| 9 Ottobre 2025

L’Eroica sulla rotta di Marco Polo: nel 2026 in Cina

Neanche il tempo di archiviare l’ennesimo grande successo de L’Eroica di Gaiole in Chianti che si guarda già al futuro e il futuro si chiama Cina. Un progetto coltivato da tempo, che incuriosisce, intimorisce, presenta tante difficoltà che però poi, a guardare bene, non fanno che accrescere il fascino di un’avventura impensabile fino a pochi anni fa.

Il marchio Eroica ormai è esportato in tutto il mondo, viene affrontato con prove specifiche a Cuba come in Giappone, ma la Cina ha sempre qualcosa di particolare. E’ come rivivere, fatti i dovuti distinguo, l’avventura di Marco Polo, andare dall’altra parte del mondo a seminare un germoglio in un Paese che della bici ha fatto d’altro canto il suo credo.

Matteo Zazzera, responsabile de L'Eroica nel Mondo. Sarà lui a esportarla in Cina
Matteo Zazzera, responsabile de L’Eroica nel Mondo. Sarà lui a esportarla in Cina
Matteo Zazzera, responsabile de L'Eroica nel Mondo. Sarà lui a esportarla in Cina
Matteo Zazzera, responsabile de L’Eroica nel Mondo. Sarà lui a esportarla in Cina

Il primo tentativo al tempo del Covid

Lo staff della corsa del Chianti è molto strutturato e c’è un responsabile che si occupa di tutte le prove in giro per il mondo. Si chiama Matteo Zazzera e sarà lui il novello Marco Polo, grazie anche alla sua conoscenza del posto: «Ho lavorato in Cina per 3 anni, entrando un po’ nei suoi meccanismi, nella sua cultura. Noi siamo stati contattati da quello che è il nostro partner su questo progetto. Aveva già fatto un tentativo precedente che non era andato a buon fine, era il periodo del Covid e tutto era dannatamente complicato. L’idea iniziale di portarla in quel Paese durante quel periodo è naufragata, poi però si sono ripresentate le congiunzioni astrali giuste, per cui questa cosa avverrà nel 2026».

Organizzare una gara in Cina immagino non sia semplicissimo. Quali sono le principali difficoltà?

Conosco bene le dinamiche di quella immensa nazione, a livello territoriale, di popolazione, ma anche di culture, perché si mescolano una marea di culture e di metodiche del lavoro. La cosa difficile è proprio questa, conoscere bene il territorio in cui andremo a proporci coinvolgendo in modo attivo le istituzioni. Perché di fatto in Cina le istituzioni statali sono una parte molto presente nelle attività. Noi siamo di fatto un’azienda italiana che va a lavorare sul territorio cinese, anche se poi il provider che si occuperà dell’organizzazione è locale e noi lo coadiuveremo in questo. Ma bisogna intraprendere tutto un discorso di permessi di chi andrà a lavorare, tutto un cammino burocratico complicato ma fattibile.

Un primo approccio in Asia c'era stato con l'Eroica Giappone, saggiando le difficoltà legate alla lingua
Un primo approccio in Asia c’era stato con l’Eroica Giappone, saggiando le difficoltà legate alla lingua
Un primo approccio in Asia c'era stato con l'Eroica Giappone, saggiando le difficoltà legate alla lingua
Un primo approccio in Asia c’era stato con l’Eroica Giappone, saggiando le difficoltà legate alla lingua
Rispetto ad altri Paesi, quanto cambia il discorso?

Molto, se consideriamo le prove europee come Eroica Valkenburg, Eroica Germania e Nova Eroica Istria. Diciamo che è più un mix fra queste e l’organizzazione dell’evento in Giappone. Mettiamoci le difficoltà della lingua, lì non sono tanti coloro che parlano inglese. Poi l’approccio al lavoro, che è molto diverso da quello italiano e le difficoltà politiche che la rendono molto simile a quel che troviamo a Cuba. Proprio rispetto al Paese caraibico noto la stessa problematica, ma potrei dire la stessa attitudine che è quella in cui il governo è molto presente, quindi bisogna essere capaci di accontentare tutti. Quindi la Cina sarà una bella sfida, però siamo allenati, come si direbbe in gergo ciclistico. Verosimilmente l’evento sarà nella seconda metà del 2026.

Tra le esperienze straniere, quale ti ha esaltato di più?

Nova Eroica Istria in assoluto. Perché è partita da zero sotto la mia gestione. E’ un evento dal punto di vista paesaggistico incredibilmente bello, perché spesso noi italiani ci dimentichiamo di quanto sia vicina a noi la zona della Croazia che ha il nome di Istria e Dalmazia, e di quanto sia bella. Di quanto ancora gli italiani vengono rispettati, quanto la gente locale sia contenta di averci e quanto siano territori ricchi dal punto di vista enogastronomico, culturale e anche a livello di paesaggi. Poi noi abbiamo la fortuna di poter utilizzare tutta la Parenzana per il percorso di Nova Eroica e quindi un altro dei pregi di quelle terre è avere questa che praticamente è un’autostrada del gravel.

E come partecipazione è dappertutto entusiasta e numerosa come in Italia o no?

Noi sull’estero lavoriamo soprattutto di comunicazione, quindi per noi è un biglietto da visita che ovviamente ci dà un altro primato, perché volenti o nolenti, è di fatto l’unico evento sportivo d’esportazione che l’Italia ha. Un evento prodotto da italiani, inventato da italiani. A parte questo, la partecipazione è ovviamente più piccola rispetto agli eventi italiani: rivedi le stesse cose, le stesse tracciature, gli stand, la stessa consecutio di eventi durante il fine settimana, è come esportare tutto quello che vedi a Gaiole. Ma i partecipanti sono molti meno. Quello che ne fa più di tutti con circa 900 è Eroica Germania.

Voi girate per il mondo organizzando, avete mai trovato corridori che vi seguono, che si fanno anche le altre Eroiche?

Altroché! Io sono stato in primis uno di questi, perché sono anche stato l’unico che le ha fatte tutte, tutti i percorsi lunghi di tutti gli eventi Eroica, ma come me tanti altri, sia italiani che tanti nordeuropei, olandesi, tedeschi, belgi che le fanno tutte… E sono sicuro che ci saranno anche in Cina.

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