| 16 Settembre 2024

Cosa serve per fare L’Eroica? Vediamolo insieme

L’Eroica è diventato una sorta di format con eventi sparsi in giro per il mondo. La conferma di una categoria, quella delle bici d’epoca e delle manifestazioni ciclostoriche che non conosce periodo storico e trasuda di passione. Per molti però, l’icona del ciclismo eroico, il simbolo di questo movimento è e rimane l’Eroica di Gaiole in Chianti.

L’Eroica di Gaiole nasce nel 1997 (per molti è semplicemente L’Eroica). Partecipare a questo evento, quest’anno si svolgerà nel fine settimana del 5/6 Ottobre, non è banale e bisogna rispettare una serie di regole, al pari di un vero e proprio disciplinare. E poi ci sono quei segreti e quelle malizie che possono aiutare quando c’è da fare fatica in sella a bici diverse da quelli di oggi, oltre alle strade bianche. Per questo racconto abbiamo interpellato Maurizio Coccia, giornalista, super appassionato delle bici d’epoca e forte pedalatore, che al suo attivo ha ben 12 L’Eroica (nel 2024 sarà la tredicesima).

Il registro delle bici d’epoca per L’Eroica (foto Maurizio Coccia)
Il registro delle bici d’epoca per L’Eroica (foto Maurizio Coccia)

Il comune denominatore è il fascino e la sfida

«A me piace definire L’Eroica un po’ per tutti i gusti-racconta Coccia-visto che oggi propone 5 tracciati con chilometraggi che vanno dai 46 ai 209 chilometri, ai quali si aggiunge il permanente da 207. L’Eroica è storia, è bellezza e la possibilità di immergersi per qualche ora in quell’atmosfera del ciclismo eroico. La bici, le imprese e l’epicità di questo sport, tutto nasce da li. Non mi riferisco solo al poter pedalare sulle bici d’epoca-prosegue Coccia-ma a quell’ambiente che si crea in quelle giornate e che per certi aspetti è sempre presente in territorio toscano. Le stagioni passano e ogni anno dico è l’ultima-conclude Coccia-ma puntualmente ci ricasco, indosso la maglia di lana, il cappellino, le scarpe in cuoio e preparo la bici adatta. E’ più forte di me e ogni volta è una grande emozione».

Maurizio Coccia (foto Guido Rubino)
Maurizio Coccia (foto Guido Rubino)
Come si sceglie il percorso de L’Eroica?

L’Eroica non è uno scherzo. Non è una manifestazione da prendere sottogamba. Prima di tutto perché i tracciati sono impegnativi per quello che concerne i dislivelli da affrontare, da quello minore a quello lungo, in proporzione ovviamente. Si guidano biciclette molto diverse da quelle attuali, su strade bianche e si spendono tantissime energie proprio per guidare il mezzo. La scelta del percorso deve tenere conto della propria esperienza, del grando di allenamento e dello stato fisico, ma anche della fase emozionale del momento. Andare allo sbaraglio è un grande errore.

Quindi preparazione tecnica e fisica adeguate?

Assolutamente si. Penso sempre che alla base di tutto c’è il divertimento in sicurezza ed il buon senso. Non si può rimediare una bici e l’attrezzatura all’ultimo istante, fare L’Eroica è una cosa serie e ti mette alla prova. Lo è quando si vuole fare il tempone, ma lo è anche quando la scelta verte sull’assalto dei ristori tra ribollita e vino rosso.

Gli integratori de L’Eroica, vino rosso e ribollita. Qui l’indimenticato Luciano Berruti (foto Paolo Martelli)
Gli integratori de L’Eroica, vino rosso e ribollita. Qui l’indimenticato Luciano Berruti (foto Paolo Martelli)
Tocchi subito l’argomento cibo. Cosa si mangia all’Eroica?

Premesso che lo start è alla francese e si parte con il buio, le prime partenze avvengono dalle 5 di mattina. Il ruolo importante lo gioca la cena della sera prima, giustamente sostanziosa e carica di carboidrati, anche nel caso si decida di affrontare il tracciato breve. A L’Eroica ci sveglia molto presto, di norma i partecipanti alle 3/3,30 sono tutti in piedi e a quell’ora è difficile fare una colazione abbondante. Magari un paio di fette biscottate con miele e marmellata, una bevanda calda, un caffè forte e via. Poche cose nelle tasche, perché bisogna godere dei ristori dove si trova ogni ben di Dio e anche di più.

Ristori ricchissimi e super calorici, c’è il rischio di esagerare?

Certamente, tra vino rosso, ribollita, dolci e prelibatezze varie, il rischio di piantarsi sotto un’ombra e non ripartire è più che reale. Il buon senso che menzionavo in precedenza è anche questo. L’Eroica è un’esperienza e poterla godere fino in fondo è la cosa più bella.

Entriamo nella tecnica delle bici. Cosa serve?

L’Eroica si imposta delle regole ben precise per quanto concerne le biciclette d’epoca. Possono prendere parte bici degli anni 60, 70 e 80, con il limite del 1987. I segni distintivi sono i cavi esterni, i freni a pattino, le leve del cambio esterne e poste sul tubo obliquo. Esistono delle deroghe, principalmente legate a mezzi meccanici prodotti in periodi successivi, ma con caratteristiche conformi alle bici eroiche. Vedi ad esempio la Bianchi Eroica, alcuni modelli di Gios e altre aziende. C’è anche chi prende parte utilizzando le bici di inzio secolo, questi a mio parere sono i veri eroi.

Quali sono le differenze?

Le bici d’epoca fanno parte di una nuova generazione di prodotti, per materiali, componenti e anche geometrie. In questo senso molti considerano l’epoca di Coppi una sorta di spartiacque. Prima di allora le bici erano sostanzialemente biciclette da pianura, molto pesanti, con passi molto lunghi. La prima ruota libera compare solo nel 1908. Chi pedala con questi mezzi, spesso è obbligato ad affrontare a piedi le salite. Al tempo stesso erano/sono bici molto stabili, con cerchi larghi e gomme altrettanto larghe, perché in quelle epoche le strade asfaltate non esistevano.

Quindi esistono bici nuove fatte ad hoc e bici di quei periodi?

Le bici d’epoca rimesse in ordine sono la maggioranza, subito dopo le bici costruite in epoca recente e conformi alle regole de L’Eroica. Avere una bici assemblata con i pezzi dell’epoca è un vanto, ma nel momento dell’utilizzo bisogna prestare attenzione.

Cosa vuoi dire?

Che l’ultima cosa da fare è mettere insieme una bici all’ultimo istante, oppure omettere di controllare ogni singolo componente. L’Eroica si prepara con qualche mese di anticipo, testando in modo effettivo la stessa bici.

Check ai freni e centratura ruote (foto Maurizio Coccia)
Check ai freni e centratura ruote (foto Maurizio Coccia)
Quali sono i componenti più delicati?

Il comparto guida. Manubrio ed attacco manubrio, in particolar modo quelli in alluminio che hanno subito maggiormente i rigori del tempo e dell’ossidazione. Trovarsi nel bel mezzo della campagna toscana con il manubrio spezzato è un’esperienza poco consigliabile. Non omettere il controllo dei freni, pattini inclusi. I pedali liberi, i cerchi e naturalmente le gomme, copertoncini o tubolari.

Quello delle bici d’epoca, un mercato vivo e molto attivo (foto Maurizio Coccia)
Quello delle bici d’epoca, un mercato vivo e molto attivo (foto Maurizio Coccia)
Si possono usare anche i copertoncini?

Si. Personalmente li consiglio, a patto di portare con se 2 o 3 camere d’aria di scorta. Sulle bici d’epoca e con i cerchi adeguati si arriva a montare anche il 25, un ottimo compromesso. Il tubolare offre dei vantaggi in alcuni tratti del percorso, ma in caso di foratura è più complicato da gestire.

La prevenzione verso le forature non è mai troppa (foto Paolo Martelli)
La prevenzione verso le forature non è mai troppa (foto Paolo Martelli)
A quanto si gonfiano gli pneumatici?

Non sotto le 5 atmosfere. Bucare è difficile, sono più probabili le pizzicature. Più la gomma è bassa di pressione, più è facile incorrere in un problema. Ovviamente non bisogna gonfiare in modo eccessivo per non compromettere la stabilità della bici. Le strade sono bianche, con terra battuta, ghiaia e brecciolino fine. L’inconveniente è dietro l’angolo.

Per la scelta dei rapporti?

Le bici d’epoca per la stragrande maggioranza montano trasmissioni Campagnolo. Di norma le scelte sono per un plateau anteriore 50 o 52, corona grande e 42 per la corona interna. Quella da 39 denti è arrivato in un’epoca più recente e se vogliamo fare i pignoli con le regole non sarebbe ammesso. Il pignone posteriore più grande arriva a 26 o 28 denti.

L’abbigliamento?

La maglia di lana è un obbligo ed è bello indossarla in mezzo ad altre migliaia di appassionati. Per quanto riguarda il pantaloncino è opportuno fare delle prove e trovare il giusto compromesso, mi riferisco al fondello. Oggi esistono anche dei pantaloncini moderni e di ottima qualità che per design sono in pendant con le maglie di lana. Ci vogliono le scarpe di cuoio, con la suola di cuoio più duro rispetto alla tomaia.

Il caschetto danese, un richiamo all’epoca eroica (foto Paolo Martelli)
Il caschetto danese, un richiamo all’epoca eroica (foto Paolo Martelli)
Il casco?

Personalmente lo consiglio a prescindere. Molti usano i caschi danesi, ovvero quella sorta di gabbietta che mettevano i pistard, ma il casco è consentito anche se è un equipaggiamento dei tempi moderni. La sicurezza non deve passare in secondo piano.

Come deve essere guidata una bici adatta a fare L’Eroica?

Bici diversa da quelle attuali, ma anche terreno diverso dall’asfalto. E’ fondamentale rimanere leggeri sulla bici, non appesantirsi e non arpionare il manubrio. Bisogna assecondare il mezzo meccanico facendolo scorrere e cercando di anticipare cambi di direzione, curve e frenate. La stessa azione frenante deve essere dolce, mai perentoria, quasi come se si volesse sfiorare la leva del freno modulando la forza impressa. Chi si ricorda la frase “pelare il freno, pelare il cerchio in frenata”, parole che rendono perfettamente.

Stare leggeri una volta in sella (foto Paolo Martelli)
Stare leggeri una volta in sella (foto Paolo Martelli)
Quanto pesa una bicicletta per fare L’Eroica?

Il range di peso varia abbastanza, ma mediamente siamo intorno ai 9,5/10,5 chilogrammi, al netto di tutto quello che si può mettere sopra.

Posizione in sella. Cosa cambia o deve cambiare rispetto ad una bici attuale?

Difficile fare delle sovrapposizioni. Una volta le bici si costruivano con materiali diversi, con geometrie molto differenti. E’ impossibile riportare le misure utilizzate su una bici in carbonio, su una bici d’epoca in acciaio. Di sicuro si pedalava più bassi con le gambe e più alti con il busto.

Spazzolina e lubrificante, un buon deterrente
Spazzolina e lubrificante, un buon deterrente
Una malizia, un segreto che vuoi condividere

Quando faccio L’Eroica porto sempre con me un boccettino piccolo di lubrificante e una spazzolina di dimensioni ridotte. Mi torna utile per dare una pulita veloce e una lubrificata alla catena, lo faccio quando mi fermo ai ristori, quando c’è polvere e l’ambiente è secco, ma anche quando è bagnato.

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