| 16 Novembre 2024

Sicurezza stradale e politica: chi non vuole il metro e mezzo?

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Quest’estate abbiamo parlato con Mauro Berruto – parlamentare e responsabile dello sport per il Partito Democratico – della sua proposta di legge sul “metro e mezzo”. Una legge a costo zero che potrebbe salvare la vita a centinaia di persone ogni anno, e contemporaneamente portare ad uno sviluppo della cultura sulla sicurezza stradale in Italia. Legge che però durante l’iter parlamentare è stata molto depotenziata.

Dopo qualche mese lo abbiamo ricontattato per farci raccontare dal di dentro come si sta evolvendo questo tema fondamentale, anche alla luce di altri episodi accaduti nel frattempo.

La sensazione è che la sicurezza dei ciclisti venga dopo quelli di auto e camion
La sensazione è che la sicurezza dei ciclisti venga dopo quelli di auto e camion
Berruto, nelle ultime settimane abbiamo letto della proposta del Governo di rendere illegali le corsie ciclabili nelle città, le cosiddette bike-lane, con la motivazione che non sono sicure. Lei che in Parlamento si sta occupando molto di sicurezza stradale, può dirci qualcosa di più a riguardo?

Io mi auguro che succeda qualsiasi cosa all’iter del Nuovo Codice della Strada, che contiene tra le altre questa norma. Spero che possa essere modificato in qualche modo, ma ho molti dubbi. Per il momento il testo è stato licenziato dalla Camera e è arrivato in Senato.

Quindi non avete più modo di fare nulla?

Noi alla Camera abbiamo presentato centinaia di emendamenti in tutti i modi, ma i rapporti in Commissione Trasporti sono gli stessi che in aula, e se il Governo non vuole farli passare hanno i numeri per non farlo. Io ho fatto tutte le audizioni che riguardavano la mia proposta sul metro e mezzo che è stata molto depotenziata. Un lavoro di mesi, rispondendo punto per punto alle perplessità sollevate dalla Polizia Stradale e dal Sindacato dei camionisti. Ma il fatto è che quando una legge passa alla Camera al Senato normalmente non ci si mette più mano, perché altrimenti dovrebbe tornare da noi alla Camera e tutto dovrebbe ricominciare da capo.

Con conseguenti tempi dilatati…

Questo è il motivo perché le cose importanti passano per decreto. Ora sento che Forza Italia sta sollevando qualche obiezione, spero vadano avanti e che se ne possa ridiscutere. Credo però che vogliano a tutti i costi far approvare questo Nuovo Codice della Strada, anche perché il Ministro di competenza è della Lega. E quindi entrano in gioco tutta una serie di lotte interne all’alleanza di Governo.

Gli incidenti sono all’ordine del giorno e ben noti a chi amministra il territorio, eppure… (depositphotos.com)
Gli incidenti sono all’ordine del giorno e ben noti a chi amministra il territorio, eppure… (depositphotos.com)
Queste lotte però poi rischiano di avere ricadute sui ciclisti…

Sinceramente, cosa ci si può aspettare da un Ministro dei Trasporti della Lega? Ora sento che parlano della sicurezza stradale citando la legge del metro e mezzo, spacciandola come una conquista. Ma ora, con il trucchetto di aver aggiunto alla mia proposta la frase “ove le condizioni della strada lo consentano”, è anche peggio di quanto non fosse prima. La verità è che vogliono difendere gli automobilisti e i camionisti, quindi se è così non ci può fare niente.

A questo si aggiungono le recenti dichiarazioni di Vittorio Feltri che, oltre ad essere un noto giornalista è anche eletto nelle liste di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale della Lombardia. Secondo lei esiste il rischio che i ciclisti si sentano meno tutelati? 

Io vado anche oltre. Nessuno ci ha obbligato ad assumere un ruolo istituzionale. Se lo fai dovresti essere consapevole che sei un rappresentante della collettività, a qualunque livello. Quando fai il giornalista puoi dire quello che vuoi, quando hai cariche pubbliche no. E’ molto semplice. In questo momento chiunque va in bici percepisce un odio dilagante, perché è visto come un ostacolo alle attività produttive. Se sopra quell’odio ci butti il carico da novanta, non possiamo stupirci se ci sono i morti. Quando un uomo della strada sente un rappresentante delle istituzioni parlare così si sente certamente più legittimato, se non ad agire almeno a pensarla in quel modo.

Quindi lei non crede, come molti hanno detto, che si trattasse di una battuta…

No, credo siano state esternazioni allucinanti. E ancora più allucinante il fatto che altri abbiano derubricato quelle parole a “battuta”. E non c’è stata nessuna presa di posizione da parte delle alte sfere. Quando sei lì a fare quel lavoro il tuo compito non è a fare battute, belle o brutte che siano. Ma per lavorare per la collettività. Come facciamo poi a stupirci che il clima in strada sia sempre più avvelenato? 

Mauro Berruto racconta di aver provato a far passare la legge sul metro e mezzo, ma fra ostacoli insormontabili
Mauro Berruto racconta di aver provato a far passare la legge sul metro e mezzo, ma fra ostacoli insormontabili
Invece stupisce il fatto che poi si vedano sempre più amministrazioni locali che stanno investendo molto sul cicloturismo, visto da molti come il futuro. Come ci fosse uno scollamento tra piani alti e politica sul territorio. 

Perché chi amministra quotidianamente i cadaveri li vede davvero e cerca di risolvere i problemi. Credo che 200 persone all’anno non si possano mettere via per favorire una categoria di elettori, come invece mi pare si stia facendo. 

E questo ha anche ricadute nell’ambito sportivo. Si è parlato molto del modello spagnolo, di come lì abbiano lavorato per garantire la sicurezza stradale. Guarda caso ora gran parte delle squadre professionistiche vanno in ritiro lì e non in Italia, che pure in certe zone non avrebbe nulla da invidiare alla Spagna, per quanto riguarda il clima in inverno. Ora non c’è più una squadra che si allena qui proprio per quel motivo, e quello è tutto un flusso di economia e anche di cultura sportiva che perdiamo ogni anno.

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