Arancini, supplì, bomboloni, chiacchere di carnevale, zeppola, raviolo ligure, gnocco fritto, sciatt valtellinesi e il classicissimo fritto misto sono solo alcuni dei piatti fritti italiani più popolari (in apertura immagine depositphoto.com) e capita di incontrarli in ogni viaggio o esperienza in bicicletta. Friggere ha la capacità di rendere buona qualsiasi cosa, ovviamente se il fritto è fatto a regola d’arte. Quali sono allora gli accorgimenti per fare un buon fritto e soprattutto quanto se ne può mangiare?
I rischi
Mangiare alimenti fritti è pro infiammatorio, aumenta le possibilità di sviluppare patologie cardiovascolari e sovrappeso, per cui non rientra tra le preparazioni più consigliate se si vuole rimanere in salute. Tuttavia, in assenza di patologie si può consumare il fritto fino a una volta a settimana, preferibilmente a pranzo e con antipasto di insalata.
L’olio adatto
La regola per un buon fritto, è controllare che la temperatura dell’olio sia sufficientemente calda per rendere la panatura croccante, ma sempre al di sotto del punto di fumo dell’olio utilizzato. In caso di superamento della citata temperatura limite, si sviluppa un fumo bianco, seguito da un accentuato odore di fritto e anche delle sostanze tossiche potenzialmente cancerogene come l’acroleina.
L’olio è adatto alla frittura quando il punto di fumo è superiore ai 180°C, come avviene per quello di arachidi.
Fritti e bici
La digestione è sempre piuttosto lunga e impegnativa quindi non è consigliabile consumare piatti fritti negli ultimi 2 giorni prima dell’allenamento e se proprio non resistete alla tentazione e vi fate una mangiata di fritto, rinunciate all’allenamento o per lo meno non abbuffatevi e, dopo aver aspettato almeno 3-4 ore, solo se sentite di aver digerito, uscite con cautela e senza sforzare troppo.
Frittura ad aria
Negli ultimi anni parlando di fritto è d’obbligo citare la friggitrice ad aria, che ha già conquistato il palato di molti italiani. La cottura con friggitrice ad aria, non prevedendo che l’alimento sia effettivamente immerso in abbondante olio bollente, non si può definire una frittura, ma piuttosto una cottura in forno ad alta temperatura. Evitando sempre che si generi la bruciatura nera (acroleina), sull’alimento, la cottura con friggitrice ad aria risulta più salutare della classica frittura e se di gradimento si adatta al consumo ripetuto nella settimana.