo le dieci tappe sono posizionati totem informativi con QR code.

La ciclovia si muove su un territorio vario: zone agricole, boschi fitti, cascate, altopiani e una costellazione di borghi medioevali. «Il nostro Appennino è ricchissimo: Atri, Civitella del Tronto con la Fortezza Borbonica, Campli con il museo archeologico, e poi decine di piccoli centri immersi nella natura. La ciclovia li connette tutti e diventa la base per costruire un’offerta turistica più ampia».

Il progetto, infatti, non si limita all’infrastruttura. Nel sito web verranno raccolti servizi, punti di accoglienza, di ristoro e di assistenza, ricarica e-bike e collegamenti con trekking, sentieri e percorsi MTB. «L’idea è che la ciclovia sia la spina dorsale, da cui far partire tutto il resto: MTB, cammini, ippovie, turismo naturalistico. E’ un modo per costruire un ecosistema del turismo lento», spiega Sciannella.

Da Atri verso l’entroterra

Uno dei punti strategici del progetto è l’integrazione con la costa. «Con il Comune di Atri e quelli di Pineto e Silvi stiamo lavorando a un collegamento diretto con la Ciclovia Adriatica: dieci chilometri che permetteranno ai cicloturisti della dorsale di entrare nell’entroterra». Un modello ispirato ad altre esperienze italiane, come la Ciclovia dei Parchi della Calabria e la Ciclovia Appenninica delle Alte Marche.

L’anello è suddiviso in dieci tappe da circa 35 chilometri ciascuna, pensate per essere modulabili. «Ci sono tratti semplici, adatti a tutti e perfetti anche per famiglie, e tratti più impegnativi: il paesaggio cambia continuamente», racconta. Le strade sono in ottime condizioni, spesso sistemate grazie al passaggio del Giro d’Italia (con l’arrivo a Prati di Tivo nel 2024) e della Tirreno-Adriatico. A dare forma all’identità del progetto è anche il tema della transumanza, fortemente legato alla storia locale: non a caso, nella denominazione ufficiale compare la dicitura “Cammini della Transumanza”. «Una parte del territorio è ancora caratterizzata dalla pastorizia, e il GAL ha contribuito alla candidatura Unesco della transumanza. Era naturale collegare ciclovia e memoria culturale».

La Cicloviadell’Appennino Teramano è stata inaugurata con una pedalata simbolica guidata da Claudio Chiappucci, scelto come testimonial. «E’ stato con noi per due giorni – ricorda Sciannella – ha pedalato su alcuni tratti, abbiamo fatto riprese e poi una pedalata aperta al pubblico, con i ragazzi delle scuole di ciclismo. E’ stato un bel modo per avviare ufficialmente il progetto».

In arrivo la carta dei servizi

Ora la sfida è quella di consolidare i servizi: creare una rete di strutture ricettive “bike friendly”, uniformare i punti di ricarica per e-bike, mappare le officine e dare continuità alla manutenzione. «Con la nuova programmazione – anticipa Sciannella – partiremo proprio da qui. Vogliamo costruire una vera e propria carta dei servizi, come in Calabria: ogni struttura che aderirà dovrà offrire almeno ricarica, assistenza minima e accoglienza adeguata ai cicloturisti».

La Ciclovia dell’Appennino Teramano è appena nata, ma hanno già tutto il potenziale per diventare un nuovo riferimento del turismo lento italiano: un viaggio tra mare e montagna, in un Abruzzo autentico, silenzioso, bellissimo, che non chiede altro che essere scoperto al ritmo delle proprie ruote.

GAL Gran Sasso Laga

TUTTE LE CATEGORIE DEL MAGAZINE