| 17 Novembre 2024

Intimo tecnico invernale, il punto fermo del ciclista

L’intimo tecnico, soprattutto durante la stagione invernale deve essere un punto fermo e la base di ogni ciclista. E’ una sorta di salvagente, perché ci permette di restare nella zona comfort, di gestire la termoregolazione corporea, di stare meglio e più a lungo sulla bicicletta.

I baselayer (traduzione inglese di maglia intima) non sono tutti uguali. La stragrande maggioranza dell’intimo tecnico di oggi si basa su fibre sintetiche poliammidiche (ma c’è un grande ritorno della lana Merino, che al tempo stesso rende mediamente i capi più costosi), trattate e lavorate in modo differente tra un’azienda ed un’altra. Cerchiamo di capire meglio cosa considerare in fase di scelta.

Rispettare il range di utilizzo non è un fattore secondario
Rispettare il range di utilizzo non è un fattore secondario

Proliferazione batterica a zero

Fino a qualche anno fa, uno dei grandissimi problemi dell’intimo tecnico (oltre all’inefficienza) era l’insorgere di odori sgradevoli e di conseguenza una proliferazione batterica poco salutare per la pelle. Le aziende e i diversi attori coinvolti nello sviluppo delle tecnologie dei tessuti, oltre a migliorare la qualità dei tessuti, i disegni e l’ergonomia dei capi, si sono concentrati sull’impiego di trattamenti anti-batterici durevoli ed efficaci. Troviamo delle diciture di capi trattati con ioni di argento, oppure filati a base di carbonio, oppure trattamenti che rendono immune il filato al proliferare della carica batterica.

L’intimo tecnico invernale è il primo scudo e la prima barriera di protezione, deve fornire comfort ed è complice del benessere quando siamo in bicicletta. Deve garantire calore e non si deve inzuppare di sudore, di quel vapore prodotto durante lo sforzo. Non deve impregnarsi di cattivi odori, il che significa usare il capo anche per un periodo più lungo. In fase di scelta è consigliabile un intimo tecnico che porta in dote un trattamento anti-batterico.

Made in Italy è sempre una garanzia
Made in Italy è sempre una garanzia

Il sudore non si blocca

Il sudore, soprattutto quando si descrive un capo tecnico termico (invernale) e ancor di più un intimo sviluppato per la stagione fredda, non deve in assoluto bloccare la sudorazione. Sudare è un naturale processo di termoregolazione attivato dal nostro corpo. Più si aumenta l’intensità dello sforzo, più si alza la temperatura del nostro motore, più si suda, come una sorta di impianto di raffreddamento.

Sudare può essere una risorsa per mantenere il corpo caldo, quantomeno per far rimanere il nostro organismo in quel range di termoregolazione ottimale. Un intimo tecnico di qualità elevata, ha il compito di assorbire il sudore e toglierlo dalla pelle, spalmandolo su tutta la superficie di tessuto, evitando al tempo stesso accumuli eccessi solo in alcune zone. Deve agevolare il passaggio dell’aria tiepida che esiste tra uno strato superiore (una maglia e/o una giacca) e il baselayer, in modo da creare una sorta di impianto di raffreddamento/asciugatura ad aria.

Le forme irregolari delle magliette

Trame diverse, cuciture e disegni ondulati che non esclusivamente strumenti per attirare l’attenzione. Colori diversi dei tessuti che talvolta mettono in risalto proprio quelle zone deputate a “scaricare” in modo maggiore il calore ed il sudore prodotti nel corso dell’attività fisica. Questa irregolarità dei capi corrisponde ad un “appoggio” differenziato sulla pelle, in modo che quella circolazione costante dell’aria all’interno del capo non venga sacrificata e stoppata.

Queste soluzioni cambiano anche tra parte dello sterno, schiena ed ascelle, punti dove c’è un accumulo aumentato e dove è fondamentale attivare costantemente il processo di asciugatura. Le forme irregolari sono ottenute anche dagli spessori differenziati e grazie alla diversa lavorazione del tessuto.

Le indicazioni per lavaggio ed asciugatura, fondamentali
Le indicazioni per lavaggio ed asciugatura, fondamentali

Range di utilizzo e consigli per il lavaggio

E’ fondamentale prendere visione del delta ottimale di utilizzo e sfruttabilità dell’intimo tecnico. Generalmente per un capo termico a manica lunga lo sfruttamento delle potenzialità va da un temperatura anche inferiore allo zero, fino ai 10/15° (18/20° per i capi a manica corta). Non in ultimo è fondamentale considerare come viene lavato un capo.

Tessuti di ultima generazione, significa modificare ed adeguare alcuni comportamenti. Ne è un esempio l’indicazione di molte aziende che “quasi vietano”, comunque sconsigliano l’utilizzo di ammorbidenti. Questi ultimi tendono a “consumare” i tessuti e chiudere i microfori deputati a veicolare verso l’esterno l’umidità.

I capi termici di nuova generazione hanno cambiato l’utilizzo del vestiario
I capi termici di nuova generazione hanno cambiato l’utilizzo del vestiario

In conclusione

Acquistare un intimo tecnico non dovrebbe essere una scelta artistica, legata al colore della maglia oppure alla trama del tessuto. Un baselayer è di fatto un strumento utile alla resa tecnica e contribuisce alla qualità della nostra uscita in bici, che sia mirata ad un allenamento specifico, o semplicemente ad una esperienza invernale sui pedali. Inoltre una corretta interpretazione, votata alla massima sfruttabilità di un intimo tecnico, dovrebbe partire da una buona qualità di base del capo, con una termicità adeguata, un range di utilizzo ampio e una vestibilità ergonomica (il più possibile aderente al corpo).

TUTTE LE CATEGORIE DEL MAGAZINE