A Ravenna sta nascendo un luogo destinato a cambiare il modo in cui bambini, famiglie e società sportive possono vivere la bicicletta. E’ il nuovo bike park all’interno dell’ex Ippodromo, un progetto che in pochi anni è passato dall’essere il sogno di un gruppo di appassionati a diventare un impianto pubblico finanziato con i fondi del PNRR (per un importo di oltre due milioni di euro).
Tra i protagonisti del progetto c’è Andrea Collinelli, ravennate, oro olimpico nell’inseguimento individuale ad Atlanta 1996 e oggi vicepresidente del Comitato Amici del Ciclismo, nato proprio per ridare vita all’area dell’ex ippodromo.
«Tutto è iniziato nel 2020 – racconta – quando Emiliano Galanti (il presidente del Comitato, ndr) lanciò l’idea di raccogliere firme per trasformare l’ippodromo in un bike park. La millesima firma fu proprio quella del sindaco. Da lì è partito tutto».




Il ciclodromo e la pump track
Per Collinelli, che definisce la struttura come “palestra del ciclismo” al pari di quelle a disposizione degli sport indoor, la posizione centrale dell’ex Ippodromo è uno degli elementi chiave del progetto: «La cosa più bella è che si arriva direttamente in bicicletta. Le famiglie non devono caricare le bici in macchina per raggiungere un impianto fuori città. E’ tutto a portata di pedale».
Il bike park oggi comprende un ciclodromo con tre percorsi differenziati, due piste per il pattinaggio (di cui una ciclabile) e una pump track già molto frequentata dato che il Comune ha definito da subito orari e modalità d’uso. «La pump track attira tantissimo – dice Collinelli – e questo ci incoraggia, perché anni fa, andando nelle scuole a proporre attività in sella come le gimkane, scoprimmo che un terzo dei bambini non sapeva andare in bici. E’ una cosa drammatica. Per questo serviva davvero una palestra del ciclismo, un luogo sicuro dove cominciare».




Servono 40.000 euro per l’area mtb
C’è però un’area verde ancora da trasformare: quella destinata al percorso fuoristrada per l’avviamento alla mtb, completo di curve, paraboliche e piccoli ostacoli. E’ proprio l’anima del Comitato Amici del Ciclismo, Emiliano Galanti, a parlarcene. «Fin dall’approvazione del bike park ci siamo accorti che c’era spazio per un’area mtb. Ci siamo fatti fare un preventivo da un’azienda che ci ha chiesto 40.000 euro per costruire gli elementi tecnici».
Per questo è partita una raccolta fondi, inaugurata nella serata dello scorso 30 ottobre con i commentatori di Eurosport, Riccardo Magrini e Luca Gregorio, al Teatro Sociale di Piangipane. «Per ora siamo a 15.000 euro – continua Emiliano – e contiamo di arrivare a 20.000 entro la fine dell’anno. E poi siamo in attesa di risposte da parte di altri finanziatori».
L’obiettivo è chiaro: inaugurare l’area ad aprile 2026, in occasione del Bike Kids, l’evento dedicato ai più piccoli che ogni anno unisce ciclismo e triathlon. «Sarebbe bellissimo aprire la pista proprio in quella data – dice – è l’evento perfetto per far vivere ai bambini il fuoristrada in sicurezza. Tutto il progetto del bike park vuole essere funzionale anche a dare una mano a tutto il movimento ciclistico locale, soprattutto in prospettiva futura».




Un progetto che unisce la città
Il bike park non è solo un’opera sportiva: è un progetto comunitario. Artisti internazionali hanno donato loghi e mosaici, un birrificio locale ha realizzato una birra dedicata, una campagna ha coinvolto anche atleti ravennati come la stessa figlia di Collinelli, Sofia (già campionessa mondiale ed europea nell’inseguimento a squadre, categoria juniores) che si è espressa sul suo profilo Instagram proprio in funzione della raccolta fondi per l’area mtb che terminerà a dicembre.
Chiediamo ad Andrea Collinelli se quasi trent’anni fa, quando si fregiò di un alloro olimpico, pensava che il suo impegno nel ciclismo sarebbe continuato anche in questa veste: «Sì, certo – risponde sicuro – il ciclismo mi ha dato tanto e sapevo che qualcosa bisognava restituire. Io da bambino ero sempre sulla bici. Per questo vogliamo che anche i bambini di oggi possano vivere quell’esperienza, ma in un luogo sicuro. E’ questo il senso del bike park».







