Il bike device, il computerino per la bici è meglio quello con lo schermo touchscreen, oppure quello tradizionale con i pulsanti? Sembra un quesito banale, eppure non di rado ci si chiede quale sia la soluzione migliore e adatta alle proprie esigenze.
Proviamo ad entrare in modo specifico nell’argomento, valutando i fattori positivi di entrambe le categorie e ragionando sulle fasce di utenza cui si rivolgono i device.
Touchscreen, must per i viaggiatori
Non è una regola, ma nell’immaginario del ciclista, uno strumento dotato di touchscreen è una sorta di punto di arrivo della tecnologia per la bici. Ricco di funzioni, completo e con uno schermo più grande, ma anche più pesante (con riferimento al valore alla bilancia). Non è sempre così e l’Edge 830 di Garmin lo dimostra, ma è pur vero che da qualche anno la famiglia Edge 1000 (con tutte le sue evoluzioni) ha creato una sorta di dipendenza da questo modo di pensare. La domanda comune e ricorrente, quando vediamo un bike device (anche di altri marchi) di dimensioni generose: è touchscreen?
Grazie al successo del gravel, del bikepacking e del viaggio in bici dove ormai è necessario avere una mappa a portata di occhio, i dispositivi con gli schermi maggiorati hanno trovato una collocazione molto più precisa. Prima di tutto grazie alle cartografie più facili da vedere quando si è in movimento, grazie ad una memoria interna maggiore (generalmente è così), ma anche alla praticità che contraddistingue i dispositivi touchscreen. Basta un tocco, facile, immediato ed intuitivo, proprio come lo smartphone. Toccare uno schermo al giorno d’oggi è una sorta di abitudine, un gesto che è entrato a fare parte della quotidianità.
Non si preclude agli agonisti
Nessuno vieta ad un agonista, a quel ciclista attento ai numeri, ai dati e capace di utilizzare un bike device al pari di uno strumento di lavoro, di sfruttare un dispositivo touchscreen per le sue attività, su strada e in ambito off-road, magari nel gravel. Però, un device touchscreen può essere meno affidabile (rispetto a quello con i tasti) quando c’è molta polvere, quando la pioggia è battente, quando il sudore si mescola con le severità dell’ambiente (ad esempio fango e sporco in genere).
La pioggia può far cambiare le pagine in modo indesiderato, così come alcuni campi dati. Un agonista non vuole questo, ha bisogno di certezze, di conferme, di avere tutto al posto giusto, senza distrazioni. E poi, come scritto in precedenza, un dispositivo con i pulsanti è di norma più leggero (e costa meno). E per i maniaci del peso ridotto a tutti i costi, non è cosa da poco. Un computerino touchscreen è anche modaiolo.
Il device con i pulsanti
A parità di categoria e di funzioni, il device con i pulsanti (forse) è meno moderno. Eppure è una garanzia per tutti gli utilizzatori, a partire dai neofiti, fino ad arrivare agli smanettoni. Più lento, ma solo perché si deve pensare a quale pulsante schiacciare e per quante volte, o con quale lasso di tempo. Meno intuitivo, perché è diverso da uno smartphone o da un tablet, o addirittura da un piano cucina moderno che utilizziamo tutti i giorni per cucinare.
Eppure il computerino con i “bottoni” non passa di moda. Hanno provato a sostituirlo, a metterlo da parte, ma è tornato a grande richiesta del popolo degli sportivi e da chi non vuole per forza spendere una follia (touchscreen e con i pulsanti, sono disponibili un po’ per tutte le tasche). Un bike gps con i pulsanti non è un passo indietro, non è un compromesso e/o un dispositivo pensato nell’ottica del “vorrei ma non posso”.
Tutto sotto controllo
Premere e confermare, salvare l’attività e/o cambiare pagine con un’azione decisa, pensata, ponderata, sentire la pressione sotto il polpastrello. Si preme un pulsante solo quando si vuole realmente farlo. Il dispositivo con i pulsanti è meno gratificante nei termini di tecnologia applicata al prodotto, gli manca quel tocco di modernità.
E’ un oggetto più richiesto da chi fa agonismo, meno incline ad utilizzare le mappe, le cartografie, a cambiare le schermate in continuazione e ad utilizzare il computerino della bici come una console. Eppure i pulsanti erano e restano un simbolo di efficienza.