Ca' del Poggio, Alberto StoccoCa' del Poggio, Alberto Stocco

| 13 Dicembre 2025

Il muro di Ca’ del Poggio, terra di conquista per amatori e pro’

Sulle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, patrimonio mondiale Unesco dal 2019, il ciclismo non è solo uno sport ma una chiave di lettura del territorio. E’ da qui che parte il racconto di Ca’ del Poggio, struttura ricettiva e di ristorazione arroccata in cima a una delle salite oggi divenuta tra le più iconiche del Nord Est, il celebre Muro di Ca’ del Poggio. Poco più di un chilometro al 13 per cento (con punte del 19) diventato negli anni un vero simbolo per ciclisti professionisti e amatori.

«Questa struttura nasce nel 1994 – racconta Alberto Stocco, che di Ca’ del Poggio è oggi il principale interprete -dall’intuizione della nostra famiglia di valorizzare un luogo che aveva già dentro di sé un grande potenziale. Dal 2009, con il primo passaggio del Giro d’Italia, abbiamo capito che questa salita poteva diventare un punto di riferimento non solo sportivo, ma turistico».

La carne cotta allo spiedo

Il territorio nei dintorni di San Pietro di Feletto è il vero protagonista. Dolci colline disegnate dai vigneti di uva glera, borghi storici, castelli e pievi millenarie fanno da cornice a un’area che unisce paesaggio, storia ed eccellenze enogastronomiche.

«Qui passavano i patrizi veneziani – spiega Stocco – qui nascono i giardini veneti e una cultura agricola che ancora oggi è viva. Oltre al vino, abbiamo formaggi, miele, una tradizione gastronomica fortissima e lo spiedo, che è diventato un altro elemento identitario». Pedalare in questa zona significa attraversare un paesaggio costruito nel tempo, dove ogni salita apre scorci diversi e ogni discesa riconduce a un borgo o a una cantina.

Il Muro di Ca’ del Poggio, affrontato quindici volte dai Giri d’Italia maschili, femminili ed under 23 e anche da mondiali gravel e campionati italiani, ha fatto da catalizzatore. «Era già una strada battuta dai cicloamatori locali – racconta – ma con i grandi eventi il loro passaggio è cresciuto in modo esponenziale. Oggi arrivano ciclisti da tutto il mondo, che scelgono questo territorio proprio per misurarsi con una salita simbolo e poi restano per scoprire tutto il resto». Non è raro che la sfida sportiva diventi il pretesto per un soggiorno più lungo, fatto di pedalate tra vigneti, strade secondarie e panorami che spaziano dalle Dolomiti a Venezia.

Una salita sempre più conosciuta

Negli ultimi anni il territorio ha saputo intercettare anche l’evoluzione del ciclismo. «Oggi vediamo sempre più gravellisti – osserva Stocco – la gravel permette di vivere a pieno questi percorsi, di alternare asfalto e strade bianche, di esplorare senza limiti». Agenzie specializzate e tour operator cicloturistici hanno iniziato a proporre pacchetti dedicati, individuando nelle colline Unesco una destinazione ideale per chi cerca esperienze autentiche, non solo prestazioni.

In questo contesto Ca’ del Poggio diventa una base naturale, ma il cuore del racconto resta il territorio. «Noi siamo qui per accogliere – sottolinea Stocco – ma il vero valore è fuori dalla porta. I ciclisti partono da qui e trovano castelli come quello di Conegliano, Cison di Valmarino e Collalto, la pieve di San Pietro di Feletto, strade panoramiche e una rete di percorsi che rendono ogni uscita diversa». Anche il gemellaggio con altri “muri” europei, come il Muro di Grammont nelle Fiandre ed il Mur de Bretagne, nasce con lo stesso spirito: creare una rete che promuova luoghi attraverso le loro salite iconiche.

A maggio, l’abbraccio del Giro

Guardando al futuro, Stocco non ha dubbi. «Io vedo solo il sole – dice – siamo nel cuore di un territorio unico, collegato all’asse Venezia-Cortina, attraversato da grandi ciclovie come la Monaco-Venezia. Il ciclismo continuerà a essere uno strumento straordinario per far conoscere queste colline, in modo sostenibile e profondo». A tutti loro il Ca’ del Poggio può fornire servizi di prima qualità, dato che dispone di 28 camere e servizi bike-friendly che sono stati scelti da top team professionistici quali UAE, Visma e, in passato, dalla Tinkoff di Alberto Contador che ha un legame particolare con questo posto, come vi abbiamo raccontato. 

Ed ora si aspetta il Giro d’Italia 2026 che, per il terzo anno consecutivo, ospiterà un passaggio della tappa (in apertura, Stocco con il relativo cartello). Anzi, vista la vicinanza con il traguardo, meno di 10 chilometri, il Muro di Ca’ del Poggio sarà probabilmente decisivo per la vittoria: «La frazione è stata disegnata proprio per questo, conclude Stocco -. Da qui sarà tutta discesa fino all’arrivo ed ho già tantissime richieste per la tappa del 28 maggio. Sullo strappo, come negli ultimi anni, ci saranno 20.000 persone». Tutte pronte a tifare i corridori sulle rampe delle colline del Prosecco.

Ca’ del Poggio

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