Quando siamo stati in Puglia a percorrere la Ciclovia del Salento Ionico abbiamo pedalato su delle bici da turismo VELO DE VILLE forniteci da Salento Bici Tour. Sul momento non abbiamo fatto troppo caso a quel marchio, ma poi abbiamo scoperto che si tratta di un brand tedesco dalla lunga storia, molto diffuso Oltralpe. In Italia ci sono una dozzina di rivenditori al Nord ed uno solo al Sud, quello di Lecce appunto.
Mossi dalla curiosità abbiamo richiamato Giulia Tenuzzo di Salento Bici Tour, che ci aveva accompagnato nel nostro girovagare tra uliveti e masserie, per farci raccontare come sono entrati in contatto con l’azienda teutonica.
«Abbiamo preso queste bici su consiglio di Ferula Viaggi – spiega – un nostro competitor, con il quale però collaboriamo anche. Ci siamo fatti consigliare da loro perché noi volevamo una bici da viaggio che fosse solida, ma anche fluida e leggera. E così abbiamo iniziato col primo stock di bici muscolari e poi, nel 2020, si sono aggiunte anche le elettriche. Queste ultime, almeno nella linea che abbiamo preso noi, non sono così leggere a dire la verità, ma sicuramente solide. Sono resistenti alle stradine che dalle nostre parti sono spesso un po’ dissestate. Le VELO DE VILLE a pedalata assistita ci danno sicurezza anche per quanto riguarda il motore e la batteria, che sono della Bosch. Infatti abbiamo avuto pochissimi problemi per il numero di bici che abbiamo. Tra l’altro Bosch ha un suo canale diretto di gestione della garanzia e delle problematiche, tanto che possiamo interfacciarci direttamente con loro. Finora sono sempre stati super affidabili sia nella risposta che nella risoluzione dei problemi»
Il parere del meccanico
Anche il meccanico di Salento Bici Tour, Giorgio De Micheli, conferma di trovarsi a proprio agio: «Le bici sono di buona fattura, ben progettate, con cura dei dettagli. Non sono affatto entry level anche se hanno un costo contenuto. Hanno un buonissimo rapporto qualità/prezzo. Lo dico perché le uso anche io oltre a farci la manutenzione. Mi è capitato di riparare o sostituire dei motori di bici elettriche su vari modelli. Sulle VELO DE VILLE ho notato, con mio stupore, una cura dei particolari anche nelle parti nascoste del passaggio dei cavi elettrici o delle guaine per freni e cambio».
Giorgio dice che anche i clienti lasciano buoni feedback, stupiti soprattutto dalla loro maneggevolezza.
Il concetto di Smart Boutique
E allora abbiamo alzato il telefono e abbiamo raggiunto il country manager per l’Italia di VELO DE VILLE, Fabio Bertini. CI ha spiegato che il marchio ha sede vicino Munster ed è un’azienda familiare con più di 50 anni di storia. La svolta c’è stata negli ultimi due anni quando i vertici hanno investito in un progetto che rendesse il brand internazionale.
«Facciamo più o meno 70-100.000 bici l’anno, il 90% elettriche – spiega Bertini – e lavoriamo solo con Bosch. Inizialmente avevamo un distributore ma poi ci siamo accorti che per il nostro modello di vendita è più difficile. Questo perché il concetto principale di VELO DE VILLE è quello di fare bici custom made, con la possibilità di configurare colori (circa 30), forcelle, freni, motori, batterie… tutto».
Bertini dice che i negozi italiani che vogliono diventare rivenditori devono avere un angolo chiamato “smart boutique” in cui si ha una sorta di “concept store” con una comunicazione visuale dedicata.
«I negozianti sono già pieni di bici per cui noi non ne forniamo tante, solo tre-quattro modelli per fare un piccolo show room dove si possono provare e toccare con mano. C’è poi un tablet dove poter effettuare la configurazione in loco. Tale configurazione si può fare anche da casa, sul nostro sito. In tal caso, al termine di essa, inviamo al cliente un Pdf con un codice personalizzato che poi va mostrato al rivenditore».
Occhi sul mercato italiano
Vista la volontà di VELO DE VILLE di ampliarsi sul mercato italiano, gli chiediamo quali siano le peculiarità di quest’ultimo. «Il mercato del Sud Europa è generalmente più sportivo – risponde Bertini – Nel Nord Europa si è più abituati ad avere una bici di 3-4.000 euro per andare a lavoro. In Italia, ma anche Spagna, Portogallo e parte della Francia, queste cifre vengono spese per una bici da corsa o per una mountain bike di livello. Credo che la differenza sia principalmente culturale». E, aggiungiamo noi, anche di capacità di spesa…
In conclusione, il nostro Paese è visto con grande attenzione.
«L’Italia è diventato un paese importante soprattutto per quanto riguarda il noleggio bici. Dalla pandemia in poi abbiamo fatto un bel lavoro, stringendo contatti con quasi tutti i grandi noleggiatori del Settentrione».
Ma anche al Sud, come è stato il caso del nostro viaggio sulla Ciclonica salentina…