| 27 Giugno 2025

La Ciclovia Adriatica? Dettagli e progetti con Mauro Fumagalli

Mauro Fumagalli lo scorso anno è stato impegnato con il progetto Viaggio Italiano, facente capo al Ministero del Turismo. Ora ha ripreso la sua attività di guida con MarcheBikeLife ed in un suo post su Facebook si chiedeva a quale punto fosse un altro progetto statale, stavolta di competenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: la Ciclovia Adriatica. «Quanti conoscono la situazione attuale del percorso?» si domandava in sintesi sul social. Accompagnando, a mo’ di risposta, una traccia Wikiloc per quanto riguarda tutto il tratto marchigiano della Ciclovia che, nella sua interezza, congiunge Trieste con Santa Maria di Leuca, all’estremità della Puglia. Per cui lo abbiamo raggiunto al telefono per farci spiegare dalla sua voce com’è lo stato dell’itinerario nella sua regione. 

«Ho pedalato tutto il tratto marchigiano della Ciclovia Adriatica, da Gabicce Mare fino a San Benedetto del Tronto: sono 188 chilometri molto belli, ma ci sono anche segmenti critici che richiedono attenzione». 

Questa è la vista da Gabicce Monte, uno dei due promontori del tratto marchigiano della Ciclovia Adriatica
Questa è la vista da Gabicce Monte, uno dei due promontori del tratto marchigiano della Ciclovia Adriatica

Si parte da Gabicce Mare

«Partendo da Gabicce Mare, si sale subito verso Gabicce Monte, passando per la celebre “curva Pantani” – racconta Fumagalli – Qui non c’è una pista dedicata, ma una strada panoramica a basso scorrimento, comunque aperta alle auto».

Da Pesaro a Fano, però, la situazione migliora: «Si pedala su una ciclabile protetta, sfruttando parte della nota Bicipolitana di Pesaro, con il mare sulla sinistra per chi pedala verso Sud. A Fano c’è un ponte pedonale che supera il Canale Albani (foto apertura, ndr) ma subito dopo la ciclabile termina e si è costretti a un tratto di statale Adriatica, privo di segnaletica dedicata». A Marotta si rientra sulla ciclabile e si pedala in sicurezza superando Senigallia e arrivando fino a Falconara senza problemi.

Le criticità tra Falconara e Ancona

Uno dei punti più problematici è il collegamento tra Falconara Marittima e Ancona, dove manca del tutto un percorso ciclabile. «Noi di MarcheBikeLife abbiamo tracciato un bypass collinare per evitare la trafficata zona industriale della raffineria di Falconara – spiega Fumagalli – Altrimenti, i ciclisti dovrebbero affrontare camion e auto in un tratto pericoloso, in attesa che i Comuni trovino una soluzione definitiva. Qui, però, ci vorranno molti soldi…».

Ad Ancona, tuttavia, c’è una buona notizia: «La ciclopedonale del Conero, inaugurata due anni fa, è un gioiello. Un tracciato in brecciolino che dal centro porta a Portonovo, immerso nella natura. Serve una gravel o una mountain bike, mentre le bici da strada le consiglio solo con gomme da almeno 28 millimetri».

Siamo ai piedi del promontorio del Conero e, proseguendo verso sud, verso le rinomate Sirolo e Numana, si pedala sulla panoramica e così fino a Porto Recanati, dove la ciclovia corre su strade secondarie a traffico misto. «A Porto Recanati si “spizzica” qualche tratto di ciclovia urbana per poi riprendere un tratto di nazionale che collega la città a Porto Potenza Picena ed a Civitanova Marche. Per fortuna qui la statale ha una banchina molto larga, più sicura per i ciclisti».

Tra Civitanova Marche e Porto Sant’Elpidio è in costruzione un ponte ciclopedonale sul fiume Chienti, atteso per fine anno. «Oggi serve un bypass provvisorio sulla statale, ma presto il collegamento sarà diretto e sicuro», assicura Fumagalli.

La Maiella all’orizzonte

«Il tratto da Porto Sant’Elpidio a Marina Palmense è tutto protetto, e presto sarà completato il collegamento sterrato verso Pedaso, dove un ponte ciclabile supera il fiume Aso – racconta Fumagalli – Qui, nelle giornate limpide, si vede la Maiella all’orizzonte, con la pista che lambisce gli scogli: si è letteralmente ad un metro dal mare».

Recentemente, il Comune di Massignano ha riqualificato un tratto degradato, collegandolo alla ciclovia, mentre tra Cupra Marittima e San Benedetto del Tronto il percorso è ormai interamente protetto.

«In definitiva, le criticità residue sono poche: su 188 chilometri, solo 3-4 segmenti richiedono attenzione», sottolinea Fumagalli.

Il progetto? Mapparla tutta!

La Ciclovia Adriatica rientra nel Sistema Nazionale delle Ciclovie e punta a entrare in EuroVelo, ma le lacune infrastrutturali e l’assenza di mappe ufficiali (non c’è alcuna segnaletica attualmente) rischiano di frenarne il potenziale. «Il progetto che vorrei intraprendere è mappare l’intero percorso da Trieste a Santa Maria di Leuca, evidenziando criticità e alternative come fatto per le Marche», confessa Fumagalli.

Ciclovia Adriatica

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