LA SPEZIA – Il centro di biomeccanica Body Frame, nel quale lavora Alessandro Colò, si trova non troppo lontano dall’uscita dell’autostrada. Approfittiamo della nostra presenza al Giro della Lunigiana, del quale avete potuto leggere sui canali di bici.PRO, per andare a curiosare. Nella nostra visita all’interno del laboratorio i vari macchinari raccolgono la nostra attenzione e le varie domande. Come detto spesso pedalare deve essere un piacere, e in quanto tale è importante mettersi in bici nel migliore dei modi. Una visita dal biomeccanico non è utile solamente per la posizione in bici, ma per tante altre sfumature.
Scegliere le pedivelle
Andare dal biomeccanico è un passo fondamentale da fare quando si inizia, e non solo. Oggi il centro dei nostri discorsi lo prendono pedivelle, pedali e scarpe, perché dai piedi passa la forza che muove la bici e il primo passo per stare bene in sella è curare proprio questo aspetto.
«Se si guarda a un utilizzo cicloturistico della bici – spiega Colò – la scelta delle pedivelle viene fatta in funzione della lunghezza delle gambe. Le pedivelle sono di diverse misure: 167,5, 170, 172,5 e 175 millimetri. La scelta è proporzionale alla lunghezza del cavallo dell’utente. Per una misura del cavallo da 83 centimetri, ad esempio, corrispondono pedivelle da 170 millimetri, la classica taglia M. Se si è in mezzo a due misure di pedivelle è sempre bene scegliere quella più corta. Una misura eccessiva delle pedivelle può portare a un angolo di apertura delle ginocchia più ampio di quanto si possa tollerare. Il rischio è di andare incontro a dei dolori articolari».
Ora Alessandro parliamo della scelta dei pedali…
Per chi inizia da zero, non ha mai pedalato e pensa di fare delle uscite tranquille, mi sento di consigliare dei pedali da mountain bike. Per me i più comodi sono gli Shimano con aggancio SPD, hanno una facilità di inserimento della tacchetta nei pedali ottima.
Anche perché bisogna prendere dimestichezza con il gesto di agganciare e sganciare il pedale.
E’ una sensazione, quella di trovarsi con le gambe attaccate alla bici, che può fare paura inizialmente. Grazie ai pedali SPD la facilità di sgancio è immediata. Esiste anche una versione delle tacchette, quelle argentate, che si riescono a sganciare anche con un movimento in diagonale. Quindi in un momento di difficoltà in cui si tende a cercare di staccare il piede dal pedale la scarpa seguirà il movimento.
Che dici, invece, del classico pedale “flat”?
Anche per chi pedala in maniera tranquilla li sconsiglio. Perché un aggancio obbliga il piede a stare in una posizione corretta su tre step: longitudinalmente, trasversalmente e angolarmente. C’è il “gioco” delle tacchette che si muovono sempre un po’ però più di tanto il piede non puoi stortarlo.
Chi ha già un po’ di esperienza o vuole iniziare con quelli da strada?
E’ un pedale che tiene più vincolato il piede, anche se le tacchette hanno diversi gradi di tolleranza. Chi inizia è bene che utilizzi le tacchette con più ampiezza di movimento. Per capirci se si scelgono pedali Look o Shimano i colori sono rispettivamente rosso e giallo. Ci sono anche altri marchi come Wahoo che ha comprato Speedplay. In questo caso la comodità è che decidi tu quanto è il grado di movimento e lo regoli con una vite. Poi c’è anche Time che offre due tacchette diverse: quella fissa, sconsigliata per chi inizia, oppure quella da 5 gradi di tolleranza.
Nella scelta delle scarpe c’è qualche distinzione da fare?
Sì, legata a quanto detto prima. Se si sceglie un pedale da mountain bike questo avrà la doppia filettatura, mentre le scarpe da strada ne hanno tre. Le scarpe da mountain bike sono più comode, flessibili e larghe da indossare. Chi è ai primi passi trova un maggiore comfort. Un cicloturista di solito è uno che cammina anche durante le uscite e una scarpa da fuoristrada lo permette.
Per le scarpe da strada?
Evitare quelle con la suola in carbonio, risultano molto rigide e se non si è abituati possono risultare scomode. Meglio qualcosa di entry level che possa lasciare il piede a proprio agio.