| 3 Luglio 2024

Bici+, l’assicurazione lowcost per i ciclisti urbani (e non solo)

Per quanto riguarda l’uso della bicicletta come mezzo di mobilità urbana (in apertura immagine depositphotos.com), l’Italia – almeno rispetto a molti altri Paesi europei –  ha ancora molta strada da fare. Negli ultimi anni però qualcosa si sta muovendo, grazie all’impegno di molte Amministrazioni ed Associazioni. Tra queste c’è ExtraGiro, che dal 2020 lavora per promuovere nella maniera più concreta possibile la mobilità in bicicletta come strumento di consapevolezza, rinascita economica e cultura. Negli anni hanno realizzato, tra le altre cose, un progetto di Mappatura e Toponomastica delle piste ciclabili, corsi di formazione per i Mobility Manager e servizi di noleggio di flotte di e-bike per le aziende.

I motivi di Bici+

Da questo impegno è appena nata Bici+, un’assicurazione pensata per la tutela dei ciclisti urbani, ma valida per chiunque utilizzi la bicicletta come mezzo di spostamento o di svago. Il tutto ad un prezzo popolare: 24 euro l’anno. Abbiamo chiesto a Marco Pavarini, referente di ExtraGiro, di raccontarci più nel dettaglio questa importante novità.

Bici+ è la proposta di ExtraGiro: copertura base a 24 euro al mese
Bici+ è la proposta di ExtraGiro: copertura base a 24 euro al mese

«In questi anni di lavoro – spiega – ci siamo accorti che uno dei deterrenti principali all’utilizzo della bici è la sicurezza. Perciò abbiamo deciso di creare uno strumento che potesse far sentire il ciclista urbano più a suo agio negli spostamenti quotidiani. Ci sono più di due milioni e mezzo di persone in Italia che tutti i giorni vanno a scuola o al lavoro in bicicletta, molte delle quali neanche ci pensano al fatto di essere assicurate o meno. L’idea di Bici+ nasce proprio da questo, dal poter tutelare se stessi, i propri figli, supportare il bike to work e farlo a low cost.

«Per noi era fondamentale trovare il modo di scardinare il preconcetto che assicurarsi sia qualcosa di oneroso. Infatti qui è tutto molto popolare, semplice, si fa tutto online, in digitale e con poche decine di euro, al costo di un caffè al mese. Come sempre noi ragioniamo sul primo livello, per aiutare le persone a ragionare e ad entrare nell’ottica che usare la bici ogni giorno è possibile, è fattibile ed è sicuro. In più la nostra tessera è valida anche in tutta Europa».

Ma Bici+ non è solo un’assicurazione, giusto?

Esatto. Fin da subito abbiamo scelto di offrire questo servizio attraverso una tessera perché non si tratta solo di vendere un’assicurazione. Quello che vogliamo è far passare un concetto culturale, di creare una comunità di associati. Infatti dentro Bici+ c’è molto di più. Nell’area del nostro sito riservata ai tesserati c’è una parte informativa in cui poter conoscere tutte le nostre iniziative utili alla mobilità urbana, per esempio sulle nuove ciclabili che si stanno costruendo.

Chi non usa la bici per andare al lavoro mette al primo posto motivi di sicurezza (depositphotos.com)
Chi non usa la bici per andare al lavoro mette al primo posto motivi di sicurezza (depositphotos.com)
Cos’altro?

Una parte dedicata all’educazione, con dei corsi e delle pillole formative video sul codice della strada e la possibilità di iscriversi al nostro corso Intermobility Manager a un prezzo super scontato. Inoltre i nostri associati possono accedere a delle convenzioni riguardo a prodotti legati al ciclismo urbano. Ci terrei poi a sottolineare un altro aspetto, a cui io tengo tantissimo.

Prego.

Questa è un’idea rivolta anche alle aziende, che possono diventare parte del progetto per promuovere la cultura della sicurezza in bici. Per esempio, regalare la tessera ai propri dipendenti come una sorta di welfare. Abbiamo una linea di convenzionamento con le aziende che vogliono dare un segnale concreto. Anche perché se si interrogano, i dipendenti dicono che non usano la bicicletta per due motivi: perché non ci sono le ciclabili o perché non è sicuro.  Per cui le imprese per noi sono un punto di riferimento fondamentale, perché hanno in mano una grossa opportunità per cambiare un po’ la mobilità delle città. E questo nostro progetto va esattamente nella loro direzione.

Prima ha accennato ad un concetto molto interessante, il fatto di costruire una comunità. Ce lo spiega meglio?

Come dicevo il nostro scopo ultimo è rafforzare la cultura della bicicletta. Crediamo che anche grazie a questi progetti sia possibile creare una comunità di persone unita verso uno stesso obiettivo, e in questo modo rafforzare anche l’identità. Non è tanto spendere o non spendere 24 euro, ma essere parte di un gruppo che condivide alcuni valori, e che un po’ alla volta si impegna per portarli avanti.

Tutte le altre informazioni sul nuovo servizio Bici+ sono disponibili sul sito a questo link.

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