La cura della biomeccanica viene accostata, molto spesso, all’ottimizzazione delle prestazioni in bici. E’ considerata quasi come la punta dell’iceberg. Al contrario, essa costituisce la base per un benessere generale quando si pedala. L’importanza di una visita dal biomeccanico non è da trascurare, soprattutto nel caso in cui la bici non è un mezzo che si usa tutti i giorni o quasi.
«Mi sento di consigliare una visita – spiega Alessandro Colò, biomeccanico – quando si superano le 2 ore a settimana di utilizzo della bici. Diventa una cosa utile, perché c’è il rischio di costringere il corpo a fare sforzi in situazioni non ottimali».
Gli obiettivi
Ma quali sono gli obiettivi di una visita biomeccanica? Come abbiamo detto non c’è solo la massimizzazione della performance…
«La biomeccanica – prosegue Colò – ha due traguardi principali. Il primo, nonché il più importante, è quello di evitare problematiche fisiche dovute a posizionamenti errati. Proprio in vista di tale obiettivo è importante passare tutti dal biomeccanico. Se si va in bici una volta al mese, sono il primo a dire che non è necessario, ma se si vuole usare la bici come uno strumento di allenamento e benessere allora lo diventa. Pensate di voler affrontare un viaggio in bikepacking e passare dalle quattro alle otto ore in sella. Se siete mal posizionati, arriverete al secondo giorno stanchi e indolenziti. Vi sembrerà di aver pedalato per migliaia di chilometri».
Benessere
Pensare di pedalare su una bici senza correggere le misure è come guidare la macchina con il sedile troppo avanti o troppo indietro. Se si va al supermercato dietro l’angolo non ci sono problemi, ma se si affronta un viaggio on the road al secondo giorno si avrà il corpo a pezzi.
«La maggior parte dei miei clienti – dice ancora il nostro biomeccanico – praticamente il 50/60 per cento, mi chiede di essere comodo una volta in sella. Anche questa cosa può dare delle controindicazioni. Ad esempio: se si avvicina eccessivamente il manubrio alla sella c’è il rischio di avere dei formicolii alle mani. Oppure una sella troppo bassa porta ad avere dolore alle ginocchia. Quindi, benvenga la comodità, ma con accortezza: si è sempre seduti su una bici.
«Una delle prime misurazioni che faccio ai miei clienti – racconta Colò – è pesarli su una bilancia. Questo perché non tutti sono atleti, quindi si può incorrere spesso a variazioni di peso. Un consiglio che mi viene da dare, in linea generale, è che se si perdono (o si accumulano, ndr) dai 5 chili in su, è bene tornare dal biomeccanico. Una perdita di peso può portare a una migliore elasticità muscolare. Anche una sistemazione minima di qualche misura può essere fondamentale per continuare a pedalare in serenità».
Dolori alle mani
Come visto ci sono tanti aspetti da considerare quando si effettua una visita biomeccanica. Alessandro Colò, che di esperienza ne ha parecchia, ha voluto anche sottolineare quali sono i casi che si presentano con maggiore frequenza.
«Una delle cose che vedo spesso – analizza – è che ci sono cicloturisti e cicloamatori con in mano bici di alta o altissima gamma, ma che la usano davvero poco. Questa è una cosa che può causare dei problemi, il più frequente è quello dell’indolenzimento delle mani. Ciò accade perché le bici di alta gamma sono realizzate con dettagli tecnici estremi. Hanno una grande rigidità del telaio e questo se non si pedala spesso può portare al problema detto sopra. Una bicicletta endurance adotta, di per sé, degli accorgimenti utili al comfort. Ad esempio il telaio si deforma per ridurre le vibrazioni del terreno, evitando così l’intorpidimento delle mani».
Sella e scarpe
Non ci sono solamente i problemi alle mani, che risultano i più frequenti, ma anche altre parti del corpo vanno tenute sotto controllo.
«Un altro dettaglio – continua Colò – è legato alla sella, la cui scelta dipende da diversi parametri. Se si è alle prime armi vanno bene anche modelli più morbidi, come capita di trovare su bici di media gamma. Su modelli di alto valore la sella risulta rigida e spesso sono costretto a farla cambiare. Quindi mi sento di dire che non è necessario scegliere sempre la bici di alta gamma, spesso è meglio avere un modello più vicino alle proprie esigenze.
«Un ultimo dettaglio sul quale mi soffermerei – conclude – è quello dei piedi, che spesso non viene preso in considerazione. Molte persone mi dicono che non trovano comode le scarpe che usano e soffrono di formicolio ai piedi. In questo caso serve più spazio, ovvero una scarpa più larga. Oppure una soluzione può essere farsi fare un plantare su misura, morbido e con dei rilievi che aiutano a stimolare la circolazione. Ricordatevi che non ci sono limiti di età o di chilometri per una visita dal biomeccanico. Ognuno ha le sue esigenze, ma vanno soddisfatte, per godere appieno delle vostre uscite in bici».