Nei giorni scorsi il vicesindaco di Cervo, Massimiliano Gaglianone ha effettuato un sopralluogo lungo il tracciato di quella che sarà la pista ciclabile legata alla sua cittadina. Una struttura importante per tutto il territorio ligure e della provincia di Imperia in particolare, perché non solo servirà a valorizzarla, ma le darà una nuova impronta. Può sembrare strano parlare di qualcosa che sarà ma che nella realtà dei fatti ancora non è. Eppure si tratta di un progetto al quale la popolazione locale è molto attenta, proprio per gli influssi che potrà avere.
Pronta per giugno 2026
Ecco quindi che a rispondere alle domande su quel che sarà è direttamente il vicesindaco Gaglianone, che ha preso il progetto nelle sue mani seguendolo in prima persona e lasciandosi coinvolgere al punto da prendere anche un impegno verso non solo i suoi elettori, ma tutta la cittadinanza.
«Noi abbiamo posto un termine dei lavori a giugno 2026 e per allora abbiamo previsto il collaudo, ma io sono abbastanza sicuro che già alla fine di quest’anno avremo a disposizione il tratto che da Cervo porta a San Bartolomeo a Mare. Io sono convinto che quest’opera cambierà non solo il nostro borgo, ma inciderà fortemente sull’intera modalità turistica. Se Cervo è considerato tra i borghi più belli d’Italia ci sarà un perché…».
Si parte sempre da una vecchia ferrovia…
Lo sviluppo totale della pista ciclabile dovrebbe oltrepassare i 45 chilometri, ma bisogna considerare che essa va a innestarsi in un progetto molto più ampio, ossia quella Ciclovia Tirrenica che nei programmi dovrebbe portare la Ventimiglia fino a Roma senza soluzione di continuità. La parte che interessa Cervo è stata finanziata con i fondi del PNRR e lo stato dei lavori è già avanzato, tenendo conto che l’idea di base del progetto è tenere conto del suon utilizzo anche nel tessuto urbano quotidiano.
«L’idea della pista ciclabile ha radici antiche – riprende il vicesindaco – e come tanti altri progetti ciclistici nasce da una vecchia ferrovia dismessa, quella del litorale. Per noi era bellissima, garantiva una visione di paesaggi straordinaria, ma la nuova rete ferroviaria l’aveva soppiantata e resa inutilizzata. Noi le abbiamo dato un nuovo scopo, iniziando tutto l’iter burocratico nel 2018 e trovando un forte sostegno della Regione Liguria.
La necessaria manutenzione del territorio
«Il nostro obiettivo è renderla teatro di un turismo più sostenibile, più mirato, aumentando in questo modo il flusso di turisti verso il nostro borgo ma verso tutta la zona che ha autentici patrimoni al suo interno, basti pensare a tanti tratti di costa incontaminata, che è sfuggita alla costruzione massiccia. Ma c’è di più: il tracciato prevede passaggi dove si è davvero a picco sul mare e dove saranno tantissimi coloro che pedalando sceglieranno di fermarsi per una foto o semplicemente per ammirare l’orizzonte…».
I lavori sono stati e sono molto profondi e accurati: «Il territorio va messo in sicurezza – spiega Gaglianione – dopo la chiusura della ferrovia non c’era stato più alcun intervento e abbiamo trovato una situazione pericolosa, tanto verso il mare che a monte, quindi è stato necessario intervenire. D’altronde eravamo in presenza di un percorso bellissimo che doveva solamente essere valorizzato».
Un territorio legato alle bici offroad
Il territorio di Imperia ha una vasta tradizione ciclistica che negli ultimi anni si è orientata verso l’offroad, ma qui siamo in presenza di un tracciato riservato alle bici da strada: «Io sono convinto che anche i fanatici della mountain bike potranno giovarsene. Qui si sta continuando a investire sull’offroad per offrire agli appassionati un’alternativa a Finale Ligure che è un richiamo mondiale. Infatti stiamo lavorando alacremente per la manutenzione dei sentieri e nascono sempre nuovi tracciati, anche per chi ama la downhill. Abbiamo una rete molto vasta che accontenta sia chi ama il divertimento puro e adrenalico, sia chi vuole semplicemente fare escursioni.
Si lavora sull’indotto economico
«Avere però una ciclovia che ti porta nei vari angoli del territorio diventa uno strumento in più, consente una maggiore fruizione. Ma non solo: proprio in questi giorni sta nascendo un consorzio fra i vari albergatori e noleggi bici della zona, perché vogliamo che intorno alla pista ciclabile si sviluppi anche una rete di servizi che possa andare incontro alle esigenze dei cicloturisti. Io sono convinto che questa pista potrà diventare, una volta completata, una risorsa straordinaria che darà impulso a tutta l’economia locale. Per questo l’indotto va potenziato».
Qual è la risposta locale? «L’attesa cresce di giorno in giorno tanto che facciamo sinceramente fatica a tenere le bici fuori dal percorso ancora in costruzione: la gente vorrebbe già provarla, anche piccoli tratti. Significa che dobbiamo davvero sbrigarci…».