Un altro primato per la Treviso-Ostiglia, che in occasione del TTG Travel Experience di Rimini ha ricevuto – prima ciclovia al mondo – la certificazione GSTC, Global Sustainable Tourism Council, l’organismo internazionale nato dal programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep) e dall’organizzazione Mondiale del Turismo (Unwto). La particolarità è data proprio dall’origine di questo premio e soprattutto dalla motivazione.
L’importanza di una gestione condivisa
A fare la differenza è stata infatti la creazione di un ente gestore che può agire direttamente sulla ciclovia, sulla sua cura e il suo sviluppo. A capo di questo ente è il vicepresidente della Provincia di Padova Daniele Canella, per il quale la certificazione è un’ulteriore tappa nella crescita di una delle ciclovie più conosciute e ricercate d’Italia: «Questo attestato va a riconoscere quello che è il lavoro che negli anni abbiamo costruito nella gestione della pista, che non è solo un’infrastruttura ma è anche e soprattutto una comunità sostenibile».
Un ente diretto chiamato a gestire una via ciclabile è qualcosa di unico non solo in Italia: «E’ una scelta che è stata fatta tempo fa, agli albori di questa struttura, grazie a una visione del settore turismo della Regione Veneto che ha identificato i principali assi cicloturistici regionali e fatto una legge che permetteva ai soggetti locali di candidarsi come ente gestore. Noi questo percorso l’abbiamo fatto per primi e quindi la Federazione dei Comuni del Camposampierese è stato il primo soggetto a essere riconosciuto soggetto gestore unitario della pista ciclo pedonale nel 2021».
Ciclovia, un prodotto da vendere
Che cosa comporta avere un soggetto gestore di una ciclovia? «Comporta una visione unitaria che non determina solo l’organizzazione e la gestione dal punto di vista della manutenzione, la polizia, lo svuotamento cestini. Significa soprattutto poter contare su una visione unica per la promozione della ciclovia che quindi non diventa più solo un’infrastruttura, ma un prodotto turistico da vendere in Italia e all’estero, un richiamo. Noi creiamo un piano di gestione triennale, ramificato proprio nella parte gestione tecnico manutentiva e gestione promozionale dell’infrastruttura. Con il soggetto gestore abbiamo una visione della Treviso-Ostiglia come un prodotto cicloturistico, quindi con un sito, un marchio, delle politiche di promozione unitaria, dei social gestiti per tutti.
«Altrimenti la frammentazione dell’infrastruttura su più comuni, su più province, su più territori porterebbe anche una frammentazione delle potenzialità promozionali dell’opera. Così facendo, con una cabina in regia unitaria si riesce veramente a venderla come un percorso. I 120 km della Treviso Ostiglia, quattro province (Treviso, Padova, Vicenza e Verona), una trentina di comuni sono quindi un prodotto unico, gestito in maniera unitaria».
La trasparenza del proprio lavoro
Che cosa rappresenta l’ottenimento di questa certificazione? «Io voglio vederla come un punto di partenza, perché ci dà modo di misurare con trasparenza il nostro lavoro, guardarlo dall’esterno per capire dove possiamo ancora migliorare. La ciclovia è un bene comune e la sostenibilità è la bussola che deve guidarci, ricordandoci che ci rivolgiamo non solo a chi viene da fuori, al cicloturista nel senso stretto del termine, ma anche a chi la vive ogni giorno e ne fa un bene quotidiano di cui usufruire».
La Treviso-Ostiglia è una ciclovia in continua evoluzione. Come intendete svilupparla ulteriormente? «Lungo il suo sviluppo chilometrico, la ciclovia cambia nella sua struttura. Ad esempio la Provincia di Padova è proprietaria del suo sedime, ma negli altri tratti la proprietà è in alcuni pubblica e altri privata. Era quindi fondamentale avere un soggetto gestore, a capo del coordinamento. Io come sindaco del mio comune sono stato individuato a capo del soggetto gestore, quindi coordino tutti gli assessori al turismo e il personale dedicato, gli operatori quindi. Questo è un passaggio necessario per la sua cura e i suoi sviluppi. E’ un lavoro di squadra, costruito nel tempo, lavorando di comune accordo con le amministrazioni, gli operatori turistici, le aziende ma anche gli stessi cittadini dai quali raccogliamo pareri e consigli che sono utilissimi per il suo procedere virtuoso.
Un futuro tutto da scrivere
«Tutto contribuisce a un costante monitoraggio della filiera e a interventi tempestivi e tutto ciò sono convinto che sia alla base dell’ottenimento di questo prestigioso riconoscimento internazionale. Ma la Treviso-Ostiglia è qualcosa in itinere, che continua a svilupparsi e solo il futuro ci potrà dire in quale direzione».