Sentiamo parlare spesso di reach e stack quando ci riferiamo ai telai delle biciclette, ma sappiamo cosa sono e a cosa si riferiscono? Non è un tema facile, e lo svisceriamo insieme ad Alessandro Colò, biomeccanico dello studio Biomeccanica Bodyframe.
«Il reach – spiega subito Colò – è la distanza, in proiezione orizzontale, che intercorre tra il centro del movimento centrale ed il centro della parte più alta del tubo sterzo. Mentre lo stack è la distanza, in proiezione verticale, tra il centro del movimento centrale ed il centro della parte più alta del tubo sterzo».

Calcolo difficile
Trovare queste misure non è semplice, infatti è la casa produttrice a fornirle. E’ importante però capire in quale ambito possono tornarci utili.
«L’informazione più importante che ricaviamo dal reach e dallo stack è la lunghezza e l’altezza del telaio. Misurare questi due parametri in laboratorio è quasi impossibile perché il loro incontro avviene in un punto virtuale al di fuori del telaio. Anche utilizzando il laser si andrebbe incontro a qualche piccolo errore di misurazione. Stiamo parlando di millimetri, ma non sarebbe comunque un valore accurato. Per questo lo forniscono le case produttrici».

Quindi reach e stack a cosa servono?
Sono dei parametri che ci aiutano a selezionare il telaio giusto per le nostre esigenze. A parità di reach se una bici ha un valore di stack elevato allora sarà un modello pensato per avere una posizione più comoda, quindi da endurance. Al contrario, se lo stack ha un valore basso allora avremo davanti una bicicletta race.
E se invece a cambiare è il reach?
A parità di stack una bicicletta con un valore elevato del reach permetterà una posizione più aerodinamica del busto. Viceversa se il reach è minore allora la posizione del ciclista sarà più “verticale”.
C’è una linea di proporzione tra reach e stack per capire quando la bici passa da essere un modello endurance a uno race?
Prima va introdotto un parametro che ci aiuta in questa cosa: ovvero la lunghezza orizzontale virtuale. Questa è la distanza presa in orizzontale tra l’asse del tubo sterzo preso in alto, e l’asse del tubo reggisella. Mediamente se un telaio ha un valore dello stack più alto di circa 2 centimetri rispetto alla sua lunghezza orizzontale allora siamo davanti a un modello da endurance. Su taglie grandi questa differenza è maggiore, su taglie piccole inferiore. Se invece il telaio ha un valore dello stack pari o inferiore alla lunghezza orizzontale avremo davanti un modello race.
Come può intervenire il biomeccanico su reach e stack?
Reach e stack del telaio non sono modificabili, ma per variare altezza e lontananza del manubrio, si usano degli spessori da posizionare sotto l’attacco manubrio per arrivare alla misura desiderata in altezza, oppure angolazioni diverse dell’attacco manubrio. Nel caso del reach si può intervenire sulla lunghezza dell’attacco manubrio per compensare i centimetri che mancano o che servono.
Ma c’è una misura più semplice da ottenere e che ci permette comunque di selezionare la bici adatta alle nostre caratteristiche?
L’altezza del tubo sterzo. Nei telai moderni anche la lunghezza delle forcelle variano in funzione dei modelli, una volta la forcella aveva misura standard quasi sempre uguale su tutte le bici. Ora con tutto lo sviluppo tecnico siamo davanti a forcelle che variano anche di 4 o 5 millimetri tra un modello e l’altro di bici. Il tubo sterzo dunque è quella parte di telaio che va eventualmente a compensare la differenza di lunghezza delle forcelle.
C’è un consiglio che vuoi dare ai nostri utenti?
Se state acquistando la prima bici mediamente è meglio optare per un modello endurance, ovvero cercare un telaio con un valore dello stack più alto di quella che è la lunghezza orizzontale virtuale. Inoltre, se sapete di essere proporzionati con le gambe lunghe meglio prediligere nella scelta una bici a maggior stack. In ogni caso, sarebbe importante rivolgersi a un biomeccanico prima dell’acquisto, anche perché vi può indirizzare verso i modelli più adatti a voi.