Lo abbiamo scritto nei giorni scorsi mettendo nero su bianco quello che abbiamo visto e sentito all’ultimo Italian Bike Festival. Il gravel sta entrando, anzi si potrebbe dire che è già entrato, in ogni dettaglio del mondo bici: mezzi, abbigliamento, strumentazione tecnica, ciclocomputer. Si tratta di una disciplina capace di rivoluzionare il concetto di bicicletta e di portarlo a un altro livello. Il gravel, inizialmente, ha accolto tante persone che hanno scoperto la bellezza di pedalare ma senza l’assillo della competizione. Poi è arrivato anche questo settore, quello della performance. Nel frattempo è nata e si è espansa tutta quella fetta di cicloviaggiatori e turisti.
La bicicletta, grazie a questa nuova disciplina, è diventata di tutti, allargando i propri orizzonti e il mercato. Questo ha portato a un cambiamento della domanda e, di conseguenza, dell’offerta. Un normale assestamento economico per certi versi, che però ha cambiato profondamente il mondo della bici come lo conoscevamo. Ce lo ha detto l’ultimo Italian Bike Festival e ce lo dicono anche i commercianti, i negozi si sono riempiti di modelli gravel e capire in quale modo affrontare questo cambiamento non è affatto semplice.
La voce dei negozi
Per affrontare l’ultimo passo ci siamo affidati alla voce di chi gestisce un negozio di bici: Giulio Fazzini di Brian’s Bike Shop.
«Sul gravel spingiamo davvero tanto – ci racconta – più che altro ci crediamo e questo porta a fare investimenti e scelte in questa direzione. L’evoluzione è soprattutto tecnica e noi stiamo riscontrando molto questo aspetto. Per quanto ci riguarda possiamo dire che l’alluminio sta scomparendo, in negozio avremo una settantina di biciclette gravel e solo due di queste hanno il telaio in alluminio».
La causa?
Economica principalmente, perché ora una bicicletta in alluminio con freni idraulici costa intorno ai 1.800 euro, a listino. Con un migliaio di euro in più si passa ad avere una bicicletta con telaio in carbonio. Ci sono poi gli amanti del titanio ma parliamo di una fetta di pubblico appassionata e affezionata a questo genere di modelli.
Come si è evoluta la domanda di biciclette gravel?
Analizzando la fascia di prezzo tra i 2.500 e i 3.500 euro, che è quella dove facciamo i maggiori numeri di vendita, direi che è duplicata, se non quasi triplicata rispetto all’inizio. Inizialmente (si parla del periodo post Covid, ndr) i modelli gravel erano bici diverse da ora e meno tecniche. Ora, invece, l’utente che sceglie il gravel ha delle esigenze diverse.
E’ un mercato che si è ampliato molto?
Il gravel sta arrivando, e secondo me arriverà, a sostituire tutte le bici esistenti. E’ settore talmente ampio che è difficile pensare a un solo modello, ci sono le gravel ammortizzate, quelle race, da bikepacking e tanto altro. E anche il resto del mercato si sta adeguando, se guardate alla nuova Addict di Scott capite cosa intendo. Si tratta di una bici da strada ma con geometrie comfort, potrebbe anche essere usata per sterrati semplici.
Il gravel è un settore immenso fatto di tante nicchie…
Sì, assolutamente. Poi se si vuole fare un’analisi più profonda possiamo dire che siamo di fronte a un settore molto “democratico”. Puoi prendere il modello che ti pare ed equipaggiarla a tuo piacimento. Per questo penso che tra 15 anni tutti avremo una bicicletta gravel.
Come mai?
Per tanti aspetti. Perché le strade sono peggiorate parecchio, così come il traffico. Tutti ci spostiamo verso percorsi secondari che però hanno strade sterrate o tratti difficili da percorrere. In un certo senso siamo anche spinti a cercare biciclette più confortevoli. Noi stessi abbiamo fatto una ride che partiva dal nostro negozio, ci eravamo prefissati di fare 25-30 iscritti. A un certo punto abbiamo dovuto chiudere le iscrizioni perché eravamo a 100 partecipanti. C’è un potenziale inespresso che è immenso.
Rischia davvero di mangiarsi gli altri settori?
Le mountain bike front sono praticamente sparite o comunque lo saranno in futuro. Una bici gravel permette anche a chi non ha mai pedalato di uscire e divertirsi, è una bici meno tecnica. Monti delle ruote più larghe o un gruppo con una scelta di rapporti maggiore e puoi andare ovunque.
Per i negozi non è un rischio questa “settorializzazione”?
E’ una riflessione che ho fatto più di una volta. Secondo me sarà una rivoluzione più forte della bicicletta elettrica. Al contrario a noi negozianti è richiesta molta preparazione tecnica, questo perché si va comunque su dettagli specifici. E fino ad adesso non abbiamo considerato il gravel elettrico, un settore in grande crescita e che a prezzi buoni offre ottimi prodotti. Senza considerare, come ultimo aspetto, la clientela.
Spiegaci…
Non esiste una clientela “fissa”. Il gravel ha uno spirito di condivisione impressionante, c’è un senso di aggregazione molto inclusivo. Si vedono gruppi immensi di gente che pedala e che vive un ciclismo diverso rispetto a quello che si fa su strada o con la mountain bike.