Dove non arriva l’ente pubblico, dove non agiscono quelli privati, ecco che interviene la comunità. E’ un po’ un controsenso se pensiamo che la “cosa pubblica” siamo noi, ma spesso non basta, sembra quasi di sentire i vecchi detti della nonna: “Se vuoi che qualcosa venga fatta bene, fattela da solo”. Probabilmente a questo pensava Rebecca Spitzmiller, una signora americana che abitava a Roma e che un giorno del 2009 decise che qualcosa doveva cambiare, fondando Retake.
Abitava in un condominio romano, deturpato da scritte che si moltiplicavano sui muri. Non murales, niente di artistico, anzi… Chiese all’amministrazione, visto che nessuno faceva niente, di provvedere autonomamente, le dissero che doveva pensarci da sola e le sarebbe costato almeno 10 mila euro affidarsi a una società. Lei fece tutto da sola, in una settimana facendosi aiutare solo dal figlio. Il costo? Molto inferiore: appena 44 euro…
Una fondazione sparsa per l’Italia
Da lì pensò che si poteva fare di più: coinvolse amici per rilanciare e ripulire Villa Borghese, si rivolse anche a scuole internazionali e all’American University of Rome. Così nacque un progetto che oggi coinvolge 35 città e più di 80 gruppi di quartiere a Roma. Questa è per sommi capi la storia di Retake, per la quale la signora Spitzmiller è stata anche premiata dal Presidente della Repubblica Mattarella.
Oggi Retake ETS è una fondazione no profit dedita alla tutela dell’ambiente e la cura dei beni comuni, la ripulitura delle città e che coinvolge anche la cura delle piste ciclabili. Le attività si moltiplicano ogni giorno sul suolo italiano, una di queste è stata sostenuta a Rovigo e ha riguardato proprio i percorsi dedicati alle due ruote.
Rovigo come città pulita e culturale
Negli ultimi due anni la sezione locale ha operato oltre un centinaio di interventi, raccogliendo quintali di rifiuti, riverniciando panchine e muretti, ma soprattutto monitorando la situazione della ciclabilità stradale a seguito di svariate segnalazioni che hanno portato anche a forti polemiche politiche locali, con l’amministrazione chiamata in causa.
«Identificare Retake Rovigo solo come un gruppo di cittadini che puliscono è riduttivo – avverte però Massimo Siviero, che ha dato vita al gruppo – Noi vogliamo ridare un’immagine pulita di Rovigo come città di cultura, per questo ad esempio il progetto che stiamo perseguendo in questo periodo è restituire alla sua antica bellezza tutta Piazza Rotonda, ripulendola, rendendola accessibile anche alle bici. Le nostre iniziative prevedono sì lavori di ripulitura e ristrutturazione, ma alla fine c’è spazio anche per ristoro e per una conoscenza più approfondita del territorio attraverso una guida che racconta il luogo, la sua storia, quel che stiamo vedendo e ripulendo. Questa commistione porta tanta gente a venirci incontro, aiutarci, mettendo a disposizione qualche ora ma facendone anche qualcosa di piacevole».
La responsabilità della gente
Relativamente al discorso piste ciclabili, Siviero ammette che la situazione non è sotto controllo: «Ne abbiamo molte perché la bici in città è uno strumento privilegiato per muoversi e ne nascono di continuo il che è una buona cosa. Il fatto è che in zone particolari come la stazione o i punti di aggregazione sono continuamente oggetto del rilascio di bottiglie, lattine, sporcizia. La responsabilità? In primis dei cittadini che non hanno cura di qualcosa che è anche loro.
«Nei nostri incontri ad esempio spieghiamo quanto siano deleteri per l’inquinamento i mozziconi di sigaretta. Ne troviamo migliaia, questi vanno nelle fogne, vanno a inquinare i nostri mari perché hanno prodotti chimici che non si degradano. Il nostro monitoraggio privilegia quattro arterie principali, di cui due che costituiscono l’ossatura urbanistica della città, la Lubich da Grazette a Ponte Marabin di 3.400 metri (che diventano 9.000 se consideriamo il tratto ciclabile che prosegue lungo l’argine dell’Adige fino a Concadirame. E poi la Baden Powell dal ponte fino a San Sisto per altri 5.900 metri».
Ripulire… gareggiando
Il problema che Siviero e i suoi ragazzi segnalano è che nel corso delle operazioni di ripulitura emerge anche il degrado delle piste, attraverso larghe fessurazioni pericolose per le ruote delle bici, ma anche la segnaletica a terra sbiadita, le panchine distrutte, l’assenza o il cattivo stato dei cestini per l’abbandono di rifiuti, la mancanza di cura pubblica che porta le stesse piste ad essere invase dai rami degli alberi rendendo la circolazione difficile se non addirittura pericolosa.
C’è anche spazio per divertirsi, attraverso iniziative come il plogging: «E’ una pratica nata nei Paesi nordici – spiega Siviero – facendo della raccolta rifiuti una gara. Si pedala su un percorso fermandosi ogni 2-300 metri per raccogliere i rifiuti, all’arrivo vince chi ne ha raccolti di più. E’ un bell’allenamento fisico considerando il salire e scendere continuo e tutto il resto».
L’importanza del sostegno popolare
Retake con le sue azioni svolge quindi un ruolo che dovrebbe essere sostenuto dall’amministrazione locale. Come sono i rapporti con il Comune? «Buoni, c’è collaborazione, noi non agiamo in contrapposizione con esso. Abbiamo anche firmato un patto per l’amministrazione dei beni comuni con l’Ente che ci fornisce l’attrezzatura, ad esempio per il recupero di Villa Rotonda. Loro ci mettono il materiale, noi il lavoro. Se abbiamo tutto a disposizione, ci basta una giornata o poco più per restituire i luoghi alla loro antica bellezza. Ora intendiamo riqualificare il muro dietro il Castello anche con rappresentazioni di street art e quella nel parcheggio dell’Ospedale Civile. Noi non ci fermiamo mai…».
Retake vive di sostegni pubblici, è stato così sin dalla costituzione della sua fondazione. Si può donare attraverso il sito oppure la pagina Facebook. La “cellula” di Rovigo si può contattare per mail oppure anche in questo caso attraverso Facebook.