Varese (foto Juri Baruffardi)Varese (foto Juri Baruffardi)

| 30 Ottobre 2025

Varese a cavallo tra due laghi: in e-mtb tra boschi e mulini

LAVENA – La seconda giornata che ci conduce tra i segreti e le bellezze del territorio di Varese inizia con una mattinata gelida sulle rive del lago di Ceresio. Il confine svizzero a pochi metri da noi non ci deve ingannare, oggi sul menu del nostro itinerario di una quarantina di chilometri ci sono ancora disegni e architetture varesine. Il lago ci accompagna ancora per qualche metro e rimarrà sotto i nostri occhi per poco, oggi le strade e i sentieri ci porteranno lontani dall’acqua.

Varese (foto Juri Baruffardi)
La seconda giornata si apre con una vista mozzafiato sul lago di Ceresio (foto Juri Baruffaldi)
Varese (foto Juri Baruffardi)
La seconda giornata si apre con una vista mozzafiato sul lago di Ceresio (foto Juri Baruffaldi)

Salite

Rispetto a quello proposto nella prima giornata del nostro educational, realizzato Regione Lombardia, all’Assessorato Enti Locali, Montagna, Risorse Energetiche, Utilizzo Risorsa Idrica ed ERSAF, questa volta il percorso risulta più esigente e impegnativo. Nulla di particolarmente difficile, ma chi non è abituato a pedalare su sentieri e in salita può cercare un supporto nelle e-bike. La bicicletta in queste aree è padrona indiscussa, tanti sono gli appassionati che pedalando più o meno veloci ci affiancano e accompagnano lungo la prima parte di salita. 

Ci dirigiamo verso il comune di Marzio, agglomerato di case che svetta sopra i monti di Varese, dove regnano silenzio e pace. Un borgo che sembra rimasto fermo alla prima metà del Novecento, periodo in cui era abitato per lo più da borghesi e milanesi che qui venivano a curare i propri malanni, dove cercavano di lenire i propri dolori grazie alla salubrità dell’aria. 

Boschi e panorami

Abbandonata la strada asfaltata è ora di scalare Monte Piambello, salita interamente su sterrato sul quale serve forza e tanta costanza. Il paesaggio cambia e ci si trova immersi all’interno di boschi colorati di giallo e arancio, è periodo di foliage. Ma non si deve cadere nel tranello di pensare che la storia sia un ricordo lontano. All’imbocco dello sterrato infatti si trova il Villaggio Valganna, realizzato al termine della Seconda Guerra Mondiale per le famiglie in difficoltà e gli orfani. Negli anni ‘60 del secolo scorso è stato soggetto a rivisitazioni e ristrutturazioni da parte del Touring Club Italia, che ne ha fatto un luogo di villeggiatura. Piano piano è diventato un punto isolato, fino al totale abbandono, ma ancora visitabile e conserva alcune caratteristiche architettoniche tipiche di quel tempo. 

In cima al Monte Piambello, sul quale si trovano altri punti della Linea Cadorna, si apre un panorama che abbraccia il territorio a 270 gradi: dalla pianura brianzola e milanese, fino ad arrivare a scorgere le vette del massiccio del Monte Rosa. 

Varese (foto Juri Baruffardi)
Una volta in cima la vista si apre sulla pianura e i monti intorno a Varese (foto Juri Baruffaldi)
Varese (foto Juri Baruffardi)
Una volta in cima la vista si apre sulla pianura e i monti intorno a Varese (foto Juri Baruffaldi)

Pianura

La lunga discesa che dai 1.200 e passa di Monte Piambello ci riportano verso il paese di Ganna è uno scivolo: veloce, divertente, scorrevole e con tratti in cui lasciare andare i freni e affrontare con coraggio (e la giusta dose di responsabilità e attenzione) le curve. Si scende fino alla Badia di San Gemolo, figura che tra leggenda e realtà è il simbolo della fede da queste parti, dove la pianura e i dolci sali e scendi tornano a essere protagonisti. 

Imbocchiamo una ciclabile che ci conduce fino al Maglio di Ghirla, ottimamente conservato e ancora funzionante. E’ Massimo Grignani che ci racconta la sua storia, ovvero quella di due fratelli capaci di diventare il centro di una comunità contadina. Essi, grazie alla loro bravura forgiavano attrezzi per lavorare nei campi e ruote per i carri. Il maglio, che altro non è che un mulino dotato di tre ruote di diversa grandezza, è tutt’ora funzionante e visitabile. 

Argento 

Il ritorno verso Lavena avviene attraverso la stessa ciclabile che ci ha guidati nel nostro primo itinerario, quella dell’Argentera. Nome che deriva dal minerale che si trovava maggiormente in queste aree: la galene, al cui interno è facile trovare anche l’argento

Dalle cave realizzate nelle valli laterali si lavorava all’estrazione di tre minerali: argento, piombo e zinco. Una volta capito che le quantità presenti non erano sufficienti per proseguire con la lavorazione e l’estrazione si è passati anche qui ai mulini, dato che si tratta di una valle ricca di corsi d’acqua. 

Il nostro itinerario si conclude, con la convinzione di aver visto e vissuto tante facce di una regione che ha ancora tanto da mostrare. Ora tocca a voi venire a pedalare e rimanere affascinati!

TUTTE LE CATEGORIE DEL MAGAZINE