E’ un progetto importante e impegnativo, quello che il Comune di Macerata ha messo in piedi per dare un’immagine diversa della città, più ecosostenibile. Un progetto che ha la bici in primo piano e che comporta un anello di oltre 40 chilometri dedicato ai ciclisti e/o ai pedoni. Circondando la città ma anche collegando le frazioni al centro e fra loro, costeggiando i fiumi Chienti e Potenza. C’è un investimento importante alla base, oltre 3 milioni di euro e soprattutto idee chiare.
La cosa curiosa e per certi versi confortante è che questo progetto, gestito dal Comune è figlio non di questa legislatura, ma di quella precedente, nel segno quindi di una certa continuità. Alla sua gestione è chiamato in prima persona l’assessore con delega alle ciclopedonali Paolo Renna: «Il progetto è stato varato nel 2016 e io al tempo ero all’opposizione. Poi con le elezioni ci siamo trovati a portare avanti questa idea che ci trova fortemente coinvolti. Dare alla città una rete ciclabile che funziona in ogni senso è importante per la cittadinanza».

Già disponibile il prossimo anno
Sul budget Renna tiene a sottolineare che «non partiamo dal nulla, ma sono stati messi a disposizione precedentemente già 30 milioni di euro, noi ora abbiamo la possibilità di realizzare l’intera rete. Ci siamo mossi attraverso innanzitutto tracce precedenti, alcune le conosco personalmente perché sono un praticante di mtb. Ora siamo nella fase esecutiva, i tempi previsti dai tecnici sono inferiori a un anno, spero vivamente che il tutto sia pronto già nel 2026. Il primo passo sarà l’approvazione del piano esecutivo entro febbraio, poi faremo la gara d’appalto».
Nello specifico sono stati individuati 4 percorsi: quello da Acquesalate a Villa Potenza. Da lì parte una seconda sezione che porta agli innesti con le strade di contrada Mozzavinci e Consalvi. Il secondo raggiunge il fiume Potenza, il terzo “Fosso Trodica” si sviluppa attraverso una propria sede stradale, con pochi attraversamenti di strade locali. Infine il percorso lungo il fiume Chienti, diviso in due porzioni, quello da Fosso Ricci alla stazione Sforzacosta e un tratto extraurbano lungo l’asta fluviale fino a Piediripa.
Una città ciclistica per tradizione
Alcuni sono abbastanza impegnativi: «In particolare quello dal ponte di Villa Potenza all’incrocio per Colleverde e quello da Sforzacosta a Piediripa. In generale sono percorsi già esistenti, tanto che quelli da realizzare ex novo sono meno della metà, il resto va solo ristrutturato».
E’ importante però anche parlare delle finalità di una rete simile: «Noi pensiamo che darà uno sviluppo a tutto il territorio. La nostra idea è che la rete servirà a 360 gradi, noi la intendiamo come strumento per la cittadinanza. Per spostarsi in maniera più sana e soprattutto per aumentare il collegamento fra il centro e la periferia. Ma deve avere un’utilità anche per dare nuovo impulso al cicloturismo. Macerata è una città storicamente molto dedita alle due ruote, ci sono molte società nel territorio. C’è una tradizione dedicata soprattutto all’offroad. Noi vogliamo che la bici diventi anche strumento per conoscere le bellezze e i valori della città».
La soluzione per i terreni privati
Un tracciato particolare è quello che attraverserà l’Istituto Agrario Garibaldi: «E’ stata la scuola stessa che ce l’ha proposto e noi abbiamo colto al balzo l’idea. Il tratto valorizza la scuola e permette di sfruttare anche i passaggi nei collegamenti dei parchi Villa Lauri e Bosco Urbano Collevario. Molti passaggi lungo la rete sono su terreni privati, noi provvederemo a fare una servitù di passaggio onerosa riconoscendo ai proprietari una cifra con il Comune che lascia la proprietà ma si assume l’obbligo di manutenzione”.
La rete è anche un ulteriore contributo alle reti ciclabili marchigiane, in fin dei conti parliamo di una regione dove transita la Ciclovia Adriatica: «Teniamo presente che in regione ci sono qualcosa come 10 mila chilometri di piste fra strada e offroad. Noi però vogliamo dare proprio alla città un’immagine diversa, favorire il traffico su due ruote. Infatti stiamo lavorando anche su tutto quel che fa da contorno alle strade: segnaletica, parcheggi (ad esempio all’hub sportivo di Fontescodella dove ci sono 500 posti auto, ma bisogna trovare spazi anche per le bici) ma anche favorire la creazione di negozi specializzati e di noleggio, soprattutto per le e-bike. E’ assurdo che i comuni limitrofi ne siano dotati e il capoluogo sia quasi sprovvisto, d’altro canto favorire la nascita di questi centri significa anche creare posti di lavoro. La nostra rete è comunque riservata principalmente a mtb e gravel o a bici da passeggio.
Una nuova immagine, un nuovo impulso
«Noi vogliamo valorizzare ciò che è esistente, dare spazio ai tesori del territorio. Questa è la città dei vincisgrassi, ha tanti luoghi di richiamo turistico e culturale, Sasso d’Italia e Parco di Villa Lauri per dirne solo un paio. Ci sono campagne meravigliose che sono davvero a un soffio dal centro città. Io credo che a regime, la rete darà un impulso enorme al cicloturismo con tutti i benefici economici del caso».